Pagina:Gazzani - Frate Guidotto da Bologna.djvu/74

Da Wikisource.

69


Chi vuole il vero sentire di ciascuna cosa non dee la faccia di fuori guardare, ma considerare la midolla dentro, acciocché per falso giudicio non s’inganni.

Gravi pericoli inducono li tempi e subiti mali incorrono a colui che li aspetta come non dovessero venire, e perciò si deve con savio consiglio e sottile intelletto disporre le cose che s’intendono di fare.

Proemi di temperansa1.

Colui il quale si lascia vincere ai desideri della carne, perde gli occhi de la ragione; confonde il corpo e uccide l’anima, perciò è da sapere raffrenare e restringere i movimenti carnali.

Naturale cosa è che gli uomini ricevano ingiuria e danno, per le quali cose l’animo si conturba ma conviensi costringere li movimenti dell’ira e ’l furore dell’anima, e massimamente se l’offenditore torna a mercede2.

È simile l’uomo che alla volontà si lascia vincere a colui che cavalca senza freno e a quel che nel tempestoso mare navica senza timone.

Così addiviene di colui che vuol essere troppo giusto troppo casto come del cavaliere che oltra la sua forza per ardimento di cuore impiglia sopra

  1. In Questi proemi si trovano mescolati alcuni che parrebbe piuttosto doversi classificare con quelli di prudenza o di fortezza d’animo, anche ve ne sono alcuni trasposti od ommessi da alcuni codici. Noi tuttavia seguiamo l’ordine dei codici più autorevoli, sebbene sarebbe da metterli in ordine, come forse il Giamboni ordinò il testo.
  2. Mercè.