Pagina:Garibaldi - Clelia.djvu/94

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80 il governo del monaco


io le ne sono grata. — Una volta io veniva qui più spesso per copiare i capi d’opera di cui va adorno questo palazzo — ma già da alcun tempo ho terminate le mie copie — ed oggimai qui non saprei quello che dovrei venirci a fare.»

«Non ci sapreste più che fare?! oh! questa poi è una dichiarazione poco galante da parte vostra, signora Giulia! qui come ovunque voi avrete un culto — bellissima fanciulla. » Biascicando queste e simili frasi melate — Don Procopio cercava di avvicinare frattanto la sua poltrona a quella di lei — ma ella ritirava la propria d’altrettanto — dimodochè le due poltrone avevano l’aria di onde agitate che si perseguono sempre, e non si raggiungono mai.

Stanco di perseguitare la giovine straniera — a corso di poltrona — il prelato si alzò e risolutamente mosse verso di lei. — «Ma sedete; od io parto!» — esclamò Giulia — alzandosi e mettendo la poltrona tra lei e l’indecente Cardinale — mentre gli figgeva due occhi in volto che lo atterrarono.

— Il prete si lasciava andare sulla seggiola come colpito dal fulmine — e Giulia sedutasi pure cominciò:

«La mia visita non è senza grave motivo