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Enche io per me stesso, et il Reverendo Ufficio dell'Inquisitione, insieme con gli altri deputati di Venetia in materia di stampe, habbiamo cercato, che quest'opra venga fuora con quella sincerità, che s'aspettaa alla persona dell'Autore; con tutto ciò, essendo possibile, che ogni diligenza humana sia in qualche parte diffettuosa, con questo preambulo a i Lettori, dichiara il presente Autore di tener quel tanto che tiene, et afferma la sacrosanta Chiesa Romana Catholica, et Apostolica, dalla cui dottrina et osservatione non intende in cosa alcuna per minima che si sia di separarsi; come anco all'aperta dimostra nel Discorso de gli Heretici, et de gli Inquisitori. Per tanto, se in quest'opera fusse cosa per trasenragine lasciata; che alterasse, overo offendesse in qualche modo l'orecchie de pij, et Catolici Christiani, prega l'Autore ciascuno, che s'appaghi della sua buona intentione, non essendo in poter nostro d'esser in ogni minima parola oculati perfettamente, come si conviene; et, se particolarmente nel nominar qualche autore di fede, ò di costumi profano, in cosi gran Catalogo d'auttori diversi, havesse mancato di darli questli epitethi d'infami, et scelerati, come da qualche volta all'infame Aretino, al sacrilego Agrippa, al scelerato Munstero, et ad alcuni altri tali, con questa presente corregge dove per sorte habbi mancato, dichiarando l'opere, et i nomi di cotali monstri doversi con ogni epitetho bestiale, et abbhominevole prononociare, non essendo degni di comparire in Stampa, se non in forma di bestie, et animalacci come sono. Se anco nelle cose de' costumi vi fusse qualche paroletta più ardita, ò più indulgente di quel, che à Christiano, et Religioso s'appartiene (benché il tutto sia stato con diligenza revisito) prega ciascuno à non pigliarne scandalo, perché li rincresce sin nel cuore di non poter captivare il genio di tutti i buoni, cosi nelle parole, come né concetti dell'opra sua. Valete.