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298 il governo del monaco


«la spalla destra cagionandomi una semplice graffiatura.

«Il primo che venne a me fu il prete, con la carabina nella sinistra, e la destra armata di pugnale. — Sembrava un energumeno — ma il mio tiro riuscì più efficace dei loro — il malnato, rotolò ai miei piedi, dando un grugnito da cignale. — Ne rovesciai un secondo coll’altro tiro — e i due ultimi — veduta la sorte dei loro compagni — e scorgendomi colla pistola in mano, pronto a scaricarla, se la diedero a gambe.

«La uccisione di un prete e d’un altro assassino, in difesa della mia vita, furon le mie prime colpe. — In un altro paese, facendo valere i miei diritti d’assalito, avrei forse potuto scamparla — perchè sebbene non avessi testimoni, la cosa era così evidente, che difficile non mi sarebbe stato provare la mia innocenza. — Sotto il governo clericale. — trattandosi della morte d’uno de’ suoi, era altra cosa — ed io pensai bene di tenere la campagna. — Allora cominciò la storia del mio così detto brigantaggio

— però, vi giuro, che la morte dei tanti sgherri d’ogni specie da me spacciati fu sempre una necessità per la mia difesa.