Pagina:Garibaldi - Clelia.djvu/313

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imboscata. 299


«Molti — come me maltrattati dal clericume mi seguirono — ed in poco tempo formai una banda formidabile al punto — che il governo papale trattava con me, come si suol dire, con potenza costituita e riconosciuta. — Assassini e ladri di mestiere — meco — non ne volli mai. Gli infelici d’ogni specie eran da noi soccorsi — e se si assaltavano qualche volta le autorità pretine — ciò accadeva per insegnar loro a non commettere infamie ed ingiustizie.

«Cosi vissi per molti anni, sovrano della campagna romana, più di colui che siede al Quirinale — finchè i coccodrilli di quella corte astutissima, vedendo che nulla potevano colla forza, ricorsero agli inganni, e quella buona lana del cardinale A... mio degno parente, che Dio maledica. — contribuì più d’ognuno alla mia cattura, avendo io avuto la debolezza di fidarmi a lui. — Così rimasi per quattordici anni in ferri.

«La giustizia di Dio stenderà finalmente la sua mano su quella setta di malvagi, vero flagello del genere umano.

«Nelle galere pontificie, io seppi di voi — Orazio — della coraggiosa vostra resistenza ai cannibali del Vaticano — e vi assicuro — pregavo Dio, che pria di morire volesse