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capitolo lxii 385


ossa biancheggiano insepolte sulle falde dei monti e nelle pianure della Campania?

Il 1° ottobre, verso le cinque della sera, si telegrafava a Napoli: «Vittoria su tutta la linea» ed a quell’ora l’esercito borbonico ritiravasi precipitosamente dentro Capua, e parte gettavasi a traversare il Volturno.

Tutti i nostri dell’esercito meridionale avevano fatto il loro dovere, con quel valore che distingueva i capi ed i militi a cui avevo l’onore di comandare. Bixio alla destra, — Medici, Avezzana e Simonetta al centro, — Mielbitz, Türr ed Eber alla sinistra, — e Sacchi tra il centro e la destra; Sirtori, capo di stato maggiore, aveva inviato la riserva a tempo. E se si aveva combattuto con valore ed accanimento, lo accertava il gran numero di cadaveri, che copriva le pianure Capuane, e le falde del Tifate, nonchè il gran numero di feriti.

In seguito alla carica delle riserve — narrata antecedentemente — le comunicazioni di S. Maria e S. Angelo erano state sgombrate dal nemico, ed io potei salire il monte per capacitarmi dell’esito finale della battaglia.

Già dissi prima, essere il monte S. Angelo dominatore delle due sponde del Volturno, e dell’intero piano di Capua, vantaggio immenso che noi avemmo in quella giornata sui nemici, e che non cesserò di raccomandare ai miei giovani concittadini che sono destinati alla milizia.

Quando si può, tenersi vicino al campo di bat-