Pagina:Gazzetta Musicale di Milano, 1843.djvu/129

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SmiTTA MUSICALE MIMO II. N. 30. 25 Luglio -1843. DOMENICA DI MILANO ili ii i del In Si pubblica ogni domenica. — Nel corso dell’anno f danno ai signori Associati dodici pezzi di scelta music classica antica e moderna, destinali a comporre un vo lume in *.° di centocinquanta pagine cirCa, il quale u apposito elegante frontespizio liguralo si intitolerà An Il prezzo dell’associazione alla Gazzella e «IlV/rifo/ ed cITctt. Ausi. L.Uaffrancata di portò t’ìiio’ii’cool""’ " Monarchia Austriaca; il doppio per I associa/ione an. La musiiiue. par ries inftexions vives. aeccntuées, el, nualc. — I.a spedizione dei pezzi-di musica viene fatta • pnu r ai usi dire, parluutcs, exprime Inutes les’pas- mensilmente e franca di porlo ai diversi corrispondenti • stona, peint tims Ics tableaux, rend laus les objels. dello Studio liicorilì, nel piodo indicato nel Manifesto. ■ Journet la hature enlièreà ses savantei imilutions, I.c associazioni si ricevono in Milano presso I DIlleio • el porle ainsi jusqu’au cneur de ritornine dessert- della Gazzella in casa Ricordi, contraila degli Onie- “ ‘s propres a fémouvoir. ■ noni N." 17-iii; all’estero presso i principali negozianti ’ ’ ” iussf.jv. di musica c presso gli Ullici postali. - I,c lettere, i gruppi, cc. vorranno essere mandati franchi di porto. J. J. I I. Sugli Studj k sullk Oprrk dj ISenedcllo Marcello patrizio veneto. - II. Musica Mourkna. Sulla ’instabilità della musica. - III. Le Stacuom. Cantala di Giuseppe Havdn. - IV. Giumik Serenata nel palazzo del nobiliss. sig. Duca Antonio Litta Visconti Arcsi, - V. Cahtkgcio Parigi. - VI. Varietà’. - VII. NucaoLoiìiA. - Vili. Notizie Musicali Diverse. SUGLI STUDJ E SULLE OPERE IH Benedetto Marcello patrizio veneto. tutti confessano esser grandetente malagevole il cammino pergiungère a segnalarsi in qualsivoglia scienza od arte, dovrà jr certo utilissima estimarsi la intrapresa di chi si accinge a far conoscere i mezzi, che’alcuni preclari ingegni adoperarono per vincere le difficoltà che si opponevano nel percorrere la gloriosa palestra. i!ò tale ricerca può riuscire discara al filosofo, che vuol conoscere, e calcolare le forze della nte umana nelle sue più s blimi operazioni- Questi motivi mi ltah.no indotto a pubblicare un discorso intorno a Benedetto Marcello, prefiggendomi non già narrare la vita, diffusamente scritta da altri autori (t), ma bensì esporre ciocché riguarda in ispezialità il perfezionamento dell arte musicale, osservando com’egli abbia potuto giungere alla meta desiderata. Benedefto Marcello, figlio- di Agostino, patrizio veneto, nacque in Venezia il di 24 luglio 4G8G. Il saggio padre, dégno dell’alto suo lignaggio, e fornito a dovizia di beni di fortuna, annoveravasi tra più ragguardevoli patrizj. Egli stesso, addottrinato ne’ buoni studj’ e nelle belle arti, conosceva, che per ben educare i figli fa d’uopo ben istruirli, il perchè diedesi ogni cura più attenta, affinché Benedetto, ed i suoi fratelli. Alessandro e Girolamo, si trovassero a lato sin dalla prima infanzia uomini probi ed illuminati: ed egli aveva buone ragioni di adoperare in tal guisa. La nobiltà veneta continuava in quel tempo a risplendere, a cagione di personaggi illustri, e per geste di rinomanza storica, e per opere d’ingegno nelle scienze, nelle lettere, e nell’arti. Laonde l’amoroso ed avveduto padre non volea che i suoi figli I fossero inferiori agli altri loro eguali per j (1) Francesco Fontina, Vita di lienedello Marcello.

  • - Conte Mazzuchelli,- Memorie su Benedetto Marcello, |

a ed altri. condizione in una città,.dov’era tenuta in onore non meno la toga che la spada. Agostino.Marcello, non pago di procurare ai figli eccellenti precettori, osservava attentamente i loro progressi, prendeva parte nell’insegnamento, e ciò efie più monta, scrutinava con occhio indagatore le particolari loro disposizioni ne’ molliplici rami dell’umano sapere. Per siffatta guisa venne a scoprire in Benedetto una inclinazione manifesta per l’arte musicale, ed epco tosto per lui fissato un maestro di violino. Gonvien’dire, che fosse mediocre il profitto del giovanetto nel meccanismo di questo strQmento, mentre dopo alcun tempo uno de’ fratelli, che nel. suonarlo riusciva a meritarsi lòde, ebbe a pungerlo con un mordente mollo, che fu sprone per conseguire felici successi. Benedetto infatti, quasi avesse sentilo, alle parole del fratello, l’effetto d una elettrica scossa, con più fervore di prima tutto dedicossi ad apprendere le regole dell’arte armonica, e per tre anni continui, dal diciasettesimo al ventesimo, non usci giammai di-casa, sem-, preimqicrso nell’applicazione. Il dottissimo Gasparini Francesco, uno fra i non pochi die fiorivano a quel tempo in Venezia, ebbe il vanto d’essere prescelto per sua guida. Il discepolo, non pago di apprendere solamente le lezioni del maestro, diedesi lutto alla lettura delle Opere teoricopratiche sì degli antichi che dei moderni più famigerati autori. Fra questi primeggiano Palestriua e Zarlino, che fiorirono verso la metà del secolo XVI. Il primo di. questi fu capo della Scuola Romana e perfezionò il contrappunto, e il secondo fu considerato, per le dottissime sue Dissertazioni, e Dimostrazioni armoniche, il ristauratore e legislatore dell’arte (1). Fermo’ nel suo proposto il giovine Marcello. di buon grado sopportò la più gravosa, fatica,.impiegando con esatta perseveranza dieci ore al giorni). Dall’intenso studio un primaticcio frutto egli colse assai pregevole: e fu il suo Trattato dell’arte armonica ch’egli compose, diviso con saggio avvedimento in tre parti. Nella prima parla della natura del suono, rispetto all’arte: nella seconda de’varj sistemi: nella terza delle consonanze e dissonanze, e del modo di trattarle, delle fughe di contrap(I) L’elogio di Zarlino fu sci-ilio dall’Ab. 1). Girolamo Ravagnan, c slampato a Venezia l’anno 1819 dal.tipografo Zarletti. In questo Irovansi accennate tutte le opere clic die allò luce sì teoriche, che. pratiche. Vedi più di recente Detta vita c dette opere del Prete Giosc/fo Zarlino, Maestro nella Cappella Ducale di Venezia; Narrazione del sig. Consigliere Francesco Cafti. Venezia 1830. I punti doppj, e vi aggiunge alcune generali avvertenze per ben comporre. Questo trattato fu da fui compito prima dell’anno 21 della sua età, e porta in fronte la sentenza di Pitagora: Beino Geometriie expers ingrediatur. Sembra ch’egli non destinasse siffatto lavoro ad essere reso di pubblica ragione, ma che scrivendolo intendesse bensì a raccogliere in quello. per uso suo proprio, i migliori precetti che nelle opere dei precedenti e contemporanei autori,: aveva trovato dispersi, perciocché vedej va di quanta utilità dovevano riuscire a lui stesso nella pratica applicazione. Noi siamo d’avviso che operando in tal modo seguisse il pensamento del gran Bacone da Verulamio, il quale dichiara non poter l’uomo possedere a fondo la scienza, s’egli medesimo, a così dire, non l’ha creata. Nè si deve pretermettere che Marcello unitamente allo studio del Contrappunto coltivava i diversi rami dell’arte nel suono del gravicembalo, dell’organo, dell’accompagnamento e del canto; che studiava la natura degli strumenti nelle diverse loro classi, e per tal modo veniva ad acquistare tutte le cognizioni necessarie a formare un compositore perfetto. Non isfuggì alla vigilanza dell’occhio paterno il tenore di vitti adottato dal figlio, che staccatosi da ogni umano consorzio, e fatta volontaria prigione della casa, non usciva giammai a respirare l’aria libera, nè tampoco per brevi istanti voleva in altri oggetti svagare la mente. Pensando a ragione che cito riimpes aretini, semper si tensuhi habùcris, determinossi di troncare una fatica, il cui peso era superiore alla forza fisica dell’uomo, e senza frapporre indugio, seco il condusse in campagna, ove, il tenne per sei ijiesi consecutivi, interdicendogli ogni mezzo di continuare nel. pre-! diletto suo studio. Eppure l’amore de! figlio i per l’arte armonica deluse la vigilanza paterna, e fu in tale circostanza che, sopra carta rigata di propria mano, scrisse una; Messa, clic fu trovala molto bella da quegPintelligenti, al cui giudizio il padre meravigliandosi volle soggettarla. AgostinoMarcello, conosciuta nel figlio una volontà sì costante, e si prodigioso risullamenlo delle di Itti fatiche, stimò di seguire l’esempio di Bernardo Tasso, eli e abbandonò il figlio Torquato alla Poesia, dopo aver letto il Binaldo, che quegli aveva composto. La prova vinta da. Benedetto fu per lui un t incentivo a cose maggiori per dissodare, direm cosi, quel terreno che doveva essere Q smaltalo di fiori. o’ Tornato in città, qui avventurosamente fé