Pagina:Garibaldi - I Mille.djvu/373

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capitolo lvii 349


grande di assalitori, sarebbe pericolosissimo il ritirarsi davanti a loro di giorno; chè la ritirata volgerebbesi certamente in sconfitta, senza contare il gran numero di perdite che ne risulterebbe. E tale fu il caso di codesto eroico avanzo della gioventù romana.

In un momento di tregua, concesso per motivo dell’imminenti tenebre della notte, Nullo, riunito a Muzio ed a P... leggermente feriti, disse loro: «Noi dobbiamo operare una marcia degna dei Mille e dell’Italia. Gli ottanta uomini circa che ci restano illesi, noi dobbiamo ordinarli in quattro sezioni ed in colonna serrata, assaltare il nemico di fronte e proseguire per lo stradale, con marcia tanto celere quanto sarà possibile, sino a raggiungere Tora ove, senza dubbio, noi troveremo il nostro prode Chiassi con un battaglione dei nostri. — I feriti!» — e qui un mortale sudore inondò il volto del guerriero ed un freddo brivido gli corse per tutto il corpo. — «I feriti, coloro che possono marciare, seguiranno la colonna, ognuno dei nostri cavalli porterà due dei feriti nelle gambe; i mortalmente feriti!...» Qui Nullo non potè proseguire le istruzioni.

Meglio distruggerli sarebbe stato! essi sarebbero morti lo stesso, ma senza insulti, senza raffinatezza di tormenti, senza essere torturati dalle iene fanatiche assetate del loro sangue.

Bello è l’uomo che si sacra alla morte per una causa santa! E fattone il proponimento, egli la