Pagina:Garibaldi - Clelia.djvu/43

Da Wikisource.

l'arresto 29


Ma il malandrino per abbreviare l’indagine che lo annojava — tirò per le falde dell’abito il capo-birro, mentre gli passava daccanto — e questo con un piglio vittorioso afferrando il complice per il collo: —

«Oh! Oh! voi renderete conto al Governo di Sua Santità del ricovero dato ai nemici dello Stato — » disse, pavoneggiandosi il galeotto — e aggiunse — «seguirete immediatamente in carcere il colpevole che avete voluto albergare.»

Manlio poco avvezzo al contatto di quella canaglia era rimasto sbalordito — ma alle minaccie del furfante sentì il sangue ribollirgli nelle vene e lo sguardo gli corse tosto ai ferri che adornavano lo studio. — Eran scalpelli — martelli, mazze — e Manlio stava lì lì per impugnare un piè di porco massiccio e fracassare con quello il cranio dell’insolente — quando apparve — scendendo dalle scale — Clelia preceduta dalla madre.

La vista di quelle care creature fiaccò lo sdegno dell’artista. — Esse avevano — dal balcone — vista entrare quella insolita visita — e non vedendola partire ed avendo sentito qualche cosa d’imperioso nella voce del birro — tementi e curiose discesero nello studio.

Era il crepuscolo della sera — e siccome nel