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affronta con rassegnazione, colla tranquilla ilarità d’uno sposo!1

Che Dio (l’Infinito) benedica gl’italiani che nell’anima generosa nutriranno il sacro proposito di non lasciare mai più la loro bella patria ludibrio di soldato straniero!

Nullo aveva alla sua destra Lina che portava in anca Marzia gravemente ferita in una spalla. — Egli portava Virginia ferita nel petto; Muzio e P... avevano ciascuno un ferito. P..., che non volle abbandonare il posto d’onore dell’avanguardia, aveva con sè il suo tromba con il braccio destro rotto da una palla ed impugnando l’istrumento colla sinistra. Al momento di principiare la marcia, un’ultima disperata carica dei borbonici obbligò la piccola colonna dei liberi a fermarsi. Ma trovati in ordinanza ed eseguendo l’ordine di non scaricar le armi che a bruciapelo, le due fila di fuori — i nobili figli della libertà italiana — cacciarono i soldati del prete come polve, e ciò permise loro d’imprendere subito dopo la marcia meno molestati.

Un incidente, favorevole ai nostri, successe pure nell’ultima carica del nemico. Il gesuita, disperato, furibondo di vedere fuggire le prede, tanto fece da persuadere i capi del suo esercito

  1. Nell’ultima guerra nord-americana un milite a cui dovevano amputare una coscia, chiese un violino e si mise a suonare mentre l’amputavano. - Il maggiore Brida al combattimento di Melazzo, ferito al collo, cadeva gridando: «Viva l’Italia!»