Pagina:Garinei - Sulla necessità di abolire il volo dell'asino.djvu/24

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E già il momento è vicino.

Presto ne verrà fuora il gran generale Garibaldi Eroe d’Italia dalla sua isoletta; Suonerà la tromba di guerra; Accorreranno da tutte le parti animosi soldati; si scaccierà lo straniero che uno solo non resti in Italia dall’Alpi all’Adriatico come tuonò il Gran Napoleone III condegno nipote di Napoleone I dal gran palazzo delle Tuillierie.

Ora è tempo dopo le cose discorse di venire ad una conclusione nel nostro argomento.

Il volo dell’Asino è impolitico, inquantochè mantiene un odio, una rivalità tra popolo Empolese e popolo di Samminiato. Rammenta le antiche gare fatali all’Italia, le pericolose municipalità. Siam tutti Italiani, e nulla deve restare d’infausta memoria tra noi. Tutto deve esser pace e concordia tra noi, tra provincia e provincia, tra città e città, tra popolo e popolo.

Onde è, che qualmente fu saggio il popolo Empolese di riportare alla città di Samminiato nel 1848 in segno di pace, di fratellanza e cittadina concordia il memorabil chiavistello che appeso era al palazzo Pretorio, come il popolo Fiorentino maestro di civiltà Italiana rimandò nell’istesso anno 1848 ai Pisani le catene che erano appese alle due colonne nel Tempio di S. Giovanni, e come una generosa Commissione Genovese riportò con solenne pompa all’istessi Pisani nell’anno di fortunata rigenerazione Italiana 1859, le catene del porto Pisano, sia oggi l’istesso Popolo Empolese sapiente a dare il suo voto per l’abolizione del volo dell’Asino, perchè oltre ad essere questo divertimento popolare in se stesso una ridicolezza non degna di noi, ed abbia le leggi stesse della natura contrarie, attacca la nostra politica Italiana, perchè sta a rammentare epoche men che fauste all’Italia.

Che se taluno di poco cervello ne domandasse co-