Questa pagina è ancora da trascrivere o è incompleta. |
- 133 - |
GAZZETTA MUSICALE | ||
N. 30 |
DOMENICA |
DI MILANO |
J. J. Rousseau.
POLEMICA.
Intorno ngli orticoli «lei eìg. Geremia
Vitali #«//<’ Presenti Votttlixànni
ttelln musica in Mtatia, inseriti
ai V. SO, e 99 della Gazzetta Musicale
di Milano.
«ISPOSTA»1 C. MjEIXIYI.
o non vorrò qui entrare in molte
’% parole intorno a questi articoli
(Sf* dell’egregio sig. Geremia Vitali’,
(Stesolo mi accontenterò di fare alcune
osservazioni rispetto a
quanto egli viene allegando nel mostrarsi dissenziente
dalle mie opinioni manifestate in
un articolo inserito al ÌY. 5 della suddetta
Gazzetta Musicale. E di questa mia moderazione
intendo clic me ne debbano saper
grado insieme col sig. Vitali tutti quei
benigni lettori die si fossero lasciati convincere
da’suoi ragionamenti; poiché non
è mio intendimento di turbare il riposo
della loro convinzione innocente.
Dopo avermi il sig. Vitali, per sua cortesia,
prodigalo certe laudi che io so di non
meritare, egli prende a confutare la seguente
proposizione di quel mio articolo: cioè che la musica drammatica
abbia spiegato ai nostri dì. tutta la inspirazione.
che può infonderle il genio e tutta
la perfezione che può ricevere dalf arte, e
che ingiusto sia il dolersi che oggi vi sia
penuria di buoni compositori e di Opere
eccellen ti, stimando anzi io che ce. ne sia dovizia.
Questo io intendo d’aver dimostrato
in quel mio articolo recando in mezzo i
prodigiosi avanzamenti dell’arte melodrammatica
seguili da un secolo in qua; la melodia
nobilitala con contorni più spaziosi
e rilevanti, l’armonia arricchita di nuovi
ingegnosi trovati di combinazion di rovesci
e di pedali, gli stranienti resi perfetti’ e
compiutane l’orchestra, l’istromentazione
migliorata nel suo effetto musicale e nella
sua convenienza colla ragion drammatica
del fatto e della poesia, il dialogo de’ personaggi,
non che turbato nel suo contesto, ’
ma viemmeglio espresso e posto per mezzo
della musica in maggiore evidenza rappresentativa,
la commozione degli affetti ottenuta
efficace ed intera, la musica, in una
parola, divenuta un dramma. Senza negare
alcuni di questi fatti essenziali, anzi in tutti
perfettamente convenendo, come avrà potuto
il sig. Vitali concliiudere opponendosi
all’opinione nella citata mia proposizione
dimostrata?
Ora egli è da sapere che in quel mio
articolo mi venne fallo un cotal paragone
delle passate vicende della pittura con
quelle già avvenute nella musica e da potersi
presumere in avvenire: nel qual paragone,
tenendomi sempre ai fatti e a quella
sperienza incontrastabile che ne ha prestalo
la critica di secoli interi, io venni dimostrando
che la musica drammatica venuta
a quella eccellenza oltre la (/naie non è
concesso di aggiugnere, quantunque mantengasi,
per opera de’ moderni compositori,
in fiore anche, oggidì. ora mostra
però (siccome fu della pittura) volgere in
decadenza. Ed ecco come, venendo su questo
proposito il sig. Vitali, dopo avermi addolcito
la bocca con un confetto di lodi,
gravemente si esprime: «Se noti che, ove
si vogliano trattare scientifiche discussioni,
più che la bella letteratura importa ti inferire
le conseguenze da cause ben ordinate
e tali che mai non si discostino dal
retto sentiero del raziocinio e delia logica.,
che noi ameremmo chiamare la scienza
della ragione. In ciò appunto ne pare che
gravemente sia infirmato 1 ai ticoio del
sig. Mellini». E qui tacciando d’antilogico
e di contradittorio il mio ragionamento,
il sig. Vitali serrandoniisi addosso con tutte
le punte del suo argomento, vittoriosamente
mi chiede: «Se hi. musica drammatica, è
al colmo del suo fiorire e si mantiene in
fiore anche oggidì, come può stare che
ella mostri di volgere alla sua decadenza?
Date la testa in qualunque corno volete
del mio dilemma che in uno dei due bisogna
rompersela».
Risponderò domandando al sig. Vitali
che cosa intese egli dire quando si espresse
che per legge ili natura, le arti quando
sono all apogeo della loro carriera sono
obbligate di ridiscendere, e che questa è
la vicissitudine di tutte le cose sublunari?
Non è egli questo un medesimo che dare
per molto ragionevole la mia proposizione,
e che appunto perchè la musica drammatica
ora. è al colmo del suo fiorire, ella
mostri di volgere in decadenza? Male egli
interpretò quando per avere io detto che
la musica drammatica mostra di volgere
alla sua decadenza, si credette che io volessi
cosi finir concludendo che la musica
fosse già oggi scaduta e tralignata in corrompimento,
perchè io non intendo dare
alle frasi altro valore da quello che debbono
avere; e molto più mi sarei guardato
di pronunciare un sì grande sproposito
sullo stato presente dell’arte fra noi. Or
vedete, sig. Vitali, come dando di cozzo
nell’uno e nell’altro dei due corni del dilemma
da voi proposto, non che rompermi
la testa, io non ne ho alcun livido portato!
Supposto dunque che un’erte fosse al
colmo del suo fiorire, niente sarebbe più
opportunamente da potersi soggiugnere di
quello che ella mostrasse di volgere in
decadenza. Ma il sig. Vitali che (modestamente!)
protesta di essere entralo a
parlare del mio articolo non già per muovere
una polemica che potrebbe aver fàccia
di personale opposizione ma. solamente
perchè le mie opinioni sono quelle della
maggior parte de’ moderni intenditori di
musica, come potrà difendersi dulia taccia
di pei sonale opposizione, quando, dopo
avermi accusato gratuitamente d’antilogico
e contradittorio, venuto in sull’esame delle
mie proposisioni, si corregge dicendo che
se non l’assoluta realtà almeno una. grande
apparenza di contradizione gli sembrò di
scorgere nel mio ragionamento? e poscia
ancora dopo essersi vanamente avvolticchiato
rappiccando come meglio ha potuto
e non troppo fedelmente le più disparate
proposizioni del mio articolo, è pur costretto
di dare alle mie parole quel senso
unico che possono avere prèsso ciascun
uomo che sappia leggere; e questo sènso
è pur quello che la musica drammatica
venuta a. quella eccellenza oltre la (piale
non è concesso di aggiugnere. quantunque,
mantengasi per opera de’ moderni compositori
in fiore anche oggidì, ora mostra,
pei’ò di volgere, alla sua decadenza? Or
vedi maestro di logica che mi riesce il
sig. Vitali! Egli mi rampogna e mi condanna
di contradizione, e poi questa contradizione
diventa un’apparenza, di contradizione, e finalmente scompare anche
V apparenza.. Se tanto mi fosse concesso
di ardire, domanderei dove sia logica nell’argomento del sig. Vitali.
Ma lasciando questa controversia che
poco ha che fare col merito della quistione,
veggiamo come il sig. Vitali viene affermando,
contro l’opinion mia, che la musica
drammatica sia anzi a’ nostri giorni
decaduta». Ella è decaduta, dice egli, perchè
la grandezza delle arti non si misura
dal numero de molti artisti viventi o vissuti,
ma dal valore e dal numero sempre
crescente delle vere opere grandi». Ora i
nomi che io reputo appartenere alTepoca
nostra sono quelli di un Rossini, di un Reilini,
di un Mercadante, di un Donizetli, d’un
Pacini, d’un Ricci, d’un Persiani, d’un Coppola,
i quali non so se altri sarà per affermare
ad altra epoca appartenere mentre pur
oggi vivono e scrivono: le Opere che io reputo
appartenere all’epoca nostra sono un
Guglielmo Teli, uno Stabili Mater. una Norma.
una Sonnambula, una Beatrice, un Giù