Pagina:Garibaldi - Clelia.djvu/229

Da Wikisource.

L’antiquario 215


«Il presentimento del pericolo — spesso è peggiore del pericolo stesso: — ed io che veramente era stato colpito da timore al primo segno dell’avvicinarsi di qualcuno — come fui in potere di quel qualcuno — sentendomi condotto per mano come un bambino — il timore si dileguò e camminai francamente dietro la guida.

«Benchè cogli occhi bendati — m’accorsi che un nuovo lume era stato acceso: — dal tocco e dai passi che io udiva accanto a me — conobbi ch’ero guidato da esseri viventi — non da spiriti — ma le mie scoperte rimasero lì, — ed in tal guisa procedetti per vari minuti.

«Finalmente la benda mi fu levata — e allora i miei occhi poterono vedere che ero stato condotto — con mio gran stupore — in un salotto magnificamente illuminato, in mezzo al quale stava una mensa imbandita — ed intorno una ventina di gioviali e festosi commensali.»

Durante il racconto dell’antiquario — un sorriso di compiacenza — velato d’una tal quale mestizia — sfiorava la ruvida guancia di Gasparo. — Quando il primo ebbe finito, il vecchio si levò, avvicinossi — lo prese per la mano — la scosse — e con voce commossa: