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venezia ed il buccintoro. 367


di Venezia in gala — moveva — al suono della musica — dal palazzo di S. Marco e s’avviava verso l’Adriatico. —

Facevan corteo al Buccintoro — altre molte galere — ed un numero immenso di gondole — tutte parate a festa e portanti la maggior parte della popolazione.

Eri pur bella — in quei giorni fatata regina! — quando i tuoi Dandoli — i tuoi Morosini — seppellivano nel seno di Anfitrite l’anello maritale — e la dichiaravano sposa — propiziandola agli arditi navigatori delle lagune!... Oh! salve! Republica di tredici secoli — vera matrona delle Republiche! — Oh! se alle pompe de’ tuoi sponsali avessi associato un fraterno banchetto — colle altiere tue consorelle italiane — in vece di dilaniarvi come tante belve — lo straniero — all’erta sulle vostre discordie — non vi avrebbe certo calpestate tutte — e ridotte in servaggio! —

Cancellate le cicatrici delle vostre catene — spianate le rughe che la miseria impresse sulla vostra fronte — non dimenticate — ringhiose! — le umiliazioni per cui siete passate — e rammentate — che unite — potrete sempre sfidare ogni prepotenza straniera. —

Il solitario, appoggiato ad un balcone del