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capitolo trentesimoprimo. 103

Vari legni mercantili provenienti da Corrientes e dal Paraguay eransi posti sotto la protezione della batteria nemica; essi caddero in nostro potere con poca fatica. Tali acquisti ci provvedevano di vettovaglie e di mezzi d’ogni genere.


Capitolo XXXI.

Combattimento di due giorni con Brown.


Noi procedevamo quindi nell’arduo nostro viaggio nel fiume. Il nemico svogliossi di mettere ostacoli, e giungemmo dopo alcuni arenamenti, massime della Costitizione, sino a Cavallo-Guatià (Cavallo Bianco), ove si congiunse la flottiglia correntina, composta di due lancioni ed una balandra armati in guerra. Essa ci traeva alcuni viveri freschi, e la nostra condizione era perciò alquanto migliorata. Avevamo buoni e fidati pratici, ed un rinforzo, benché piccolo, assai giovevole, massime sul morale della gente.

Pervenuti così fino alla costa Brava, fummo obbligati di fermarci, per motivo della mancanza di profondità nel fiume, la cui differenza col pescante della Costituzione era di quattro palmi, e tale inconveniente principiò ad insospettirmi alquanto sull’esito della spedizione.

Io non potevo ignorare che il nemico avrebbe tentato il possibile per inutilizzare l’ardito e temerario tentativo, perchè giunti noi a Corrientes, immenso sarebbe stato il pregiudizio recato al nemico col dominio di un fiume come l’alto Paranà, in una posizione intermedia tra le provincie dell’interno della Repubblica Argentina, e il Paraguay. Sarebbe stato pure un foco da corsari da infestare e distruggere molta parte del commercio nemico.

A tal uopo nulla si trascurò per la perdizione nostra, ed in ciò non poco contribuì la scarsezza d’acqua nel fiume, che a detta dei pratici non s’era veduta