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346 il governo del monaco.


tano da’ suoi beni — e bersaglio a tutta la rabbia pretina — tanto più accanita — in quanto che giovinetto lo avevano iniziato ai segreti più intimi della Corte di Roma.

Giovane ancora ed avvenente della persona — il principe prevenuto della reputazione meritamente stabilita delle venete bellezze — non mancava di certo prurito, di certo desiderio di voler fare una conquista. — Dobbiamo a giustificazione del giovane principe notare, che quel suo prurito è pure comune anche ai vecchi, il che sia detto senza mancar loro di rispetto. —

Egli trovavasi dunque sul vestibolo del palazzo Zecchin — ammirando le graziose visitatici — che per pura curiosità donnesca — giungevano a vedere il solitario.

In mezzo alla calca dei saloni — era arduo poter contemplare le fisonomie — e massime il portamento della persona — ma da quella parte del vestibolo sulla prima gradinata — ove s’era collocato il romano — l’osservazione riusciva più facile ed abbracciava quelle che entravano e quelle che passavano senza entrare.

Dall’interna folla, sguizza traversando il sottoportico del Cappello una di quelle figure — che basta vedere una volta, — perchè vi