Pagina:Gazzetta Musicale di Milano, 1843.djvu/174

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) poli die’ compimento alla Giannina e Ber- jj | riardane, fece la bella farsa del Credulo, j|. la Donna al peggior s’appiglia, le Trame | deluse (dov e quella famosa e magica aria, «Sei morelli e quattro bai)» 1 Impresario in angustie ed il Fanatico burlato, capolavori di estro, di novità e di puro stile comico, die troveranno sèmpre apprezzatori, ed a cui non pochi maestri d’oggidì ricorrono per abbellirsi di si preziose spoglie. Né Cimarosa lasciò intentato il venerando genere messo in uso da S. Filippo Neri: cìie anzi il di lui Sagri/i zio d’A bramo. dato nel 1784 al Fondo, viene annoverato fra i più eccellenti oratorii. La riputazione del Cimarosa veniva intanto diffondendosi per tutta Europa e il di lui nome sonava riverito di città in città. Caterina II imperatrice delle Russie, tutlor commossa dalle creazioni di Paesiello, che di fresco era ritornato in Italia. e vogliosa di sentire il di lui competitore, lo fece sollecitare onde a lei tosto venisse: égli esitò alquanto prima di corrisponu all’onorevole invito, finché mosso dalle seducenti e vantaggiose condizioni a lui profferte, e dalla vaghezza di visitare nuove contrade, prese la via di Pietroburgo al principio del 4787, e costretto a soffermarsi a Torino, ivi in pochi giorni lasciò sfuggir dalla penna i! Valdo miro. Ripiglialo quindi il suo cammino ed arrivato alla Corte della generosa Autocrata, venne da lei benevolmente accolto, e gli fu conferito il titolo di compositore del teatro Imperiale e di camerà di S. M. Ne’quattro anni ch’ivi soggiornò diede prova di una fecondità e prontezza, componendo con senza par; (stancabile assiduità una cantata pel principe Potemhin col titolo la Serata non preveduta. quattro grandi spartiti teatrali, cioè: la Vergine del Sole, la Felicità inaspettata, Cleopatra, e l’Alene edificata; una messa da Requiem per i funerali della duchessa Serra Capriola, e più di cinquecento pezzi sciolti, parte vocali e parte istrumentali a servizio della Corte. Fu colmato d’ogni sorta di ricompense e gentilezze da’primarii signori russi e dallo stesso Paolo I. che nel 1788 si degnò di far tenere al fonte battesimale un suo figliuolo, imponendogli il proprio nome. Cimarosa di più non avrebbe potuto desiderare, se la sua salute non avesse comincialo a provare i tristi effetti dell’eccessivo rigore di quel clima tanto diverso dal suo natio, e questa fu la prepotente cagione che lo costrinse a prender commiato da Pietroburgo. Passando per la Polonia fu da quel re chiamato, convitalo, e regalato d’una preziosa tabacchiera di diaspro contorniata di diamanti. Nuovi onori l’attendevano a Vienna. Il munificentissimo imperatore Leopoldo, volendo decorar la sua Corte d’un sì nobile e peregrino ingegno, gli assegnò uno stipendio annuo di dodici mila fiorini e l’alloggio, nominandolo nello stesso tempo maestro di camera e del teatro. Ne’dueanni da esso passati nella capitale austriaca compose la Calamita dei cuori, Amor rende sagace ed il di lui capolavoro,il maraviglioso Matrimonio segreto, che più d’ogni altra partitura appalesa miglipramenti incalcolabili dal Cimarosa nella musica scenica operati. Aveva allora trentotto anni, quindici dei quali, o | poco o più, impiegati nello scrivere circa set’tanta Opere drammatiche, oltre un’immensa | quantità di musica d’altro genere; ma an) zichè la sua vena si trovasse per tanto uso inaridita, provò eli’essa era tuttavia nella maggior sua copia, colla creazione di quest’ultimo capolavoro, i singoli pezzi del quale possono riguardarsi come insuperabili modelli di brio, d’originalità, d’eleganza, di spontaneità, ecc., abbelliti di tutte le grazie dell’arte, e composti giusta le infallibili norme prescritte dal sentimento e dalla natura. L’effetto della prima rappresentazione fu si grande, che l’Imperatore rapito da tante bellezze, fatta al momento allestire una lauta cena pe’ cantanti ed i professori d’orchestra, ordinò che dopo cenato, nella medesima notte, venisse replicato lo spartito, e che al compositore si regalassero cinquecento doppie napoletane. L’anno 1792 sarà mai sempre memorabile ne’ fasti della musica; poiché comparve il Matrimonio segreto, e nacque Rossini. (Sarà continuato) CARTEGGIO Firenze, 19 settembre Il dì sesto de! corrente settembre, in una delle sale dell’Accademia di Belle Arti in S. Caterina, sostencvasi pubblico esperimento dai giovani allievi della classe di musica, c si aggiudicavano dagli accademici professori i premj di emulazione, clic annualmente si concedono a quelli clic più tra loro per progressi sanno distinguersi. - Prima a scendere in lizza fu la scuola di violino, ed il giovinetto Carlo Conti di S. Miniato vinse a voti unanimi il premio, suonando delle non focili variazioni di David. Si distinse specialmente per esattezza nel tempo, gusto di esecuzione, bel maneggio di arco ed inappuntabile intuonazionc. Alla scuola di violino successe quella di pianoforte. La signora Giuseppina Bruschetti ottenne il premio, o mostrò di non aver risparmiato studio per vincere le materiali difficoltà della esecuzione sul diffìcile islromcnlo da lei coltivato. Terza a scendere nell’arena fu la scuola di canto. Tra i numerosi allievi di questa, prima a distinguersi fu la signora Maria Turchini, ili Firenze, che cantò con generale applauso la grande Aria di Elena nel Murino Fatiero. Pare clic si possa con sicurezza presagire a questa giovane una brillante carriera sulle scene a cui sembra si voglia dedicare, attesoché ai doni naturali non comuni che possiede, unisce buono stile attinto ad una pinzala scuola di canto. La signora Rosalia Boutct riportò l’accessit, e, quantunque non dotata di fortissima nè molto estesa voce, si distinse per esattezza di esecuzione e castigato metodo. l’u pure premialo il baritono signor Pietro Sbolei, che con una voce alquanto fallace ma piuttosto grata cantò un’aria di Mercadanle nei Briganti. In generale ne disse con lode tutta la parte di grazia, ma gli mancò alquanto il vigore cd un sufficiente granilo nelle cose di agilità clic vi sono in gran numero. Dopo aver rammentato tutti questi nomi è giusto che non si tacciano neppure quelli del signor Paeinolli e del giovinetto Jefte Sbolei, ambo fiorentini, dei quali il primo ottenne il premio di contrappunto, il secondo quello di solfeggio. Nella stessa occasione fu reso pubblico anche il giudizio del corpo accademico, che tra i sci concorrenti al gran premio triennale di composizione, lo aggiudico alla signora Carolina Coltellini Beaudovin bolognese, per aver posto in musica a forma del programma il Salmo Confitebor Ubi Domine, a quattro voci con accompagnamento di orchestra, in modo clic se non è assolutamente superiore ad ogni eccezione, merita però lode non connine. Dopo il concorso, gli alunni intrattennero il pubblico con l’esecuzione di varj pezzi di musica in forma di accademia. Primi brillarono in essa quelli della scuola di violino, diretta dal prof. Cav. Giorgctti, c portata da lui nel breve tempo che ne è alla lesta ad un punto tale, da potere stare a fronte di qualunque altra anche delle più celebrate. Ognuno potè riscontrare molto gusto di esecuzione, dei nettissimi colpi d’arco, un bello stile largo e la solita precisione di intuonazionc nel giovine Agostini, che suonò l’adagio ed il rondò del bel concerto in la minore di Rhodc. Ed ognuno poi potò ammirare l’unione c la forza degli otto giovani, che insieme a conveniente numero di altri artisti presero parte all’accompagnamento dei pezzi si vocali clic istrumcntali, e specialmente all’esecuzione con parli quadruplicate del primo tempo di un sestetto a due violini, due viole, violoncello, e contrabbasso,, scritto per tal circostanza dal sullodato Giorgitti. È di desiderare che voglia esso presto dar coiiipimcnto agli altri tempi che in queste composizioni, | secondo il costume ormai invalso, sogliono tener die-; tro al primo,’ c render di pubblica ragione questo ( suo lavoro, clic al merito di una condotta bella per i logica deduzione dei pensieri, di una ricca mo- e delazione, di una elaboratissima fattura, unisce l’al- *■ tro non comune di molla eleganza c spontaneità. Gli alunni della scuola di canto eseguirono lodevolmente il finale dell’atto primo dell’oratorio Deboru, composto dal loro precettore il maestro Ferdinando Ceccherini, cd ognuno in mezzo a quella molto elaborata composizione, applaudì specialmente al grandioso adagio, di bellissima e larga fattura, c ili maestosa austerità di stile. 1 signori Gaspcro Banfi ed Emilio Bianchi eseguirono lodevolmente delle variazioni a l mani per pianoforte, composizióne del dilettante signor F. Targctli; cd in fine gli alunni tutti delle scuole di musica chiusero il trattenimento, eseguendo con bell’accordo c precisione un magnifico coro fugato del Timoteo di llàndcl. La mattina poi del di 17 S. E. il signor consigliere don Neri dei principi Corsini, di commissione e rappresentanza di S. A. il Gran-Duca portavasi all’Accademia di belle arti, cd accompagnato dai superiori impiegali dello stabilimento, in presenza degli accademici sì professori che onorarj, e di scelto concorso, distribuiva di propria mano le medaglie di onore agli alunni ed artisti premiali, riuniti nella gran sala detta del Buon-Umore in S. Matteo. In tal circostanza, in vece del celebre Niecolini segretario accademico, di cui lutti.lamentano il Silenzio da molti anni conservalo in simili solenni occasioni, il signor Ferdinando Ranalli intrattenne la scelta udienza, leggendo un suo dotto ragionamento in cui a lungo dissertò sui pregi artistici che distinsero il sommo Leonardo da Vinci. Casamorata Parigi li... Monpou, l’autore di varie romanze, che godono ancora d’una grande popolarità, il maestro che avea composte pcll’Qpéra-comique,les deux Beine»; le Piquillo e pel teatro della Benaissance la Citaste Susanne, tre spartiti clic avevano dal più al meno ottenuto un brillante successo, il compositore clic univa ad una immaginazione viva, feconda, piena di idee felici cd abbastanza originali, delle cognizioni artistiche incomplete ed assai poco profonde, morì nel mezzo d’una carriera clic cominciava ad esser splendida, ucciso quasi dall’eccessiva applicazione con cui s’ero dedicato al lavoro. E fu questa una vera perdila per l’arte, che polca aspettarsi dei frutti preziosi da quest’ingegno vivace c fecondo, clic possedeva la più bella delle qualità clic dovrebbero esser proprie, d’un artista, la facoltà cioè dell’invenzione, questo tesoro che tutti sono persuasi di possedere, sebbene assai pochi riescano a far dividere quest’onorevole persuasione al pubblico. E questa morte fu tanto più deplorabile in quanto colse Monpou nel mentre era dietro a terminare il Lambert Simnel, peli’Opéra-comiquc, che rimase così incompiuto, e. che sarebbe stato perduto polla scena, se uno de’ più distinti ingegni musicali della Francia, il sig. Adolfo Adam, non si fosse assunta l’onorevole c generosa missione di dar l’ultima mano alla fatica del defunto maestro. Grazie dunque a questo nobile concorso, il pubblico dell’Opéra-comiquc potè raccogliere il retaggio delle, ultime ispirazioni di Monpou, e gettare, cosi una corona d’alloro su questa tomba apertasi ahi! troppo presto dinanzi ai passi d’un giovane, a cui la natura aveva largito ii più raro c il più prezioso de’ suoi doni, il talento. Mercè dunque à questa circostanza funebre, la prima rappresentazione del Simnel prese un doppio carattere. di solennità, che venne ampiamente giustificata dal merito intrinseco del nuovo spartito. E ben vero però che tutto concorse a rendere la cornice degna del quadro; Adam colla religiosa premura con cui adempì al suo incarico, il direttore Crosnicr non ommcttcndo nulla perchè la messa in scena avesse tutte le attrattive del lusso e dello splendore, gli artisti sfoggiando una esecuzione accurata, squisita, degna insomma di ogni elogio sotto tulli i riguardi. Così gli applausi nu. morosi, frequenti clic ccchcggiarono in teatro, non fui rono un semplice omaggio di compianto e di ricor! danza, ma l’espressione più vera, più meritata della I pubblica soddisfazione, clic trovava un perfetto accor! do nell’importanza artistica dell’opera, c nei mezzi adoj peniti per interpretarla. 11 libretto di questo spartito è di Scribe c Mcli Icsvillc; l’argomento è tolto da una pagina della «storia (l’Inghilterra, resa celebre dai fotti c dalle imI prese d’un avventuriero, conosciuto generalmente sotto.! il nome di Re-fornaio. Io non vi forò l’analisi di que- C | sto nuovo prodotto dell’imaginazione e della fertilità ì il dei due più operosi provveditori dei grandi c piccoli e j teatri; vi basterà che vi dica, offrire, questo libretto * II delle situazioni interessanti, delle posizioni m ’ "