Pagina:Garibaldi - I Mille.djvu/63

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capitolo ix 39


comune intelligenza in tutte le classi — ha forse troppi di questi nobili plebei ambiziosi di migliorare od innalzare la propria condizione: ciocché, senza dubbio, è causa d’aver essa in proporzione un’esorbitanza di cittadini repugnanti alle manuali occupazioni.

Per esempio, ho veduto in America dei giovani Italiani letterati, ridotti a non trovar impiego e quindi alla miseria; mentre i nostri operai, contadini, carpentieri, ecc., appena giunti eran cercatissimi, impiegati subito con splendidi salari, e vivevano perciò una vita agiatissima.

Nella propensione nostra quindi di salire nella scala umana, v’è bene e male — dipendendo dalla fortuna, accertare o no, l’uno o l’altro. — Comunque io consiglierò sempre a’ miei concittadini d’imparare un’arte manuale qualunque — ove troveranno sempre più robustezza che nelle occupazioni di scrivanie — e più sicurezza di guadagnar la vita in ogni parte del mondo — sopratutto poi, non dimenticar la massima di spender nove quando si possiede dieci.

Nell’anima dei due però, che si lanciavano a morte quasi sicura, v’era la devozione eroica dei Leonida e dei Muzio Scevola. — Rosolino Pilo e Corrao ponno giustamente chiamarsi i precursori dei Mille; e noi li trovammo in Sicilia dopo di una traversata portentosa, facendo propaganda emancipatrice, e solleticando i coraggiosi figli dell’Etna a sollevarsi colla promessa di pronti soccorsi dal continente.