Pagina:Garzoni - La Piazza Universale - 1593.djvu/20

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per sviscerato del vostro nome; ma mille volte più rimarrei sodisfatto, se voi dal vivo affetto Christiano rapito, facesti quella santa uniona alla fè nostra, che merita la Redentione di quel Signore, che spiccato dalle viscere Hebree, per voi sue viscere particolari svisceratamente morse. Deh che vi giova, Caro M. Abramo, l'esser voi nobile, per quanto comporta la misera conditione della vostra gente: nato di patria Illustre, si come è la Città di Mantoa progenitrice d'huomini segnalati al mondo; disciplinato per la nativa cura de' parenti al par d'ogn'altro soggetto politico, et civile; commodo quanto a i beni di fortuna, che parte dal padre lasciati, e parte dalle vostre virtù felicemente guadagnato havete, ricco d'ingegno, copioso di giudicio, abondante di prudenza, nobilitato di costumi, adorno di gentilissime maniere, amato più dà Christiani, che non merita l'odioso nome della vostra natione, se con tutto questo fra si dispersa gente, l'anima vostra errante, et vagabonda, smarrita la via della salute, come in cieco laberinto aggirandosi, è per restare in perpetue tenebre eternamente sepolta? Voi fate espresso torto à quella ciera honorata c'havete, la qual non ha similitudine alcuna d'Hebreo, à rifiutar la nobilissima legge de' Christiani, e voler più presto tra vilissimi vassalli perseverare indegno servitore, che tra Signori, et Cavalieri Christiani apparere un Prencipe, come saresti fra noi tenuto, et ricevuto. Ma, se pur tanto vi piace lo stato humile, et basso, che dispregiate la grandezza, et pompa signorile della Christiana corte, et godiate del nome di servitore, et garzone, io v'offerisco un presagio dinanzi, che, amando questo nome, io spero che la divina gratia debba operare un giorno, che voi lo possediate convenevolmente, trovandovi regenerato in Christo Signor nostro, per opera del Garzoni. Ma, quando sia quel giorno, che la Chiesa nostra trionfi di questo suo terribile avversario, et che i sacrosanti altari Christiani sparsi di gigli, et amaranti, ridano di dolcezza, vedendo offerto il superbo [Alludesi alla disciplina, che per opra del padre imparò da giovenetto.]Leone qual vittima mansueta al pio pavacro di Christo? Non vi giovarà (credete a me M. Abramo Carissimo) l'haver di giovenetto imparato perfettamente l'arte dello schermire, et sotto diligenti maestri appreso i punti da ripararvi, et offender (come più volte honoratamente vi è successo) gl'inimici vostri, che contra la croce di quel grande Hebreo, che morendo divise il velo del tempio, sprezzò le pietre, aperse i sepolchri, ecclisso i lumi del cielo, ottenbero la luce, e illuminò la notte, non potete havere commodo riparo ne schermo, che al fin bisognarà, che tutto placido, et benigno, deposta la ferocia di quel crudo sangue Hebraico, v'appresentiate ai piedi suoi, chiedendo pace, dimandando venia, et supplichevolmente dicendo: Miserere mei Domine fili David. Habbiamo visto altri Leoni ferocissimi, che ruggivano per la foresta, altre Tigri, et Panthere piene d'insolita fierezza, finalmente domarsi, et venir con piacevol lingua