Pagina:Garibaldi - Clelia.djvu/474

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460 il governo del monaco.


ricata del portone — e lo invase — mentre ben pochi eran rimasti i difensori. —

Attilio e Muzio — se. più amanti della propria salvezza, dati si fossero alla fuga — forse avrebbero potuto salvare la vita — ma!... erano troppo disdegnosi quei due veri romani — e non fuggirono! ed arrestarono per un pezzo — combattendo disperatamente a corpo a corpo — l’irrompente ciurmaglia. —

Dei nemici ne furono molti abbattuti, e un mucchio di morenti e di cadaveri — attestava l’eroismo della disperata difesa. — Però gli eroi, come i codardi hanno una vita sola! e troppi eran gli assalitori — onde alla fine l’V uno accanto all’altro — esalarono l’ultimo sospiro — anche i due valorosi campioni della libertà Romana! —

Dentato — il canuto operaio — che aveva assistito a quest’ultima pugna — vedendo ogni speranza svanita — pratico come era del sito — col favore delle tenebre — guadagnò il lavatojo — poi il sotterraneo — e chiuse su quella scena di sangue la porta di dentro — e la sbarrò come poteva meglio. —

Gli assassini stipendiati dal prete — altro incentivo non avendo che la depredazione e la strage — innondarono colla speranza di bottino — ogni parte del lanifìcio — che più