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CAPITOLO LV.

LA SIMPATIA.

Non amore,
     Ma certo parente
     Dell’amore sei tu, simpatia.
      (Autore qualunque).


Chi è quel tale dal volto sereno e dalla fìsonomia attraente? Non lo conosco!.... Ma i miei cani non abbaiano scorgendolo, ed i miei bimbi — così ombrosi alla vista d’uno straniero — non solo non lo fuggono, ma lo lasciano avvicinare, ridenti, come se da molto lo conoscessero, e ne accettano graziosamente le carezze; si siede e si gettano tra le sue ginocchia, come se di consuetudine! Io stesso, non so perchè, sono da lui attratto, e fissandolo cesso d’esser burbero, perdo la naturale mia malinconia, e ne risento piacere: quasi, se non temessi d’esserne ripulso, lo abbraccerei!

Che volete: è simpatia! Non so se l’occhio del perverso possa suscitarla coll’arte di fingere! In quel caso io sarei preso nella rete dell’inganno,