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scendano un istante costoro nella loro coscienza, e mi dicano se normale sia il presente stato d’Italia.

A che impoverire la maggior parte della Nazione per mantener la parte minore nell’agiatezza e nelle lussurie?

E non è forse questo stato anormale, che mantiene la rivoluzione in uno stato latente, ma inevitabile?

Le lezioni dell’Impero Napoleonico a nulla han servito dunque! Poiché si vedono i governanti, alunni di quello, marciare come prima alacremente verso l’abisso seguendo il sentiero tracciato dall’uomo che rovinò la Francia.

Io non capisco come si chiamino conservatori gli uomini che appartengono a tale sistema.

Cosa diavolo conservano? il marciume, ma questo — entrando nell’appannaggio dei vermi — porta già l’impronta d’uno schifoso passato.

Cotesti conservatori siedono perennemente sul cumulo di un vulcano, i di cui crateri tempestano sotto i loro piedi, e finiranno, riunendosi in uno solo, coll’esplodere la montagna ed inghiottirli nelle latebre della terra.

Io ho la coscienza di non appartenere a setta nè a partiti — vorrei vedere il mio paese prospero e rispettato — vorrei vedere gli uomini del capitale conformarsi ai progressi dei tempi presenti — e persuadersi che le masse d’oggi non devonsi guidare cogli espedienti del passato.

In tutti i tempi, quasi, i popoli si son gover-