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GAZZETTA MUSICALE

N. 30

DOMENICA
24 Luglio 1842.

DI MILANO
Si pubblica ogni domenica. — Nel corso dell’anno si danno ai signori Associati dodici pezzi di scelta musica classica antica e moderna, destinati a comporre un volume in 4.° di centocinquanta pagine circa, il quale in apposito elegante frontespizio figurato si intitolerà Antologia classica musicale.
La musique, par des inflexions vives, accentuées. et. pour ainsi dire. parlantes, exprimè toutes les passions, peint tous les tableaux, rend tous les objets, soumet la nature entière à ses savantes imitations, et porte ainsi jusqu’au coeur de l’homme des sentiments propres à l’émouvoir.

J. J. Rousseau.

Il prezzo dell’associazione annua alla Gazzetta e all’Antologia classica musicale è di Aust. lire. 24 anticipate. Pel semestre e pel trimestre in proporzione. L’affrancazione postale della sola Gazzetta per l’interno della Monarchia e per l’estero fino a confini è stabilita ad annue lire 4. — La spedizione dei pezzi di musica viene fatta mensilmente e franca di porto ai diversi corrispondenti dello Studio Ricordi, nel modo indicato nel Manifesto — Le associazioni si ricevono in Milano presso l’Ufficio della Gazzetta in casa Ricordi, contrada degli Omenoni N.° 1720; all’estero presso i principali negozianti di musica e presso gli Uffici postali. Le lettere, i gruppi, ec. vorranno essere mandati franchi di porto.


POLEMICA. Intorno ngli orticoli «lei eìg. Geremia Vitali #«//<’ Presenti Votttlixànni ttelln musica in Mtatia, inseriti ai V. SO, e 99 della Gazzetta Musicale di Milano. «ISPOSTA»1 C. MjEIXIYI. o non vorrò qui entrare in molte ’% parole intorno a questi articoli (Sf* dell’egregio sig. Geremia Vitali’, (Stesolo mi accontenterò di fare alcune osservazioni rispetto a quanto egli viene allegando nel mostrarsi dissenziente dalle mie opinioni manifestate in un articolo inserito al ÌY. 5 della suddetta Gazzetta Musicale. E di questa mia moderazione intendo clic me ne debbano saper grado insieme col sig. Vitali tutti quei benigni lettori die si fossero lasciati convincere da’suoi ragionamenti; poiché non è mio intendimento di turbare il riposo della loro convinzione innocente. Dopo avermi il sig. Vitali, per sua cortesia, prodigalo certe laudi che io so di non meritare, egli prende a confutare la seguente proposizione di quel mio articolo: cioè che la musica drammatica abbia spiegato ai nostri dì. tutta la inspirazione. che può infonderle il genio e tutta la perfezione che può ricevere dalf arte, e che ingiusto sia il dolersi che oggi vi sia penuria di buoni compositori e di Opere eccellen ti, stimando anzi io che ce. ne sia dovizia. Questo io intendo d’aver dimostrato in quel mio articolo recando in mezzo i prodigiosi avanzamenti dell’arte melodrammatica seguili da un secolo in qua; la melodia nobilitala con contorni più spaziosi e rilevanti, l’armonia arricchita di nuovi ingegnosi trovati di combinazion di rovesci e di pedali, gli stranienti resi perfetti’ e compiutane l’orchestra, l’istromentazione migliorata nel suo effetto musicale e nella sua convenienza colla ragion drammatica del fatto e della poesia, il dialogo de’ personaggi, non che turbato nel suo contesto, ’ ma viemmeglio espresso e posto per mezzo della musica in maggiore evidenza rappresentativa, la commozione degli affetti ottenuta efficace ed intera, la musica, in una parola, divenuta un dramma. Senza negare alcuni di questi fatti essenziali, anzi in tutti perfettamente convenendo, come avrà potuto il sig. Vitali concliiudere opponendosi all’opinione nella citata mia proposizione dimostrata? Ora egli è da sapere che in quel mio articolo mi venne fallo un cotal paragone delle passate vicende della pittura con quelle già avvenute nella musica e da potersi presumere in avvenire: nel qual paragone, tenendomi sempre ai fatti e a quella sperienza incontrastabile che ne ha prestalo la critica di secoli interi, io venni dimostrando che la musica drammatica venuta a quella eccellenza oltre la (/naie non è concesso di aggiugnere, quantunque mantengasi, per opera de’ moderni compositori, in fiore anche, oggidì. ora mostra però (siccome fu della pittura) volgere in decadenza. Ed ecco come, venendo su questo proposito il sig. Vitali, dopo avermi addolcito la bocca con un confetto di lodi, gravemente si esprime: «Se noti che, ove si vogliano trattare scientifiche discussioni, più che la bella letteratura importa ti inferire le conseguenze da cause ben ordinate e tali che mai non si discostino dal retto sentiero del raziocinio e delia logica., che noi ameremmo chiamare la scienza della ragione. In ciò appunto ne pare che gravemente sia infirmato 1 ai ticoio del sig. Mellini». E qui tacciando d’antilogico e di contradittorio il mio ragionamento, il sig. Vitali serrandoniisi addosso con tutte le punte del suo argomento, vittoriosamente mi chiede: «Se hi. musica drammatica, è al colmo del suo fiorire e si mantiene in fiore anche oggidì, come può stare che ella mostri di volgere alla sua decadenza? Date la testa in qualunque corno volete del mio dilemma che in uno dei due bisogna rompersela». Risponderò domandando al sig. Vitali che cosa intese egli dire quando si espresse che per legge ili natura, le arti quando sono all apogeo della loro carriera sono obbligate di ridiscendere, e che questa è la vicissitudine di tutte le cose sublunari? Non è egli questo un medesimo che dare per molto ragionevole la mia proposizione, e che appunto perchè la musica drammatica ora. è al colmo del suo fiorire, ella mostri di volgere in decadenza? Male egli interpretò quando per avere io detto che la musica drammatica mostra di volgere alla sua decadenza, si credette che io volessi cosi finir concludendo che la musica fosse già oggi scaduta e tralignata in corrompimento, perchè io non intendo dare alle frasi altro valore da quello che debbono avere; e molto più mi sarei guardato di pronunciare un sì grande sproposito sullo stato presente dell’arte fra noi. Or vedete, sig. Vitali, come dando di cozzo nell’uno e nell’altro dei due corni del dilemma da voi proposto, non che rompermi la testa, io non ne ho alcun livido portato! Supposto dunque che un’erte fosse al colmo del suo fiorire, niente sarebbe più opportunamente da potersi soggiugnere di quello che ella mostrasse di volgere in decadenza. Ma il sig. Vitali che (modestamente!) protesta di essere entralo a parlare del mio articolo non già per muovere una polemica che potrebbe aver fàccia di personale opposizione ma. solamente perchè le mie opinioni sono quelle della maggior parte de’ moderni intenditori di musica, come potrà difendersi dulia taccia di pei sonale opposizione, quando, dopo avermi accusato gratuitamente d’antilogico e contradittorio, venuto in sull’esame delle mie proposisioni, si corregge dicendo che se non l’assoluta realtà almeno una. grande apparenza di contradizione gli sembrò di scorgere nel mio ragionamento? e poscia ancora dopo essersi vanamente avvolticchiato rappiccando come meglio ha potuto e non troppo fedelmente le più disparate proposizioni del mio articolo, è pur costretto di dare alle mie parole quel senso unico che possono avere prèsso ciascun uomo che sappia leggere; e questo sènso è pur quello che la musica drammatica venuta a. quella eccellenza oltre la (piale non è concesso di aggiugnere. quantunque, mantengasi per opera de’ moderni compositori in fiore anche oggidì, ora mostra, pei’ò di volgere, alla sua decadenza? Or vedi maestro di logica che mi riesce il sig. Vitali! Egli mi rampogna e mi condanna di contradizione, e poi questa contradizione diventa un’apparenza, di contradizione, e finalmente scompare anche V apparenza.. Se tanto mi fosse concesso di ardire, domanderei dove sia logica nell’argomento del sig. Vitali. Ma lasciando questa controversia che poco ha che fare col merito della quistione, veggiamo come il sig. Vitali viene affermando, contro l’opinion mia, che la musica drammatica sia anzi a’ nostri giorni decaduta». Ella è decaduta, dice egli, perchè la grandezza delle arti non si misura dal numero de molti artisti viventi o vissuti, ma dal valore e dal numero sempre crescente delle vere opere grandi». Ora i nomi che io reputo appartenere alTepoca nostra sono quelli di un Rossini, di un Reilini, di un Mercadante, di un Donizetli, d’un Pacini, d’un Ricci, d’un Persiani, d’un Coppola, i quali non so se altri sarà per affermare ad altra epoca appartenere mentre pur oggi vivono e scrivono: le Opere che io reputo appartenere all’epoca nostra sono un Guglielmo Teli, uno Stabili Mater. una Norma. una Sonnambula, una Beatrice, un Giù