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universale | 39 |
quia nõ cõstat eos esse prudẽtes dalla cui auttorità si cava quãto scioccamẽte siã governate quelle Repubbliche, nelle quali i principali regimẽti son dati à gioveni, e la vecchiaia depressa, e miseramente sbattuta. Essempio né tempi nostri infelici preso da molti, che solamente curando curando di mantenersi in stato, inalzano a primi ufficij la gioventù compagna delle lor voglie, se ben di giudicio vacua, di cosciẽza povera, di senno destituta, e in tutti i vitij nõ meno infelicementem che vituperosamẽte immersa. Cosa infame, e dishonorata, e degna d'eterno biasimo appresso à buoni. Ma sopra tutto la giustitia, e l'equità cõviene mirabilmẽte a un Signore, et è proprio ufficio d'un Signore il far giudicio, et giustitia. Però di Salomone è scritto nel terzo de i Rè. Constituite Regè ut faceres iudicium, et iustitiã, Perché come dice [Macrobio.]Macrobio nel primo libro De Somnio Scipionis sine iustitia nõ solũ Republica, nec exiguus hominũ caetus, nec quidem parva domus constabit. [S. Cipriano.]Cipriano nel libro delle dodici abusioni, lodando la giustitia de' Signori disse. Iustitia Regis est pax populorũ, tutamẽ patria,e immunitas plebis, nutrimẽntữ gentis gaudium hominữ. Scrive [Helimando.]Helimando né gesti de' Romani, che Traiano Imperatore fu tanto giusto, che ucciso un figliuolo d'una certa vedoa da un figliuol suo per un strano caso d'un suo cavallo sfrenato, e scapestrato, per cỡsolar la madre dolẽte, e rãmaricato, li cỡcesse il proprio figliuolo insieme con l'heredità del regno: per la qual cosa nel senato fu esclamato in sua lode. Nõ alter faelicior Augusto, nec melior Traiano. [Lãpridio Severogiusto] Lampridio scrive che Alessandro Severo fu tãto giusto, che mai sacrò cõstitutione alcuna senza il cõsiglio di vinti Iurisperiti huomini dottissimi, e sapiẽtissimi. Nỡ senza ragione diceva [Homero.]Homero, i Prẽcipi essere discepoli del sommo Giove, dovẽdo da esso imparar la giustitia né governi de' suoi regni. L'Imperator [Giustiniano.]Giustiniano disse a questo proposito nel principio delle sue institutioni, che, Imperatoriã maiestatẽ nỡ solữ armis decoratã, sed etiã legibus oportet esse armatam, ut utrữque tẽpus et bellorữ, et pacis, respectẽ possit gubernati. Quindi i dotti scrittori l'hanno cotãto celebrato, solo per eccitare i Signori a' cari abbracciamẽti d'essa. [M.Tullio.]M.Tullio nel terzo de' suoi ufficij disse queste parole. Qui verã gloriã adipisci vult, iustitiae fundatur officij. [Platone.]Platone nella sua Republica la chiamò un sommo bene dato dal cielo a gli huomini per l'utile, e giovamẽto loro. [Aristotile.]Aristotile nel quinto dell'Ethica, disse nella giustitia contenersi tutte le virtù, secondo il detto del Poeta. Iustitia in sese virtutes continet omnes. [Atheneo.]Atheneo, nelle cene de' suoi sapienti, la chiamò occhio d'oro. [Alberto Lollio.] Alberto Lollio, nell'oratione per messere Bartholomeo Ferrino la chiamò madre, origine, fonte, regola, e Reina di tutte l'altre virtù. Il Reverendissimo Monsignor Fiama Predicator famoso dell'età nostra, e Poeta segnalato ancora, la descrisse così, dicendo in una sua oda.
Questa de la natura.