Pagina:Gazzetta Musicale di Milano, 1843.djvu/107

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6AZZITTA MUSICALE amo li. N. 25. 8 Giugno. DOMENICA Si pubblica ogni domenica. Nel corso dell’anno s danno ai signori Associati dodici pozzi di scelta musici classica antica e moderna, destinati a comporre un vo lume in 4.° di centocinquanta pagine circa, il quale il apposito elegante frontespizio figurato si intitolerà A.v TOLUIUA CLASSICA MUSICALE. DI MILANO La musique, pur des inflexions vires, accentuées, et,» pour ainsi dire, parlantes. exprime toutes les pas• sions. peint tous les tableaux, rend tous les objets.» soumet la nature entière à ses savantes imitations, ■ et porte ainsi jusqu’au coeur de l’Iiomme des sen» timents propres à l’émouvoir.» J. J. Rousseau. Il prezzo dell’associazione alla Cassi già classica musicale è dieffett. Ausi. 1. ed elTelt. Ausi. L. t i affrancata di porto li Monarchia Austriaca: il doppio per I’ nuale. — La spedizione dei pezzi di ni mensilmente e franca di porto ai di ver: dello Studio Ricordi, nel modo indicato F.c associazioni si ricevono in Milano della Cassetta in casa Ricordi, coutra noni N.° 1720; all’estero presso i princ di musica c presso gli Uflìci postali. I.e pi, cc. vorranno essere mandali franchi e aWAntoloper semestre, d confinidclla inazione aulì viene fatta orrispondenti presso l’Lllicio ipali negozianti lettere, i grupdi porto. S OH H.lltl O. I. Critica Melodrammatica- Maria di Rohan, Tragedia lirica di Cammarano. musica del Cav. maestro G. Donisetli, ecc. - li. Musica Moderna. Sulla instabilità della musica. - III. Lettura di in Tolhista, ecc. - IV. Critica Musicale. - Notizie Musicali Diverse. CRITICA MELODRAMMATICA MARIA m RO30E.AU Tragedia lirir» di S. C»inmiA>», musientii «Ini Cav. maestro!.. ])onizltti - e prodotta sul teatro «li Porta tu ri nx. in in Vienna, la sera drl & corrente Giugno. Ripr oduciamo con tanto maggior piacere t/uesto esteso articolo della Gazzella Musicale di Vienna, in quanto che esso ne pare la schietta espressione di un giudizio imparziale risguardante il nuovo capolavoro del fecondo compositore lombardo. - Esso articolo, dettato con molta Jinezza estetica, fu letteralmente tradotto, e si offre nella sua piena interezza, onde i nostri lettori abbiano ad accoglierlo senza ombra di dubbio della menoma nostra parzialità. Donizetti è il maestro del giorno. Se a questo titolo non gli dessero diritto 1 inesauribile vena delle sue inelodie, la rara sua perizia nel vestire di note i suoi argomenti, i quali dettati da una perfetta cognizione del gusto e da un giudizioso càlcolo delle forze de’suoi artisti di canto, gli fanno scegliere sempre i soggetti di maggior effetto. e la sua rara, anzi prodigiosa fecondità unita ad una insuperabile celerità creatrice, gli avrebbero già da lungo tempo procacciato il premio sopra tutti i concorrenti alla dittatura nella moderna -composizione delle Opere italiane. Non sono svaniti ancoragli ultimi concenti duna nuova Opera drammatica del Donizetti, quando ecco presentarsene uu’ altra più nuova, e mentre si sta ancora dubitando qual posto si potrebbe dare a questa, fra le numerose sue Opere, eccone pronta un’altra sul mare della scena; gagliardamente leva essa le àncore e lietamente ci passa davanti, apparecchiandosi a far il giro di tutto ii moudo. Non sono chiuse ancora le trattative intorno al suo Don Pasquale, che il maestro ha già dato termine ad un’Opera nuova: Maria di Rohan. Donizetti ha già fornito diverse prove al mondo della celerità colla quale egli compone i suoi spartiti, e se non prestiamo piena fede alla favola dei banditi che assalirono il maestro e clic lo sfollarono a scrivere sotto i loro occhi un’Opera (Uosa muri da). liavvi però nell’invenzione di una lai favola il più gran complimento riguardo alla prodigiosa celerità del suo modo di comporre. L’Opera quest’oggi udita, dicesi che il Maestro làbbia scritta in sei settimane: per verità questo tempo non basta quasi a scrivere materialmente un si esteso spartito. e se oltre di ciò osserviamo clic, guardandola dal punto artistico, quest’Opera appartiene appunto alle migliori di questo fecondo compositore, non possiamo a meno di tributargli la nostra ammirazione. Passiamo però ad esaminare quest’Opera in dettaglio ed incominciamo dapprima col libretto del signor Cammarano. 11 sig. Cammarano ci ha somministrato già un gran numero di libri di Opere, e fra questi dei ben riusciti, dei quali citeremo soltanto Elena di Feltra, la Vestale, e Saffo, i quali, benché non siano capolavori, appartengono pure riguardo al drammatico ai migliori fra i libretti. Anche nel presente libretto il poeta ha convalidato il suo talento,presentandoci questo argomento, quantunque troppo complicato per un’Opera colla più possibile chiarezza; egli estrasse dai garbugli, dai fili a cento colori tessuti d’intrighi e raggiri della Corte di Luigi XIII, e dei quali si compone quest’Opera, appunto quanto occorre per tessere uu soggetto teatrale pieno d efletto, che basti all’esigenza del compositore e che finalmente riesca interessante ed intelligibile al pubblico. Fino a qual punto poi egli siasi giovato della base francese, o quanto si debba alla propria sua immaginazione, ciò può essere indifferente per noi: baSta che il sig. Cammarano ci abbia somministrato un libretto che merita la preferenza su molti altri; esso è pieno di momenti drammatici di grande effetto, i caratteri sono dipinti con verità, la lingua è bella ed offre al compositore sufficiente occasione di far mostra del vasto suo ingegno. In quanto alla musica di Donizetti torno a dire che quest’Opera è da annoverarsi fra le migliori che finora escirorto dalla sua penna. E già dalla sinfonia si vede che Donizetti si è posto a questo lavoro con quella serietà che chiaramente si manifesta per tutta l’Opera, ciò che sembra non essere sempre proprio a questo maestro nella creazione delle altre sue composizioni teatrali. Il dignitoso portamento, la diligenza nell’intima costruzione di quesl’Opera, l’omissione studiata a bella posta dei suoi ripieghi melodici che stanno sempre a’ suoi comandi; l’eccellente disposizione drammatica della musica, la brevità, la robustezza dello stile musicale, l’identità e l’integrità della forma, tuttociò amiamo attribuirlo a noi stessi e credere che Donizetti abbia voluto dare a quest’Opera, ch’egli compose per i tedeschi, quella tinta di severità e dignità clic sì bene corrisponde al carattere della nostra nazione. E se crediamo questo dobbiamo ringraziarlo e lodare la sua intenzione; anzi dobbiamo congratularci seco lui di un tal giudizio artistico. che in seguito presterà certamente all’ardito volo del grande suo ingegno quell’impulso che lo sollevi al di sopra del gusto odierno, in una parola al di sopra della sua epoca. Come dissi, dalla sinfonia sì conosce evidentemente che Donizetti ha lavoralo a quest’Opera con lodevole scrupolosità. Già nell andante dell’introduzione, tempo di 5/4 in la maggiore, si manifesta la proprietà del pensiero che risalta ancor più per una particolare istrumentazione. Il passo del violoncello e fagotto che si torna a sentire nella terza scena dell’atto primo è di grande effetto. L’allegro in 2/4 che segue incomincia con un passo di violino, che riesce bensì piacevole, ma non troppo adatto ad un’aecentazionqcaratteristica. 11 motivo che serpeggia per questo pezzo musicale e che si riproduce in varie foggio, è semplice e melodioso. La sinfonia ottenne un generale applauso, e procacciò al compositore le più vive acclamazioniNel primo atto sono da distinguersi principalmente la romanza di Riccardo, la cavatina di Maria, e finalmente la cavatina d’Enrico: «Se anch’io posso str ingere» nella IV Scena. Molto energico e di grande effetto drammatico è il finale, il momento in cui si annunzia a Riccardo essere egli nominato Ministro del Re di Francia. - Nell’alto secondo è notabile pel suo carattere la preghiera di Riccardo; nella medesima si manifesta un giudizioso predominio sull’islrumentale rimpetto al vocale, senza però che il primo vi sia negletto. Il Duetto fra Riccardo ed Enrico, come pure quello fra Maria e Riccardo sono momenti luminosi nell’Opera. - Come già dissi, in quest’Opera Donizetti ha lasciato in parte inoperosa appunto la sua forza, voglio dire la forza fulminante delle,s,ue melodie, e credo ch’egli ciò abbia l’atto a bella posta; imperocché l’invenzione di leggeri motivi non sarebbe punto riuscita gravosa ad un Creso di melodie come lo è Donizetti; egli volle produr effetto unicamente colla drammatica: caratteristica della sua musica; impresa che certamente