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86 il governo del monaco


Giulia — che Attilio e Muzio avevano aspettata per aver notizie della famiglia di Manlio — cominciò: «Sì! esse sono in casa Corsini — quell’indecente Procopio lo ha negato — ma voi sapete — in quella tana di vizi quanto sia facile di coprire ogni cosa coll’oro.»

Attilio si alzò, fece un moto d’impazienza come volesse partire — passò la mano sulla fronte — poi come pentito di quella manifestazione tornò a sedere.

Giulia che lesse nell’atto d’impazienza del giovane qual vulcano bolliva in quell’anima ripigliò:

«Attilio! vi bisogna più che mai conservare il vostro sangue freddo — vi sarà necessario per liberare la vostra fidanzata dagli artigli di quell’avoltojo. — Ora è troppo presto. — Voi dovete aspettare almeno sin dopo le dieci per tentarlo. —

«Sicuro — aggiunse Muzio — e frattanto io andrò ad avvisare Silvio che si trovi pronto coi compagni nelle vicinanze dei palazzo. — Non ti muovere sinchè io non sia di ritorno.»

Noi sappiamo quanto il povero Muzio amasse la bella straniera — pure un’ombra di sospetto — di gelosia — non annuvolò la sua fronte — al lasciarla così sola in compagnia dell’av-