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i ventri trasportando in differenti posizioni un risonatore; dedusse dalle sue osservazioni la lunghezza d’onda (9,6 metri).

Sono esperienze che avevano nell’acustica il loro analogo in alcune vecchie ricerche di Savart, ed hanno trovato recentemente una riproduzione nell’ottica, nel bel lavoro di Otto Wiener «Über stehende Lichlwellen». Le onde elettriche secondo Maxwell sono accompagnate da onde magnetiche; se l’onda è progressiva la forza magnetica è in massimo dove e quando la forza elettrica lo è, se l’onda è stazionaria le due forze si comportano in modo differente: i nodi elettrici sono ventri magnetici e reciprocamente. Hertz pensò di collocare il risonatore in modo che l’azione della forza elettrica fosse nulla, quella della forza magnetica no; trovò che i nodi adesso stavano dove prima aveva osservato i ventri e viceversa.

Le onde usate fin qui erano troppo lunghe perchè fosse possibile tentare con esse le più comuni esperienze dell’ottica; ma la teoria indica il mezzo di ottenere delle onde più brevi: si riducano le dimensioni dell’eccitatore, si riduce la sua durata di vibrazione e quindi l’onda che è prodotta nell’aria; circuiti di dimensioni molecolari darebbero origine ad onde di lunghezza comparabile con quella delle onde visibili. In pratica però non tutte le forme di primario sono appropriate, perchè è facile andare incontro all’inconveniente che lo smorzamento dell’oscillazione cresce enormemente.

Pure ad Hertz riuscì di trovare una forma di primario per la quale è piccolo lo smorzamento e l’onda è di 66 cm.

Con questo apparecchio eseguì le esperienze che son descritte nella memoria «Über Strahlen electrischer Kraff», la conclusione ne è che fra un raggio di forza elettrica quale egli l’ottenne e un raggio di luce polarizzata rettilinea la differenza non è che quantitativa, dovuta alla lunghezza d’onda che per la luce è tanto più piccola.

L’impressione che queste esperienze produssero, il plauso che esse ottennero fu immenso, bisogna per trovare qualche cosa di simile nella storia della scienza, tornare in dietro di 90 anni, ai tempi in cui Volta creava la prima corrente elettrica.

I risultati ottenuti, il loro significato e la loro importanza