Pagina:Garibaldi e Medici.djvu/37

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suoi 150 uomini, in attesa di nuove istruzioni, e rinforzi. Mazzini stava mallevadore che, all’apparire del tricolore vessillo, tutti i montanari del Luinese sarebbero insorti e corsi ad ingrossare le file del minuscolo corpo di spedizione. Ma dopo sei giorni di sosta, il numero degli arruolati era asceso a tre uomini, e anche questi non eran punto Luinesi, bensì giovani accorsi da lungi all’annunzio del nuovo tentativo di riscossa.

Nel pomeriggio del giorno 5 novembre, giunse notizia che a Valdimiro era apparso un drappello austriaco. Daverio ordinò che si movesse ad incontrarlo. Parte della colonna restò di guardia ai ponti di Valdimiro e di Germignaga, mentre un centinajo d’uomini s’avviava incontro agli Austriaci. Non andò guari che li incontrarono. Ma il preavvisato drappello era invece una Brigata: cavalleria; artiglieria, fanteria di linea, e cacciatori. Di fronte a quella imponente forza i cento retrocedettero peggio che in fretta. Passarono il ponte di Germignaga traendo con loro il manipolo che vi stava a guardia e via tutti verso Luino. All’ingresso del borgo Daverio si fece incontro ai ripieganti rimproverandoli aspramente e gridando: che, se nessuno gli teneva compagnia egli sarebbe andato solo ad affrontare gli Austriaci; e a concitato passo si diresse su Germignaga. A quella vista 30 uomini (fra i quali mi è caro ricordare l’attuale deputato avv. Bizzozero), retrocedettero con lui e giunsero al ponte di Germignaga, mentre apparivano sulla Provinciale Varese-Luino le teste di colonne nemiche. Sull’imbrunire si impegnò un vivo fuoco che durò oltre un’ora; poi la superiorità del numero dei nemici persuase l’esiguo drappello dei prodi Volontari a battere in ritirata. Raggiunto Luino, attraversarono il lago, mettendosi in salvo sulla sponda Sarda.

Contemporaneamente il patriota Dolzino era disceso, con una cinquantina d’uomini, alla riva settentrionale del lago di Como fra Menaggio e Gera. Disarmando sul proprio passaggio i corpi di Gendarmeria e di Finanza, si portava a Chiavenna e vi proclamava la Repubblica. Occupati quindi i versanti della montagna sulle due rive del lago di Mezzola fra Gera e Verceja, coll’aiuto d’altri bravi montanari batteva le forze nemiche acquartierate a Colico.

Ma riunitesi poi intorno a Colico dieci compagnie di Au-