Pagina:Garrone-Ragazzoni - Edgar Allan Pöe, Roux Frassati, Torino, 1896.pdf/150

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ghezza — di quell’elemento artistico così importante che è l’armonia o l’unità dell’effetto.

È pertanto evidente che nella dimensione v’è un limite preciso per tutte le opere letterarie, e questo limite è che la loro lettura possa essere compiuta in una sola seduta.

Quantunque certi generi di composizione in prosa — ad esempio il Robinson Crusoë — non reclamino il limite dell’unità di lettura, non ci sarà tuttavia mai vantaggio a sorpassarlo in un poema.

Ma, pur restando nel limite, la lunghezza di un poema deve trovarsi in rapporto matematico colla importanza del soggetto, vale a dire, coll’elevazione o coll’eccitazione cui esso trascina; ed in altri termini, colla quantità del giusto effetto poetico di cui può colpire uno spirito.

A questa regola non v’è che una sola condizione restrittiva, ed è che una certa quantità di durata è assolutamente indispensabile per la produzione di un effetto qualunque.

Fissate queste considerazioni così che questo grado di eccitamento non avesse a riuscire troppo superiore al gusto popolare, e non troppo al disotto delle esigenze della critica, concepii subito l’idea della lunghezza conveniente alla mia opera, una lunghezza di cento versi circa. In realtà, non ve ne sono che cent’otto.

Il mio pensiero si fermò poi a studiare ed a riflettere sulla scelta della impressione da produrre, e qui credo opportuno di osservare che a traverso di questo lavoro di costruzione, avevo sempre avanti