Pagina:Garibaldi - Clelia.djvu/99

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la triade 85


siasmo nei militi — più timor nei nemici. Infine, — comunque sia — è una gran fortuna il nascer belli, ed in questa, come in tante altre cose, — non si capisce perchè l’Onnipotente sia stato prodigo con gli uni, avaro con gli altri — si direbbe quasi capriccioso.

Quante mortificazioni un povero diavolo deve soffrire — se ha la disgrazia di essere deforme! — Che smorfie! che sogghigni da ogni parte! — Non beato dal sorriso delle belle — (e meno ancora delle brutte — le quali, o mancano dell’istinto della compassione — o temono, mostrandosi generose, d’essere sospettate richiedere per se stesse il ricambio — affermando la propria deformità) gli si fa sentire la pietà a traversò un’umiliante protezione — e quando non s’aggiunge qualche satira — o beffa di begli spiriti — è una fortuna per il poveretto. —

L’oro solo mitiga alquanto le deformità del corpo.

Intanto con aria di trionfo, e contento di sè — passeggia da dominatore nella folla, colui che — senza merito proprio — ebbe dalla natura forme prestanti e forse bello spirito. —

Sarà calcolo — sarà sorte — sarà capriccio — di chi poteva far meglio?