Pagina:Gazzetta Musicale di Milano, 1843.djvu/159

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— -155 > (Ja‘‘.claqueurs indomabili, come sogliono > altri, o sia finalmente perchè abbiano acqui. stata celebrità in grazia delle accennate j battaglie, continuano a mantenersi nel repertorio ed a chiamar spettatori. CARTEGGIO Parigi. Io sono desolato di non poter discendere alle piccanti particolarità clic diedero un’impronta affatto speciale alla prima ed unica rappresentazione del Pigeon-vole di Castil-Blaze, andato in isccna alcune sere fa al teatro Veiitadour. Come entrare «lifatti, volendo esser breve, nei dettagli di certi intrighi da palco scenico, di certe avventure da anticamera, di certe dispute più o meno pubbliche, di cui fu argomento questo dramma volubile, offerto finalmente a dispetto dei direttori dei teatri e del buon senso, al giudizio musicale dei pubblico parigino? Ma se io ommctlo tutto questo, non posso però tacervi clic la curiosili) era violentemente aguzzata dalla lettura di certi articoli, ilei quali Caslii-BIazc avea parlato di sò stesso, della sua opera con un’ammirazione lanlo furibonda, da far credere ad un certo disordine nello spirilo deìl’illust re rattoppatone dei capolavori musicali ed ollrcalpini. Egli, Castil-Blaze, confessava con una ingenuità adorabile d’essere il primo musicante del suo secolo, il più abile scrittore di libretti, l’unica creatura che potesse rialzare questo teatro lirico c cromatico, deplorabilmente caduto fra le mani dei Rossini, «lei Meycrbcer, degli IJalcvy, e dell’altra plebe musicale, che ho l’o, queste le segrete delirio consumato fra quattro alitici dinanzi é(li dietro ad. alcune bottiglie d’cccclicntc Champagne, ma piuttosto l’opinione.calma, riflessiva, meditata del giornalista, che manipolava i -suoi’articoli colla tranquillità d’un uomo clic pensa a quello che fa o che fa quello clic pensa, e che offriva per garanzia il suo nome scritto a lettere «li una grandezza abbastanza evidente. Da qualche tempo gli articoli di Castil-Blaze consistevano presso a poco nel seguente formolario. Non v’è altra musica che la musica, c Castil-Blaze ne ò il suo profeta-Segnato Castil-Blaze. " Dietro - tutto questo figuratevi con qual premura il mondo letterario, artistico, critico, c galante dovesse accorrere ad udir finalmente il grande capolavoro, annunzialo da tanto tempo, panigirizzato, esaltato, apotcizzalo regolarmente in tre o quattro colonne settimanali. Fu una pressa, un tumulto, un affollarsi, che potea lusingare tutti gli amor proprii, quello del -Signor Castil-Blaze compreso.-La Giraffa non avea prodotto tanta sensazione sul pubblico. Questa rappresentazione adunque tanto eccezionale nelle sue antecedenze, continuò ad esserlo fino alla fine. Non si applaudì, non si fischiò, nò si rimase muti ed indifferenti: queste ire forme di successo sono troppo tradizionali cd antiche, perchè si attagliassero ad una creatura c ad un’opera tanto eccentriche quanto lo sono’ Caslil-Blasc ed il suo piccione. Le risa più sonore, più animate, accompagnarono la produzione del capolavoro; parole e musica ottennero un successo assolutamente diafragmatico, epiteto di cui chiederete la spiegazione al primo medico clic troverete per via. 10 ve ne guarantisco per ora l’a proposito c l’esattezza. Nei giorni successivi a questa rappresentazione, che ha tutto il diritto al titolo di stravagante, la piccola c la grande stampa si diverti in mille maniere, alle spalle di.Castil-Blaze, gettando frizzi, epigrammi, satire più o meno spiritose sull’illustre testa dell’autore del Pigcon-Vole. Fu una continuazione tipografica dell’omcrico riso degli spettatori. Ebbene!-CasliI Blazc guardò tranquillamente questi visi che s’agitavano nella convulsione del riso, lasciò scorrere queste penne intinte d’una pece Rabcliana, e poi si assise con calma e con dignità vicino al suo scrittojo, cd improvvisò un articolo in propria lode, un articolo in cui confessa di voler conservare ancora il suo posto di genio, non accettando per ora che l’aggiunta dell’aggettivo incompreso. Il sangue freddo di quest’uomo, la-profondità della sua ammirazione, il suo procolismo, per usare un termine del tutto italiano, verso sé stesso, sono dei fatti forse unici nella cronaca’ del mondo intellettuale. Niente lo scompone, niente lo agita, niente getta dei dubbi, delle incertezze in questa testa; egli vuol essere a tutta forza il più grande dei maestri, c lo vuol essere se dovesse versare dei barili d’inchiostro;.cosa da cui 11 ciclo ò pregato istantemente ili preservarci. • Caslil-BIazc è sicuramente in lai modo- uno degli w uomini più singolari della nostra epoca. Circondato da? una folla di alci di tutte le sorta, di increduli, di in| differenti, egli ha saputo conservarsi intatta una relip gione; mentre tutto intorno a lui respira la noja, la | stanchezza, il dubbio, nel suo sguardo voi leggete una fede, un entusiasmo, una vera c grande idolatria; nella società tutto tituba, tutto ò tremolante, le are cd i numi minacciano di cadere sotto il peso d’un gravoso scetticismo, ed egli; egli- ha innalzalo un aliare, brillante di splendori c di pompe, profumalo dagli incensi, bagnato, se non dal sangue di molte vittime, per lo meno da molte bottiglie d’inchiostro, ed innanzi a questo altare se ne sta là inginocchialo col raccoglimento d’un santo, col fervore «l’un credente, colla pazienza d’un martire, mormorando preghiere, inni, allclluja cd Osanna! Nobile c felice creatura! Con qual voce da slcntore, non ha egli saputo gridare a questa plebe che ripete gli Dei se ne vanno, più severo, il più caldo, il più sincero incutile del mondo! Gli Dei se ne vanno? Grazie dell’avviso, ma aspettate almeno che sia morto Castil-Blaze per gridare gli Dei sono ondali. Almeno questa è la sua opinione. Credetemi intanto Vostro affezionatissimo. TEATRO RE Mm Catunniadi Serihe •Prima recita della Compagnia diretta da Gustavo Modena (*). Nell’ultimo numero del presente giornale, parlando dell’imminente comparsa di questa compagnia sulle no-. sire scene, formata nella maggior parte di giovani che il Modena prese seco col proposito di educarli nell’arte difficile delia recitazione, noi, sebbene confidentissimi nella gran valentia del maestro, andavamo molto a rilento nel pronosticare sul conio del di lei merito, ma ora ci gode, veramente l’animo di poter soggiungere, clic quel nostro annunzio era al disotto del vero, c ci affrettiamo a farlo noto, quantunque it tempo stringa c poco spazio ci rimanga nel foglio. Ai particolari adunque un’altra volta o per dir mcglio altre volte. In allora noi daremo i nomi dei singoli attori, diremo delia maggiore o minore attitudine degli uni c degli altri, faremo osservare come i molti nuovi o nuovissimi all’arte siano stati con buon accorgimento cementati con alcuni attori provetti, ci occuperemo di madamigella Adelia gentile e recente conquista fatta dall’arte, e via via. Per ora coloro che hanno confidenza nel miglioramento ite’ nostri commedianti, si consolino c sappiano clic Modena ci par.c abbia avuta la mano discretamente felice nella scelta de’ propri clementi, e che nessun altro avrebbe saputo trarne in si breve, tempo un si grande.profitto. Buon volere, intelligenza’,, emancipazione dai prcgiudizj di casta, c studio di evitare il solito manierismo teatrale, ci sembrarono i distintivi di quello stuolo di artisti nascituri, comprensivamente alle attrici che si fecero notare eziandio per sfarzo c buon gusto ncll’abbigliarsi, non clic per aggraziato c signorile contegno. Questo per le generali; in particolare poi trovammo lodcvolissima la cosi detta mise en scéne, e non ci ricorda d’aver visto una più accurata disposizione dei gruppi e delie persone che non parlano. Siane dunque lode al Direttore, clic al suo primo apparire venne da un scélto ed affollato uditorio salutato con una commovente salva d’applausi, cd ebbe la compiacenza di dividerne un’altra co’ suoi colleglli e discepoli a spettacolo, finito. Egli’sostennc in modo meraviglioso, secondo il solito, la parte del Ministro Raimondo., G. I. O A torto taluni, che pure si dicono amatori del teatro drammatico, ebbero a lagnarsi clic il Modena aumentasse di cinquanta centesimi il prezzo del biglietto d’ingresso; clic fino al presente per le compagnie italiane, anche le migliori, stette limitato a una sola lira. Il lamento ne sembrò fuor di proposito per più ragioni. Si grida incessantemente contro la miseria dell’arte comica italiana, si declama contro la nessuna cultura, la trascuraggine, l’ignoranza de’.nostri attori, si maledice alla povertà de’repcrtorii non d’altro infarciti clic d’improprie traduzioni, c con dispettosa impazienza si invoca un rimedio a tanti guai, c si soffre con inquieto mal umore la troppa inferiorità nostra a petto de’ Francesi. Ma com’ò egli mai possibile ottenere che si veggano più o meno presto adempite queste giuste esigenze, se il pubblico non si abitua anzi tutto a tenere la drammatica italiana in miglior conto di quanto fece finóra? E il primo atto col quale ò dato al pubblico l’addimostrare il suo. amore ad un’arte, è appunto il non rifiutarsi a’compcnsarne degnamente i cultori, c a dar loro i mezzi di far fronte alle lantc difficoltà «Fogni natura clic si oppongono al suo prosperamento. Il.Modena è deciso a dirigere i suoi artisti sulla via delle più urgenti riforme, cd è uomo da ottenere tutto quel più cui può pretendersi tra noi per ora. Ma perché ci possa- procedere alacre nell’opera intrapresa ha d’uopo die gli vengano porli i mezzi a superare i non pochi materiali ostacoli di che l’arte sua è ingombra. Una soia porzione de’ tanti fervorosi amatori del | Teatro,.voglia recarsi volonterosa alle rccite di que- < sta nuova compagnia, ’ voglia confortarne gli sforzi ■ senza meschine economi clic riserve sul prezzo del i biglietto o sul costo _de’ paletti, c in breve tempo si f vedranno i buoni risultati di quel generoso favor, popolare clic tra noi fu finora troppo limitatamente accordato all’arte drammatica, a quest’arte che più direttamente di qualunque altro contribuisce al miglioramento de’costumi, c può dirsi vera cd efficace inscgifutricc di gentilezza. ANEDDOTI MUSICALI Lacépèdc, che non era compositore di musica men valente di quel che fosse gran naturalista, aveva composta un’Opera intitolata Omfalc. Ricevuta all’Accadcmie Rogale de •Musique, quest’opera restò due anni sepolta negli archiviti Finalmente dopo iterate sollecitazioni si deciso che sarclibcsi posta in iscena e il di della prova generale arrivò. Ogni cosa pareva presagire un clamoroso successo quando il capriccio di una cantante fece andar tutto a monte c la rappresentazione venne sospesa. Disgustalo del teatro al quale voleva dedicarsi per. professione, l’autore giurò che vi rinunziava per sempre, e cosi fu. Se’ Omfale fosscsi rappresentata con acclamazione, com’era probabile, forse.succedeva clic il nome di Lacépèdc, invece di andar a collocarsi vicino a quelli di Buffon e di Cuvicr, Sarcbbcsi rannicchiato tra mezzo a que’ di Mozart c di Rossini, lì a supporre che ove molti virtuosi e maestri compositori, al primo tentare l’arringo teatrale, si fossero scontrali in qualche ostacolo clic li respingesse, sarebbero per avventura riusciti migliori naturalisti, o fisici od anche meccanici di quel che siano sorliti venditori di voci c fabbricatori di Opere. Un’attrice cantante che dovea prodursi per la prima volta sur un grande teatro, pciisò di accaparrarsi il voto de’ due principali giornalisti della città, e il di della prova mandò all’uno c all’altro un gentil bigliettino nel quale raccomanda vasi dilicalamenlo per un articolo d’encomio, lasciando presentine la sua disposizione di compensarne il redattore con nobile generosità. Ebbe luogo la recita c la cantante non piacque. - Uno dei due giornalisti, di pasta molte, la lodò con frasi enfatiche e la trovò mirabile in ogni.cosa; l’altro più tirato c severo, biasimò il suo metodo di canto, la sua azione, insomma lutto; Il giorno susseguente gli pervenne un picciolo astuccio con entro ricchissima spilla accompagnata da queste due righe: a Al più sagace c imparziale de’ giornalisti in segno di gratitudine c di stima, ecc. n In pari tempo al redattore suo collega, colui che sperticatamente aveva encomiata la cattiva cantante, veniva recata una scattola, nella quale s’acchiudevano due belle orecchie d’asino lavorate in pulito cordovano c accompagnale d’un pezzetto di carta clic diceva a AI più bestialc.dc’critici teatrali in segno di sprezzo c di beffa». L’uno e l’altro dono cran mandati dalla cattiva cantante; se non clic il servo aveva sbagliato t’indirizzo; ia spilla era toccala al giornalista imparziale, il quale la rifiuto; le orecchie d’asino al giornalista encomiatore, il quale per prudenza fece lo gnorri c se la tenne. Ed anche l’astuta virtuosa, avvertita dell’infausto, scambio, non volle darsene per intesa nella paura’di esser posta in canzone, c si tacque è così s; trovò che a suo marcio dispetto ella crasi mostrala donna di molto spirito, forse la prima c l’ultima volta in sua vita. A Rossini,, quando fu ultimamente a Milano,’ un tale domandò se una certa cantante clic proclamavasi di gran cartello era proprio degna del Teatro della Scala, a Della Scala del Teatro» rispose tutto serio Rossini. — Un celebre compositore di Opere, che si picca di molla filosofia, avendo musicala una terribile scena di finale, chiamò il poeta autor del libretto a sentire al pianoforte l’effetto delle sue melodrammatiche ispira-! zioni. Ad un certo pùnto della scena il tenore alzando il pugnale gridava «Empia morrai!» alle quali parole il maestro aveva posta una frase piena di fi