Pagina:Garrone-Ragazzoni - Edgar Allan Pöe, Roux Frassati, Torino, 1896.pdf/160

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dev’essere confuso con quello che può essere trattato dalla semplice unità di luogo.

Risolvetti dunque di mettere l’amante nella sua camera, in una camera santificata per lui dai ricordi di quella che vi aveva vissuto.

La camera è addobbata riccamente, e ciò in vista di soddisfare alle idee già ricordate intorno alla bellezza, come il solo e vero tema della poesia.

Determinato il luogo, mi occorreva introdurvi il corvo, e l’idea della finestra era inevitabile.

Che l’amante supponga, prima, che il battito delle ali contro la persiana sia invece un colpo battuto alla porta, è un’idea che mi è nata nel desiderio di accrescere, coll’attesa, la curiosità del lettore, e per porre così l’episodio incidentale della porta spalancata dall’amante, che non vede che tenebre, e che in quel momento può ammettere l’idea fantastica che sia lo spirito della sua innamorata, quello che è venuto a bussare alla sua porta.

Ho fatta la notte tempestosa, in primo luogo, per spiegare questo corvo cercante un rifugio, poi per creare l’effetto di contrasto colla tranquillità materiale della camera.

Parimenti ho fatto appollaiare la bestia sul busto di Minerva, per creare il contrasto tra il marmo e le penne.

Si capisce che l’idea del busto mi venne suggerita unicamente dall’idea del corvo. Il busto di Minerva (Pallas) venne scelto pel suo intimo rapporto coll’erudizione dell’amante, ed anche per la sonorità della parola Pallas.