Pagina:Gazzetta Musicale di Milano, 1843.djvu/119

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| e per molta verità di espressione e spesso a anche per un forte sentimento drammati^ co, al qual proposito mi si permetta ciJ tare di nuovo la bella stretta dell’intro’ duzione. Spero che la lettura di queste osservazioni mostrerà che la sincera amicizia che mi lega al Mabellini non mi ha impedito di farmi critico austero sul conto del suo lavoro. Possa questo essere un motivo maggiore per credere sincere, e, per quanto la mia opinione può valere, meritate le lodi con le quali.le asserzioni stesse per amor di verità mi è piaciuto di terminare} e possa nuova occasione presentarsi sollecita al giovine maestro di far mostra del suo musicale talento, dei suoi indefessi e buoni studj! L. F. Casamorata. Firenze, 27 giugno 1845. I FANCIULLI VUSESI AL TEATRO RE Come l’abbiamo detto c predetto, il teatro Re è divenuto assolutamente un teatro di moda; le più belle c le più eleganti notabilità, i guanti più freschi c più gialli, gli uomini di lettere, le sommità artistiche di tutte le sorta, non isdegnano di assistere allo spettacolo offerto da questi piccoli croi del palco scenico, che cantano senza dimenticarsi d’agire, c che agiscono senza dimenticarsi di cantare, cosa per Iddio! divenuta assai rara nella nostra epoca, tanto ricca di celebrità e tanto povera, di artisti, non buoni, che non chiediamo tanto, ma appena tollerabili. La folla dunque, gli applausi, e degli incassi eccellenti, compensano le fatiche dei Viancsi, che continuano intrepidamente il corso delle loro rappresentazioni, facendo succedere al Barbiere l’Elisire, all’Elisirc la Belty, e lilialmente mcrcolcdila Cenerentola, ultima.opera offerta al divertimento del pubblico ed all’istruzione dei grandi artisti, vale a dire degli artisti più lunghi, c più grossi unico senso" clic si può applicare in questi tempi felicemente musicali all’epiteto grandi. lo non mi prenderò nè il piacere nè la briga di analizzarvi il vario talento c la disinvoltura individuale di tutte queste creaturine, che cantarono, con un impegno, con una costanza da fare strabiliare; questi piccoli esseri sfuggono attraverso la rete della critica abituale, giacché mio Dio! come parlarvi d’estensione di voce,, di ricchezza di colorito, di slanci sublimi, quando avete delle’ voci presso a poco tutte eguali, che sentono piuttosto l’atmosfera dd collegio che quella del palco scenico, quando avete dinanzi una. piccola schiera d’anime innocenti, >che vi padano d’amore, di sventura, di volubilità, di tradimenti con un’ingenuità certamente adorabile, ma assai poco drammatica? 1 fanciulli Viancsi sono assolutamente degli artisti eccezionali, che vanno presi nel loro assieme, che devono omc la più’singolare delle compai componenti uno spettacolo nuovo, vicino alla parodia, e ciò grazie al contrasto bizzarro della serietà con cui questi cari bambini sostengono delle parti di cui non intendono,, nè debbono intendere il significalo. Sì dunque! sentile quella ragazzina che insegna al suo innamorato che per guarire dalla pazzia dell’amore si diebbe ogni di cangiur d’amante e che rifiuta il magico liquore perchè s’affida in una ricetta più sicura, nei vezzi del suo viso c nello splendore del suo sguardo! Al solo udirla non direste che ella dev’essere la più consumata c la più àbile delle civette? Ebbene guardatela là, colla sua fronte pudica, colla sua pupilla infantile, colla sua bocca vergine, fresca c rosata, c poi chiedetele se avete coraggio, di interpretarvi il segreto delle sue maliziose parole. E poi questo Don Basilio più piccolo del suo cappello, questo sublime } notajo, colla sua tonaca nera, colla sua grande bcr‘ retta, questo mcssuggicro tl! amor, scusai d’intatte che j pare abbandoni il seno della nutrice per affrontare c tranquillo le onde istallili della sceiia, questo essere considerati c gnic possibili, c straordinario,; Ncmorino triste, melanconico, che piange, prega c domanda senza sapere perchè faccia tutto questo, c l’Almaviva galante intraprendente che getta dapcrtutto l’oro c l’amore, di cui non conosce clic i nomi, c lutto l’assortimento di questa microscopica schiera di personaggi, che se non cantassero dovrebbero balbettare, sanno essi ciò che ci sia di fino nei loro epigrammi, di commovente nella loro posizione, di comico, di pietoso, di maligno, d’ardito nelle loro musicali c poetiche frasi? Alla fine sapete chi è il vero, il solo artista di questa musicante famiglia? 11 papà Viancsi, il solo papà, che seduto tutta la sera dinanzi al cembalo accompagna miràbilmente i suoi dolci nati, clic non fanno che ripetere le ispirazioni comiche c drammatiche di lui, clic fu il loro istruttore. Chi sa quauti tesori di pazienza ha dovuto versare quest’uomo, per far filtrare l’arte in queste piccole teste, in queste attraenti creaturine che domandavano invece dei cappelli di cartone, delle sciabole di legno, delle corse pei prati, l’ozio insomma. l’invidiabile ozio dell’infanzia,- così pieno di occupazioni, di riso, di movimento, di lagrime senza dolori, di follie, di gajczza c di tumulti f Ed egli, l’eccellente padre, clic pensava all’avvenire de’suoi bamboli, che sognava per essi l’agiatezza c l’indipendenza, che interrogava con uno sguardo amoroso e previdente il futm’o destino delle adorate creature, si sottopose al più terribile incarico, a quello di gettare a lembi la sua anima d’artista in tutte queste organizzazioni pigmee, che il pubblico applaude c festeggia, senza abbadarc all’ingegno modesto che si nasconde dietro la fisonomia de’suoi fanciulli, dietro a queste figurine lilipuzianc a cui egli ha tjittò donato, la parola, l’accento, la più possibile intonazione, il brio, l’espressione, l’arte, insomma, l’arte di cui egli s’era impadronito nelle sue veglie solitarie! Ma io mi sono ingannato, gli ’artisti in questa compagnia sono due, giacché il sig. Augusto, il gajo c brillante Augusto, ha pure un incontrastabile diritto a questo epiteto-* troppo oggimai prodigato c quindi decaduto. 11 Figaro, il Dulcamara, il Don Magnifico, clic eccitò tanti applausi al teatro Re, inerita una distinzione. un elogio particolare, giacché la mano sulla coscienza, noi dobbiamo asserire che raro volle negli artisti più provetti incontrammo il talento comico, la vivacità c 1 eleganza d’azione, le maniere fine ed epigrammatiche, il profondo possesso della sua parte, come. in questo interessante fanciullo. Un bello, un magnifico avvenire d’artista sta riposto in questo ragazzo, se, non lasciandosi accecare dagli applausi, se ottenendo cogli anni un conveniente sviluppo dell’organo vocale. se alimentando di sLudn c di riflessioni la sua prccpcc intelligenza, egli nutrirà sempre nell’anima un bisogno ardente di perfezione, ed amcrà-l’artc coli’ entusiasmo, colla religione che sole possono formare i veri artisti; questi cssfcri divenuti favolosi dal giorno in cui l’avidità del lucro, l’ignoranza più triviale s’assiscro audacemente sul trono musicale, pretendendo omaggi, ricompense, ovazioni, specie di ridicola pelle di leone clic non giunge però a coprire le orecchie colossali del dolce quadrupede, il cui nome io ometto per lasciarvi la soave c delicata compiacenza di indovinarlo.. B-i. CARTEGGIO. Siamo pregati dal nostro collaboratore signor C. /• ad inserire la seguente sua lettera,. e si il facciamo, senza per altro pigliar parte veruna alla quistione cui essa accenna. ’. Al rinomalo sig. Nicolò Eustachio Cattaneo. Non volendo estendermi a confutare i singoli rilievi ch’ella nel N. 49 del Bazar colla maggior gentilezza si compiacque fare ad una proposizione da me posta nel Cenno necrologico sul testé defunto chiarissimo maestro Domenico Quadri, proposizione suggeritami da varj che a Firenze ebbero ad interpretare le - Lezioni di armonia -dietro la scorta del proprio autore, cd a me confermata da chi in Milano potè avere lo stesso vantaggio, c che perciò continuo a ritenere giusta c.ben lontana dall’essere di nocumento ai giovani studiosi AHEDUOTI MUSICAM Si sa clic l’argomento del Barbiere di Siviglia era stato trattato in Russia da Paisiello; riprodotta in Italia quest’opera avea trovato’un maggior numero di censori diedi apologisti; i Romani particolarmente l’aveano accolla assai male; pure ciò non impedì che più tardi essi non prendessero una bella passione per questa musica, e che l’idea di scriverne-un’altra sullo stesso soggetto non venisse da essi considerata come un sacrilegio. E fu sotto l’influenza di queste funeste prevenzioni, clic fu data a Roma la prima rappresentazione del Barbiere di Siviglia di Rossini. La tempesta, clic avea rumoreggiato sordamente durante tutto il primo alto, scoppiò al secondo, c l’esecuzione di questo capo d’opera di. grazia, d’eleganza e di spirito, non lini che frammezzo alle più oltraggiami testimonianze della pubblica disapprovazione. Alla -seconda rappresentazione Rossini non osò comparire al piano, e finse un’indisposizione. Seppellito nel suo ietto egli attendeva con ansietà il risultato di quella seconda prova, quando ad un tratto un gran rumore si fece udire;, era il passo, di molle persone che salivano rapidamente le scale... Còllo da una decisa paura, Rossini s’imnginu che i Paisiellisli lo perseguitino persino nella, sua casa c clic vogliano attentare alla sua vita... Ma invece dei temuti nemici, compajono Garcia, /amboni. BótiCclli clic vengono ad annunciargli che l’opera,è"andata alle stelle, e. che gli spettatori innondano la strada alla luce delle lorcic, per dargli una non equivoca testimonianza della loro ammirazione. Nel medesimo istante si intendono mille grida ripètere: Viva Bossini, viva il Barbiere! 11 maestro, riproso fiato, si mostrò alla finestra per ringraziare la folla, clic nel suo slancio d’entusiasmo univa un po’ di gloria ai cento scudi, clic dovea dargli l’impresario pel più perfetto fótse dei capolavori della se.uola- Italiana. NOTIZIE MUSICALI DIVERSE — Micino. Già da parecchi giorni trovasi in Milano il celebre compositore pianista Finis, artista fra i pochissimi al giorno d’oggi le cui opere il più delle volte sian dirette ad un coscienzioso cd elevato scopo, c nelle quali si trovi accoppiato il bello della antica o classica a quello delia moderna scuola. Vuoisi che Finis abbia in manoscritto rìlciiiic scelte composizioni, da chi ebbe ad udirle giudicale degne de’ più grandi cncómj: la- loro pubblicazione non potrà essere clic una fortuna po’ nostri cultori di pianoforte. detta musica; le mie forze e le mie abitudini non con- b sentendo che mi abbia a spingere nelle latebre delle e polemiche scientifiche, chè io immensamente solo amo ^ la musica, passo ad accertarla, onorevolissimo sig. Cai- l tanco, che la ragionevolezza e la lealtà artistica del £ lagrimato maestro in nulla affatto si trovaro.no aver ceduto alla forza logica, alle ragioni tecniche del Rossi, le critiche del quale, come spessissimo il Quadri mi diceva, avrebbe ribattuto ad una ad una, se mano mano usciva un articolo polemico sulla sua opera (e sì che furon molli e nella loro esposizione non moderali) la salute di lui non fosse andata sempre più declinando, cd il male da cui da lungo tempo era travaglialo non avesse fatti terribili e pur troppo fatali progressi a cui non’poco contribuì l’accoramento elio n’ebbe (1) dal vedere sì alla lunga malmenato il suo trattato d’armonia, clic non sarebbe a meravigliarsi, se egli lo avesse tenuto in maggior pregio di quel che per avventura valesse. giacche ovunque lo vide favorevolmente accolto e fatto scopo di lodi, e per esso già da molti anni decorosamente si procacciava comoda sussistenza. - Fra i manoscritti lasciati dal maestro Quadri nolansi alcuni brani in risposta al sig. maestro Rossi: morte troncò il suo lavoro fin dalle prime pagine. I principi elementari di musica ridoni a nuovo e più facile metodo in un volumetto separato precedono j la terza edizione delle.Lezioni di armonia; di essa al mio ritorno in città non - mancherò di farle avere una Godo infinitamente che questa circostanza fni abbia ^procuralo l’onore di ricevere una cortesissima e benevola lettera di Lei, clic per l’utile dell’arte tanto si distinguo nella letteratura, critica e didattica musicale. Is. C. j (I) Allorché dopo la inserzione dei primi articoli critici del maestro Rossi venne a nostra notizia che Vor defunto sig. Quadri era indisposto di salute, noi credemmo nostro debito sospendere la pubblicazione de’susseguenti; ma ui amico intimo del detto Quaaltro luogo atte censure del nominato maestro Rossi, ci assicurò che nulla o ben poco di esse censure si curava il Quadri e che per conto suo egli era tutl’altro che malcontento dell’inserzione, poiché riscrbavasi a suo tempo di ribatterle e di porne in evidenza la ingiustizia. B.