Pagina:Garzoni - La Piazza Universale - 1593.djvu/9

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Cieco d'Adria a lei tanto divoto, quanto à me caro, gia fece favellare i suoi pastori nella vaga Comedia di Calisto, succedono le Piazze e i Fiori amplissimi di più grave diletto, et oiacer ripieni; godete di veder tutti gli atti del mondo in un volger d'occhi solo; mirate qua dentro tutti i stati, et conditioni di persone, contemplate qui la natura et qualità di ciascuno, e in questa scena, et apparrato ricchissimo di tante cose, intendete con poca fatica il bene, e il male, che posson fate tutti i professori del mondo, perché al governo da Prencipe, c'ha da provedere a tanti popoli in tante cose, non sarà forsi alcun libro più giovevole di questo, il qual con tanto affetto sotto il suo nome altissimo ha da passr in stampa nelle mani di questo et di quell'altro. Mentre che Vostra Altezza scorgerà nell'opra mia tutti i seminarij di vera affettione verso di lei et potrà dilettarsi di veder nell'altrui petto un simulacro vero di se stessa, havrò quel gusto, et quel contento ancor'io, che riceve un servitore quando sa che il suo signore habbia occasione d'amarlo, et participarli à luogo e tempo i desiderabili favori della gratia sua. Ne men lieto sarò da quest'altra banda, che il mio signor conosca, et veda d'haver un servitore fatto a guisa del motto incessabil delle sfere, essendo in me stesso un'eterno disiderio di servirlo, benche io conosca la mia minima servitù non meritar si altro padrone, qual con insolita audacia al presente m'ho eletto, et constituito. Havrò fra gli altri miei contenti questo ancora, che il mondo havrà qualche materia di conoscere, che, secondo il Precetto Platonico, io sia vissuto totalmente, che habbi lasciato a posteri almeno qualche inditio d'esser vissuto, perché, postomi in capo di compor