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CAPITOLO XLIV.

IL 30 APRILE.

Sull’albeggiare del 30 Aprile 1849, un sergente straniero era condotto prigione alla presenza del comandante il Gianicolo. — Caduto in un’imboscata di romani, durante la notte, — quel soldato, cui i preti avevano dato ad intendere che i difensori di Roma eran tanti assassini, giunto che fu alla presenza del capo s’inginocchiò, e chiese la vita per amore di Dio1.

Il comandante porse la destra al giovine straniero e lo sollevò di terra — lo confortò amorevolmente — quindi — «Buon augurio!» esclamò il guerriero italiano, rivolto ai circostanti. — «Buon augurio! la burbanza — straniera prostrata davanti alla maestà romana, è indizio certo di vittoria!»

E veramente, quell’esercito straniero, che sbarcato a Civitavecchia, se ne era con fraude

  1. Storico.