Pagina:Gazzetta Musicale di Milano, 1843.djvu/165

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GAZZETTA MISIGHE ANNO II. DOMENICA N. 38. 47 Settembre -1845. Si pubblica ogni domenica. — Nel corso dell’anno si danno ai signori Associati dodici pezzi di scelta musica classica antica e moderna, destinati a comporre un volume in A." dì centocinquanta pagine circa, il quale in apposito elegante frontespizio figurato si intitolerà AsI. Vaeirta’. Una dilettante di pianoforte. - II Consiglio per quelli che apprendono la composizione musicale. - III. Accademia ni Musica vocale ed istrumcntalc eseguitasi nell’I. R. Conservatorio. - IV. Giudizi di Goéthr sulla musica Italiana c Tedesca - V. Inconvenienze ed intemperanza de’ virtuosi. - VI. Notizie Musicali Diverse. - VII. Nuove Pubblicazioni MuV ARI ISTÀ. UNA DIFETTANTE DI PIANOFORTE ^^“■"C^uonavano al Duomo le sette ore ^tS$g}del mattino, quando madamigel-^ele u<^‘ picchiare all’uscio ^^^^A@della sua camera da letto. «Su presto, donna Adelina, questa mattina c’è lezione di cembalo. Il sig. papà m’ha detto che non vuole che si perda neppure un minuto del tempo della seduta, [>erchè il biglietto costa due franchi». Era a voce di madama G***, una vecchia grenoblese di nobilissima famiglia scaduta, e allogata presso il barone 11*** quale governante della, giovinetta unica sua figlia. La bella Adelina sbadigliò tre volte, si strofinò gli occhi, guardò la soffitta, tornò a sbadigliare: indi, calata con tutta flemma una gamba dal letto, poi l’altra, poi indossata la vesta da camera, e messo alla sbadata il fazzoletlino da collo, mezzo tra sonnacchiosa, svogliata e di mal umore, entrò nella vicina sala, e tirandosi dietro con lungo stropiccio le pianelle, alzò la coperta del pianoforte, accostò la scranna e sedè. «E anche oggi dovrò ingojarmi questa noja, disse fra sè la fanciulla: E mio padre è tanto incapricciato di farmi diventare una grande filarmonica, me che oramai ho a fastidio la musica...» Di li a pochi minuti fece capolino dall’uscio opposto ser Minuzio, il maestro di cembalo; si avvicinò, e gli venne trovala la bella Adelina che si era nuovamente addormentata colle spalle abbandonate al dorsale della sedia, col capo chinato sur una spalla e le mani penzoloni tra l’una e l’altra foglia di una Grande Sonate de Dussek noce accompagnement de violon alto, et violoncelli. Ser Minuzio è un ottimo galantuomo, amico sviscerato delle sue antiche abitudini, delle sue lezioni a due franchi, delle tavole ben imbandite, del cioccolatte della fabbrica Girondelli e del vino di Magenta. Al pri— DI MILANO La musique, par des inflexions vives, accentuées, et, • pour ainsi dire, parlantes, exprime toutes les pas• sions, peint tout les tableaux, rend tous les objets, • soumet la nattire entière à ses savantes imitations, • et porte ainsi jusqu’au coeur de l’homme des sen• timents propres à l’émouvoir. • Il prezzo dcH’associnzione alla Gazzella e M’Antologia classica musicale c dicffeit. Ausi. U. 12 per semestre, ed cITelt. Ausi. I,. 14 affrancata di porlo fino ai conlinidclla Monarchia Austriaca; il doppio per l’associazione annuale. — I,a spedizione dei pezzi di musica viene fatta mensilmente e’ franca di porto ai diversi corrispondenti dello Studio Ricordi, nel modo indicato nel Manifesto. — Le associazioni si ricevono in Milano presso l’Ulllcio della Gazzella in casa Ricordi, contrada degli Omcnoni N.° 1720; a.lPestero presso i principali negozianti di musica c presso gli Urtici postali. — Le lettere, i gruppi, cc. vorranno essere mandati franchi di porto. mo suo entrare nella sala non si accorse che la gentile donna Adelina aveva le pupille dolcemente chiuse al sonno, e fece la solita triplice riverenza di saluto,abbassando tre volte il cappello verso terra, e tre volte alzandolo verso il mento. II fruscio de’suoi stivali nuovi destò in soprassalto donna Adelina, la quale, come vergognata di essere stata sorpresa in quell’atteggiamento sì poco musicale, affrettossi ad assestare sul leggìo la partitura di Dusseck, e a fare scorrere ambe le mani sulla vasta tastiera. «Oh che spiritino, che spiritino folletto! esclamò ser Minuzio tutto sorridente del più onesto sorriso di adulazione che mai sfiorasse le labbra di un galantuomo,che non ha peranco fatto colazione e che ha grandissimo desiderio di meritarsela gratis; ella, mia cara donna Adelina, ha troppo entusiasmo per la musica, ha troppa smania di farsi celebre, è troppo indefessa allo studio... Io non vorrei che questo suo fuoco le facesse male alla salute: Est modus in rebus.» Adelina portò una mano sulla bocca, e nascose un altro saporitissimo sbadiglio, che certo non doveva essere l’ultimo in quella mattinata musicale. Intanto ser Minuzio con tutta pacatezza moveva il passo verso la opposta estremità della sala, ove si recava a deporre il cappello e il bastoncino. Indi, tornando adagio adagio verso il pianoforte: «Il primo e principale inse- j| guarnente da darsi a un degno allievo di jj cembalo, esclamava, è la vera e giusta positura della persona. Il petto in fuori, la testa alta, l’occhio vivace» e levavasi di tasca la tabacchiera, ne prendeva con accuratezza una gran presa e la fiutava con tutta la gravità del più riflessivo sibarismo. «I moderni istitutori di pianoforte, proseguiva, non le curano queste cose, e le chiamano frivolezze, ed hanno torto... Rossini, per esempio, sta al cembalo malissimo, e per queste Rossini, è, fu, e sarà sempre un mediocre maestro... Di Bellini non parlo: ora il poverino è tra i quondam e pace all’anima sua, maini ricordo d’averlo veduto al pianoforte!... Uri orrore! un vero òrrore! Ma io, che mi vanto dell’antica scuola, e che sono allievo di uno dei più grandi compositori del secolo d’oro della musica, voglio dire del famoso maestro Mosca, io posso assicurare... Qui donna Adelina ebbe a prorompere con una gran risata, perchè, data un oc-: chiata di sfuggita alla partitura, si era ac- j corta che nella fretta avevaia messa colle | gambe in aria, onde tutte le scale ascen- P denti diventavano discendenti, le note prò- j fonde metamorfosavansi in tante voci acute e così via via. Destino consuete di molte musiche prese al rovescio. Entrò nella sala il barone R*"*, il papà di Adelina, un bell’omaccione di scssant anni o poco meno. Acerrimo nemico di tutte le idee moderne, egli suole in ogni suo discorso incastrare un’invettiva ai romanzi di Balzac, e ai drammi di Vittor Hugo. Le strade di ferro sono la sua antipatia. Egli si dice fanatico per la musica, e si spaccia per dotto nella scienza del contrappunto. Ma non ha mai potuto soffrire le partiture di Rossini; ei le trova piene di barocchismi. Quelle di Bellini e in ispecie i Puritani putono per lui di rivoluzionario: le avrebbe fatte proibire volentieri dalla censura, ed anche abbruciare, massime il famoso duetto dei due bassi: Saprem sfidar la morte, gridando libertà. «Ebbene, ser Minuzio, come va la scolara; facciamo o non facciamo progressi? ei domanda al vecchio professóre. «Eh si immagini, signor barone, signor eccellenza; benissimo, moltissimo! La signora baronessina ha un genio, ha un istinto per la musica... Ma già figlia di tanto padre... «Bravo, ser Minuzio, sono contento del fatto vostro. Continuate sulle orme dei nostri vecchi... «Oh non dubiti, eccellenza... «Non lasciatevi sedurre dalla stravaganza degli innovatori... «Il cielo me ne guardi, signor barone... «Ehi! chi è di là? (Si presenta unti livrea). Si porti il cioccolatte al maestro... «Ma troppa bontà, tròppa cortesia! «In mia casa si è sempre usate cosi. Ma voi procurate di non perder tempo. «Immagini... «I minuti sono preziosi, mi capite!... «Preziosissimi: e d’altronde donna Adelina, che ha tanta passione perla musica, non mi permetterebbe... Il baione non gli fece l’onore di rimaner ad udire il fine della sua frase... Gli voltò le spalle ed usci... Egli stimava queste un modo eccellente a dimostrare la superiorità del rango. Intanto ser Minuzio si era sedute al fianco della spiritosa sua scolara. Si levava i guanti, e li ripiegava l’un nell’altro; toglievasi di tasca gli occhiali, coll’angolo del fazzoletto ne puliva diligentemente i cristalli, inforcavaseli sul naso, appuntava ambe le mani sulle ginocchia, e chinalo colla dovuta lentezza il capo verso il leggio, accennava di voler dare finalmente principio alla lezione, Una buona mezz’ora era già passata.