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TEATRO RE. Altri cenni intorno al JLa&xareilo del maestro Marmami. Lo scorso mercoledì ebbero fine le recite melodrammatiche del Re, che volsero a compimento con sutliciente fortuna. Vi si diede per ultimo spartito il già annunziato Don Desiderio del principe Poniatowski, che mercè al talento comico del sig. Gennaro Luzio potè sostenersi per qualche sera. - Di tre nuovi sparliti che ne furono presentati, il solo Lazzarello di Marliani, si sostenne per le reali bellezze della musica, abbenché ecclissato in buona parte dalla meschinità del libretto, e dalla mancanza dell’esecuzione vocale. Ed abbenchò noi abbiamo già parlato del merito estetico di quest’opera, crederemmo cosa ingiusta l’ommettere un esame breve si, ma dettagliato anche intorno al lavoro puramente musicale, del quale non abbiamo toccato che di volo. La sinfonia è lunga, ed abbenchè intessuta di alcune particelle dello spartito, manca assolutamente del colore leggero e gaio che gli si doveva; la condotta abbenchè non nuova, è tuttavia buona e sicura. 11 coro d’introduzione è senza pretesa; perciò passiamolo noi pure in silenzio. Piena d’affetto è la cavatina di Lazzarello, elegantissimo ne è lo stromentale. Or veniamo a quella vaga canzone, che è infatto la Xacarilla, ben degna di farsi titolare del suo spartito. V’ha alcuno che la vuole non originale del Marliani, ma nazionale spagnuola; sia quello che meglio si voglia, certo è che questa canzone, come qui fu trattata dal compositore, è uno di que’ pezzi che ben di rado scorrono giù dalla penna anche dei primi nostri compositori. V’ha novità, freschezza, leggiadria di molivi; elegantissimi giri armonici, un seguitarsi continuo di modi maggiori e minori, con brio, affetto, libertà di fornice nessuno stento. Tutta la parte dell’orchestra è trattata a tocchi delicati, nobili, sicuri, matematicamente economizzata e poeticamente concepita ad un tempo stesso. Ogni lode di questo pezzo, che è pur lungo e che aggirasi sempre su un tempo solo ed imperfetto, ogni lode, lo ripetiamo, non è esagerata. Nulla avvi di rimarchevole fino al terzetto che precede il primo finale, il quale terzetto brilla nel primo tempo per vivace movimento d’orchestra, e nella cabaletta per bella e vaga disposizione di parti, e per una melodia, che unisce ad un’impronta leggerissima e quasi aerea, una cotale strana incertezza di ritmo, che in Iqogo di defraudarne, aggiunge vaghezza al pensiero, e l’impronta di novità. L’Olivier e la Goggi l’accentavano con molto garbo e leggiadria. Di bel carattere apresi il finale col breve coro in la bemolle «Della notte nel mistero» che bene si conduce all’altro improntato di facile cantilena «Sul vostro ardir contiamo». L’effetto straordinario prodotto dalla breve canzone di Lazzarello che succede, era dovuta a parer nostro in gran parte al franco c vezzoso accentare della Goggi; egli è vero che il pensiero principale è facile, scorrevole, ma non è nuovo, nè nel canto, nè nello istromentale. Esso però cade assai a proposito e gli danno molto vezzo e affetto al maggiore della strofa quelle belle note tenute de’ primi violini che sovrastano or d’una terza or d’una sesta al canto. Se questa canzone non ha il merito di lavoro della prima, ne.ha però l’effetto, che è pur merito della scienza nel fare del compositore. Un altro breve largo in do nello stesso finale è meno stimabile, e sembra più aggirarsi su dettagli anziché su un concetto primitivo e deciso. L’istessa pecca potrebbe riscontrarsi nella stretta, che racchiude nondimeno di belli artifizj di contrappunto e qualche bel giuoco di parti. Del seeond’atto abbiain poco a dire. Non v’hanno pecche, ma non v’hanno neppur gemme. Manca il mezzo principale, ch’è quello di cattivarsi l’attenzione. Però alcuni vivi pensieri nello stromentale riscontransi qua e colà, come sarebbe nel bel primo tempo del duetto tra Rita e Sancio, c nel primo ed ultimo del quartetto. L’applaudita cabaletta dell’altro duetto, Lazzarello e Sancio, doveva il suo effetto pure alla bella e disinvolta pronunzia della signora Goggi; e cosi anche l’ultima aria, se godette un po’di fortuna, fu merito più eli’ altro della gentile esecutrice. Ripetiamo però e concludiamo che in questo spartito v’hanno assai buoni fatti e molte belle speranze, e (he sarebbe desiderabile per l’arte, che del sig. Marliani si facesse buon conto da’nostri signori appaltatori, come di persona, che oltre a naturale istinto, dà saggi di grandi studj attinti a’ sommi modelli.

 A. M.

VARIETÀ. — La Gazzetta Musicale di Parigi nel render conto, in una Rivista Critica, delle nuove composizioni stromentali pubblicate dall’esimio violoncellista sig. FrancoMendes, esordisce al suo articolo con queste parole che a noi paiono dettate da giustissimo sentimento dell’arte: «On ne saurait trop louer les Artistes en possession de charmer le public par un talent rémarquable d’exécution et pour qui les triomphes sont chose facile à obtenir, de savoir resister au torrent des caprices et des fantaisies sur les pauvretés en vogue pour se livrer au culte de la musique sericuse, de l’art véritable. Combien de natures aujourd’hui richement douces qu’un deplorable talent de virtuose a égarées, et qui enivrées par d’éphémères succès, consument le meilleur de leurs forces et de leurs facultés dans des ouvres plus éphémérés encore, tandis qu’elles eussent été capables de conceptions, si elles eussent sagrifié a quelques années de patience et de travail, quelques hâtives satisfactions d’amour propre!» Le parole che la Gazzetta Musicale di Parigi qui dirige agli autori di musica da camera potrebbero benissimo venir rivolte tra noi a tanti nostri compositori teatrali, i quali, scritturati che sicno per scrivere delle Opere, la loro briga principale non è il far bene ma il far presto, non il comporre per ottenere il voto durevole de’ più severi intelligenti, ma per carpire il favore della frivola moltitudine. Ed è per questo che sì spesso vediamo dimenticati dopo pochi mesi tanti spartiti apparsi sulle scene festeggiati da un menzognero clamore, e da un entusiasmo prezzolato. — Nel primo semestre di questo anno 1842 furono pubblicate in Germania 1354 Opere musicali. Per Orchestra 42 Violino.. 65 Violoncello 26 Flauto 30 Varj stromenti da fiato 16 Chitarra 20 Pianoforte con accompagnamento. 83 Pianoforte a quattro mani.... 413 Pianoforte solo 345 Danze per Pianoforte 138 Marcie per detto 8 Metodi per detto 3 Organo li Arpa 3 Fisarmonica 10 Musica sacra 67 Canto con accompagnamento... 16 Canto a più voci 70 Opere in musica 54 Canto solo 231 Metodi per canto 5 Opere teoretiche e giornali... 28 1354 — Nella più antica Gazzetta Musicale, incominciata a Lipsia nel 1736, leggesi nell’anno 1746 una notizia da Dresda, che dimostra quanto Federico il Grande favorisse la musica. Questa notizia, della cui verità non è punto da dubitare, dice quanto segue: «S. M. il Re di Prussia, • avendo fatto il suo ingresso a Dresda dopo la balta«di Kesselsdorf, fece ordinare col mezzo di un suo «ajutante generale al maestro di cappella Hasse, di • far rappiesentarc nella sera susseguente la sua nuova «opera Arminio al regio teatro, locchè difatto ebbe «luogo il giorno 49 dicembre del 1745, coi balli ana■ loghi, e S. M. manifestò il suo piacere particolare «sulla musica, sull’esecuzione, ed encomiò molto la «prima donna, l’illustre Faustina Hasse (nata Bordo«ni). Durante il soggiorno di S. M. a Dresda, cioè • dal 4 8 al 27 dicembre, non mancò mai in nessuna «sera la musica di camera ne’ suoi gabinetti. Vi can• tarono per lo più la sullodala Faustina e il musico «Bindi. La cosa più rimarcabile si è, che in queste «serate musicali il Re stesso eseguì ogni qual volta tre «pezzi sul flauto, accompagnati dal maestro Hasse sul • cembalo, e S. M. eccitò l’ammirazione degli uditori, «massime nell’esecuzione dell’adagio. Il sig. Quanz, • il quale, come è noto, insegnava il flauto al Re, as«sicurò che S. 31. abbia composto più di 300 a solo • per quel istromento. Il maestro Hasse n’ebbe per «regalo in’questa occasione un prezioso anello e 1000» talleri. Chi non vede che S. 31. grande nella guerra, «grande nella pace, grande nel governare e grande nelle «scienze, non è pur grande nella musica! Evviva Fede • rico il Grande! NOTIZIE YAUIE. — In una supplica presentala al Ministro dell’interno di Francia dagli Allievi premiati del R. Conservatorio, e appoggiata dal Direttore del Conservatorio stesso, il sig. Auber, all’oggetto di ottenere l’erezione, di un terzo teatro musicale (Vedi la nostra Gazzetta, N. 32 e 33) si leggono fra le altre le seguenti frasi: «Il Governo spende rilevanti somme all’uopo di educare e mantenere de’compositori al Conservatorio; esso manda a sue spese i primi premiati a Roma per il perfezionamento ne’loro studi, e questi primi premiati al loro ritorno, veggono d’ordinario intercludersi l’awenire che vien loro promesso, per la impossibilità in cui si trovan posti di mettere a profitto i loro studii a cagione delia mancanza di teatri musicali sui quali prodursi». Queste poche parole daranno a fare delle serie riflessioni anche ai nostri giovani compositori. Quanti tra essi che pur si sentono chiamati dal loro genio a percorrere una fortunata carriera son condannati a languire nella dimenticanza, nell’ozio e fors’anche nel bisogno, per l’impossibilità in cui si trovano di produrre i loro primi saggi al pubblico e ottenerne gli incoraggiamenti che potrebbero meritare. E noi sappiamo in fatti di molti compositori esordienti i quali o ributtati dalle difficoltà che si incontrano a por il piede per la prima volta sui teatri di cartello, i soli ove potrebbe essere loro assicurata una felice interpretazione per parte dei cantanti, dell’orchestra, ecc., o spaventati dall’idea di vedere la loro musica di primo esperimento rovinata nell’effetto da un’esecuzione infelice sulle secondarie scene di provincia, per la più spiccia rinunziano all’arririgo melodrammatico, e si rifugiano nella professione ingrata e soporifera dell’insegnamento. Tra costoro v’ha molti che non riescirebbero bene sulla scena perchè non dolati nè di estro nè di dottrina sufficiente; ma taluno, confuso nella turba, sarebbe pur tale da emergere, ove le necessarie condizioni d’incoraggiamento non gli mancassero... Gl’Impresari nelle cui mani stanno al presente i destini del teatro musicale italiano, non sono di certo gente da saper scegliere dal mazzo codesti eletti, e porli sul piedestallo della gloria. - Adunque che ne avviene? — La Melodia, nuovo giornale di musica parigino, annunzia prossima la pubblicazione di un gran studio di solfeggio su tiìtle le chiavi ed anche con trasporto di chiavi, di A. Panseron, professore di canto al R. Conservatorio di Parigi. — Leggiamo nell’Osservator Belgio, del 7 agosto, non pochi elogi compartiti alla direzione del Conservatorio di Brusselles pei notevoli progressi che ivi si fanno ncH’insegnamenlo stromentale. Queste lodi sono in gran parte dovute al sig. Fétis animalo da tanto zelo pel lustro di quella Istituzione che ormai contende il primato alle altre di simil natura che al presente sono stimate principali in Europa. — Le Autorità municipali della Comune de la Villette, in Francia, hanno presentata una istanza al signor Auber, Direttore del Conservatorio di Parigi, onde ottenere un Giurì musicale incaricato di aggiudicare dei prendi nell’occasione di un concorso che ebbe luogo, giorni fa, tra le bande musicali di cinque reggimenti di linea. Il sig. Auber nominò membri di questo Giurì i signori Caraffa, Panseron e Meiffred professori del Conservatorio. La gara musicale fra le cinque diverse bande fu mollo lodevolmente subita, c il primo premio consistente in una ricca medaglia d’oro fu riportato da quella del 35.° che si distinse per grande precisione, accordo delle parti perfetto, e squisito modo di colorire. Il Direttore di questa banda è certo signor Joinvillc, valentissimo professore di musica. - Abbiamo accennato questo fatto onde valga quale prova, fra molte altre, che la musica stromentale è assai stimala in Francia. — La statua di 3Iozart venne fusa in bronzo a Monaco Essa arriverà quanto prima a Salisburgo, patria dell’illustre compositore, ove, come è noto, si celebrerà al più presto la solennità della sua inaugurazione. — Listz e Ernst si propongono di recarsi a Salisburgo per assistere alla festa che ivi si deve celebrare in onore di 31ozart. La Francia e la Germania musicale avranno dei degni rappresentanti a questa solennità artistica. Brameremmo sapere chi tra gl’italiani distinti nell’arte vi interverrà per poterne dare contezza a’ nostri lettori. — Dai fogli tedeschi si rileva che al teatro reale di Berlino è addetto un personale di 1900 individui dei due sessi. — Ultimamente fu dato a Brusselles il Moïse di Rossini con molta accuratezza ed impegno; epperò la riuscita fu pari al merito di quella musica di classica bellezza. Non sono mai abbastanza lodati quegli intraprenditori teatrali i quali dovendo riprodurre i capolavori dei più rinomati compositori, non ommettono cure nè spese a far sì che invece di scapitare, per colpa di una cattiva esecuzione, nel concetto del pubblico, riconfermino invece la splendida fama in cui sono tenuti. E all’incontro si meritano, a nostro credere, il maggior biasimo quegl’altri, che poco curanti dell’onore dei poveri maestri lontani ne riproducono le Opere più applaudite in sì riprovevole guisa che per poco non è messa a rischio anche la musica di incorrere que’segni di condanna che dovrebbero essere riservati solamente ai cattivi esecutori. — A Riga, un maestro tedesco, il sig. Dorn, vantaggiosamente conosciuto per alcune graziose melodie, produsse una nuova Opera intitolata Das Banner von England che ebbe ottimo successo e molte rappresentazioni. Il giornale officiale di Riga pretende che questa Opera sia un capolavoro destinato a vivere lungo tempo al pari delle migliori partizioni di 3Iozart e di Weber, e che ove fosse stata data a Parigi o in qualche città primaria di Italia tutto il mondo stimerebbe il sig. Dorn come il primo compositore de’ nostri dì. MOVE PUBBLICAZIONI MUSICALI DELI/I. n. STABILIMENTO NAZIONALE PKIVILEG.0 DI «IOVASXI KICOKDI. Dramma lirico di Temistocle Solera MUSICA DEL M.° mwmwpm wumm Sono pubblicati diversi pezzi ridotti tanto per Canto con accomp.0 di Pianoforte, che per Pianoforte solo. NB. Gli altri pezzi a compimento dell’Opera stanno sotto i torchj per essere pubblicati in breve. Siiaâ areà ttour le l*i fino fori e PAR m JO ÔEIIÆU Op. 41 - Fr. 2 SO. liiìTOO mm. mmm composta per Pianoforte DA Fr. GIOVASTIVI RICORDI EDITORE-PROPRIETARIO. Dall’I. R. Stabilimento Srazionale Privilegiato di Paleografia, Copisteria e Tipografia musicale di GIOVA.WI RICORDI. Contrada degli Omenoni N. -1720.