Pagina:Garibaldi - I Mille.djvu/420

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Italia aveva conquistato il suo capo nel nido di vipere che avvelenavano Roma da tanti secoli; era caduto il fulmine, e vi aveva incenerito persino gli acciai degli strumenti di tortura e di roghi. Vi era un governo di tutti e per tutti, non so se lo chiamassero Repubblicano, ma so che il tempio di Temi — della vera — funzionava egualmente per tutti.

Comunque, non era un governo bordello, come quello d’una repubblica vicina nostra. Ognuno, indisturbato, andava per i fatti suoi; soltanto, siccome il putridume e la depravazione di costumi erano menomati sì, ma non scomparsi, essendo recente ancora la caduta dei tiranni, abbisognava una mano forte e volontà ferma per ripulire a dovere la società, ed un savio ed energico uomo era stato eletto dalla maggioranza del popolo con votazione diretta, per aver il fastidio di reggere la cosa pubblica temporariamente.

Egli non aveva leggi scritte: un mazzo di zol-


     Resta l’intelligenza infinita.
     È essa parte integrante della materia? Emanazione della materia?
     La soluzione di tal problema è superiore alla mia capacità, e sinchè non si risolva matematicamente, io mi attengo ad un’idea che nobilita il mio povero essere, cioè: all’Intelligenza Infinita, di cui può far parte l’infinitesimale intelligenza mia, siano esse emanazione della materia o no.
     Di più, devo confessare, che non capisco come sian la stessa cosa: l’incudine, il ferro che batte il fabbro, e la sua idea di farne una marra. Non capisco come sian la stessa cosa: il pianeta, l’orbita elittica, in cui rota e traslata, la legge che ha circoscritto il suo moto in quell’orbita, e la mente di Kepler che scopriva questa legge....... Accenno!
     Il cadavere conserva ancora la materia. Ma ove? L’intelligenza dorme o si è divisa?.....