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prefazione | ix |
nati coll’ignoranza e la violenza — cioè coi preti e coi soldati.
«Porque tal es mi voluntad — yo il Reyl» era la firma del re di Spagna.
«L’Etat c’est moi» diceva Luigi XIV.
La Spagna e la Francia provano oggi che quei tempi son passati — e se si pensa alle convulsioni cagionate dalla cecità ed ostinatezza di quei signori — credo i conservatori moderni, che somigliano certamente agli antichi — si persuaderanno di conservar nulla alla fine — e le nazioni pure procureranno di non ritentar le prove spaventose.
Perchè dunque non evitar il pericolo?
Sarebbe cosa facile: i tanti che mangiano per cinquanta, contentarsi di mangiare per venticinque.
Per persuadersi che i tempi sono cambiati, date un colpo d’occhio all’Austria. Chi non preferisce oggi la condizione d’un onesto contadino a quella ormai ridicola di cotesto imperatore e re?
Non vi par di vedere un cacciatore, cui una caduta ha mandato la gabbia in pezzi, faticantesi a correr dietro agli uccelli fuggiti e ben contenti di seguir ognuno la loro via liberissima nello spazio?
Poveri imperatori! Ed è strano vederne dei nuovi che — per la sventura umana — si aggraffano a troni putridi e maledetti.
Il lavoro presente avrà certo l’impronta della