Pagina:Gazzetta Musicale di Milano, 1843.djvu/175

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- ili | intrigo condotto con gusto c con abilità, c clic lascia» convenientemente sospesa la curiosità dello spettatore;

  • c mi pare che con tali pregi le attuali esigenze per un

t libretto per musica sieno abbastanza soddisfatte, j Riguardo alle note io vi diri) che presentano i pregi ’ c i difetti dell organizzazione musicale, che era propria di Monpou: delle idee clic non mancano di novità e di freschezza ma una certa indecisione sui modi d’interpretarle, maggior lusso d’imaginazione che di scienza, più leggerezza clic studio, dei pezzi più apprezzabili pel concetto che polla forma. I pezzi che fermarono maggiormente la generale attenzione furono l’introduzione istrumenlale, ohe consiste in un a solo di v ioloncello d’un effetto delizioso; l’introduzione vocale, P aria di Simncl, ed un terzetto che è forse il migliore frammento di questo eccellente spartito. Questi pezzi appartengono al primo alto, che è senza contraddizione supcriore ai due suoi confratelli, nei quali si risente un po’ la stanchezza d’una fantasia aggravata dalla fatica, e forse dalla malattia che cominciava a minare l’esistenza del loro giovane autore. Masse!, il protagonista, madamigella Darcicr, la Prcvost, la Rcvilly, Grard, Mockcr, Grignon, Duvcrnoy, i cori c l’orchestra, tutti disimpegnarono, in proporzione dei rispettivi loro mezzi, assai lodevolmente alle loro parti. Il pubblico tenne a calcolo tutti questi sforzi, e seppe dare a tutti una conveniente retribuzione co’ suoi applausi sempre concordi c spesse volte ripetuti. Frattanto si si apparecchia con grandi preparativi ad affrontare alla Grand’Optra la stagione d’inverno. Le prove del Don Sébastien de Portugal, opera in cinque atti di Scribc c di Donizctti, sono molto avanzate, e pcrmctlon di sperare che questo lavoro, su cui la, direzione fonda tante speranze, possa essere offerto alia pubblica impazienza verso la line del vicino ottobre. Si sta pure studiando con premura un ballo in Ire atti intitolato Un Caprice di Saint-Gcorge c Mazillicr, c la cui musica sarà un interessante mosaico, giacché fu affidalo a Ire maestri diversi, vale a dire a Burgmullcr già conosciuto pel suo valzer della Gisella e pclla sua musica della Peri, ed ai signori Flotow e Deldcvcz ignoti ancora, ma, dai quali si si ripromette assai, giacche sf sospetta che posseggano molto ingegno. Si darà pure un’opera in due alti, di cui si tacciono ancora i nomi degli autori, c la stagione non si chiuderà senza offrire la traduzione d’un’opera di Rossini, che sarà raffazzonata dai signori Vaez c Roycr pclla scena francese, ed in cui verranno intarsiali dei pezzi non conosciuti a Parigi: barbaro progetto contro cui mi dichiaro fin d’oggi, pronto a rinnovare le mie protestazioni più tardi, quando questa impresa ridicola, se non fosse temeraria, sarà legalmente consumata. L’Odèon, il secondo teatro di commedia francese, che ottenne una sovvenzione dallo Stalo, c clic è involto attualmente in qualche dozzina io credo di piccoli processi, suscitati dalle pretese di alcuni attori, ha completata la sua compagnia, ha fatto incetta di novità più o meno letterarie, c si riaprirà col giorno 28 di settembre. Noi vedremo in qual maniera corrisponderà alla confidenza pecuninria manifestata a suo riguardo dalla camera dei deputali. Eccovi accennate rapidamente le novità teatrali più importanti di questi giorni, in cui tulli preferiscono a tre o quattro ore di noja musicale o letteraria l’aria aperta della campagna ed i dolci piaceri della vita bucolica. Credetemi intanto l’ostro affezionatissimo Al signor C. di Parigi. Fra i pochissimi lavori notabili storici esposti quest’anno, merita un posto distinto un quadro di Mozzoni, clic eccitò le meraviglie di coloro, che conoscevano in lui un abile pittore è vero, ma che non sospettavano ancora clic egli possedesse tanta eleganza c gusto nella composizione, un pennello si brillante c si vigoroso, cd un ingegno sì felicemente inventivo sia nelle fìsonomie che nelle pose de’suoi personaggi. C’è della verità, della vita, del brio nel concettò e nella esecuzione di questa tela, che colloca il Mozzotli nella serie degli artisti migliori del giorno. Alcune parli, come per esempio la lesta del Buondelmonte, sono trattate con una sicurezza da vero maestro, ed i dettagli cd il fondo sono del più grande effetto. La brevità m’impedisce di abbandonarmi ad un’analisi un po’ minuziosa di questo interessante lavoro, ma non posso nascondere la impressione prodotta su me dal viso gentile d’una fanciullclta, che è una delle più graziose ispirazioni di cui possa onorarsi un pittore. Canella continua a tenere lo scettro del paesaggio, J sebbene ci sia un po’di monotonia nei suoi soggetti; ‘.gli copia meravigliosamente la natura, ma senza cer} care di dare della varietà alle scene ritratte dal suo iglioso pennello. Egli è, sotto questo rapporto l dell’uniformità, come pure sotto quello dell’insuperabilità nel suo genere, lo Schiavoni del, lo Schiavoni è il Cannella dei figuristi. I due Bisi, lo zio cd il nipote, il primo come paesista, cd il secondo come pittore prospettico, si mantennero all’altezza della loro celebrità; cd il Marchese d’Azcglio, uno degli ingegni Icttcrnrii più distinti di Italia presento tre paesaggi degni della sua fama artistica, e scevri dalle mende clic s’erano osservate ne’ suoi ultimi lavori. La riabilitazione alla rinomanza di questo illustre artista fu assolutamente completa. Fra gli artisti stranieri, che onorarono la nostra esposizione colle loro opere, Gudin colla sua veduta di Coslanlino])oli si mostrò assolutamente inferiore alla celebrità europea del suo nome. La curiosità suscitala all’annunzio che dovea esporsi un lavoro di quest’artista, rimase stranamente delusa, quando invece d’un quadro degno di fermare la pubblica attenzione, non si potè fissare gli sguardi che sopra un assieme di colori, che peli’onore di Gudin, chiameremo semplicemente un abbozzo. Se il signor Gudin ha preteso di mistificare gli artisti ed i buon gustai dell’Italia, egli si è ingannalo: la tutela del suo nome non basta per far apprezzare un mediocre lavoro, nè l’intelligenza artistica è morta fra noi ai punto, da dover accettare senza discussione c senza proteste le rinomanze, avessero in loro favore l’ammirazione del resto dell’Europa. 0 che la riputazione di Gudin e infinitamente supcriore al suo merito, o che egli ha abusato della buona fede del suo committente, c si è illuso sulla facoltà d giudicare clic abbiamo ancora conservata: ecco il dilemma che la veduta di Costantinopoli ha avuto l’onore di produrre nella: nostra Milano: libero al signor Gudin di accettare la | prima o la seconda, o tutte e due assieme le parti; di questa figura rcttorica. Artista coscienzioso, finito, superiore a (pianti ne i abbiamo veduti nel dipingere marine, è il vostro covalicrc Tanneur di Parigi. Fra i varii suoi quadri, il; più magnifico è certo quello clic porta per titolo ri-; trailo della Bellc-Poulc. I.’ onda che urta c clic s’a-: prc sotto La carena della fregata è d’una verità me- I ravigliosa. Forse questo grande artista spinge talora: un po’ in là il gusto dei dettagli; così per esempio j quell’acqua che in un piccolo quadretto cola dai remi | clic s’alzano ai fianchi di una scialuppa, è d’una ve- i rità portata all’esagerazione; v’è in quell’acqua qual- j clic cosa di troppo denso, di troppo consistente, di; troppo immobile; la particolarità fa danno questa volta; all’effetto totale. Ma ad ogni modo l’ammirazione per j questi dipinti è universale, c tulli riconoscono volai-! licri nel signor Tanneur un artista degno della colos- j sale sua fama. Un interno del duomo di Sebron ed una nevicata; di Van-haaen, sono pure due magnifiche tele, che onorano altamente il genio artistico óltrcalpino. In tutte c due v’è magia di colorito, esecuzione perfetta, estrema finitezza. Un assieme di piante occupante la sinistra parte del quadro di Van-haaen, è lutto ciò di più bello, che possa vedersi in tal genere. L’intonazione generale del quadro è pure supcriore ad ogni elogio. Prima di chiudere là parte pittorica citerò pure con compiacenza il nome del Moja, come quello di uno fra i più abili ’dei nostri prospettivisti. E un artista pieno di gusto, che non solo sa copiare esattamente i monumenti e gli edifica, ma che sa darvi anche una specie di espressione, che sa colpire, in certo modo, la fisonomia storica di queste tradizioni del genio, delle arti, dei costumi del nostro passato. La strage degli Innocenti di Fraccaroli, una Madonna di San Giorgio, l’angelo del Pudore cd una gabbia di amorini del Molclli, ceco le opere di scultura più salienti della nostra esposizione. In tutti c quattro questi lavori vi sono delle grandi bellezze, ed alcuni difetti, ma tutti c quattro rivelano degli artisti di prima forza, e clic occupano degnamente un posto distinto nella repubblica artistica, il Fraccaroli, uno de’ più meravigliosi esecutori di cui possa vantarsi l’arte., non ha mostralo, a mio giudizio, una grande felicità nella composizione. La positura di quella madre collocata con un artificio sì complicato fra le. gambe del carnefice, non è vera; essa lascia scorgere, troppo il bisogno di economizzare il marmo c quindi lo spazio. Il Motclli cd il San Giorgio hanno anch’cssi maggiori diritti all’elogio peli’esecuzione che pel concetto, oscuro nel primo di questi scultori c non originale nel secondo. (io fine al prossimo numero) uno de’ più grandi c fors’anchc dal più grande fra i tragedianti moderni. Inoltre quest’artista elettissimo, mirando sempre ad ottenere un qualche miglioramento nelle rappresentazioni clic ci viene esponendo, pensò che una musica appositamente scritta da riputato maestro c cantata da uno dei migliori fra i tenori che si trovano attualmente in Milano, varrebbe a rendere più effettiva quella scena della biblica tragedia, in cui Davide, quasi inspirato dal Dio degli eserciti, tenta di molcerc gl’impetuosi sdegni del Re. Trovò nel maestro Panizza e nel tenore Severi chi lo soddisfece con impegno; cd àmbiduc questi signori unitamente a madamigella Virginia Rigamonli, suonaIricc d’arpa molto valente, ebbero la compiacenza, sebbene si trattasse di un accessorio, di essere chiamati al cospetto del pubblico a dividere gli applausi col Ma noi, per nulla addentro nelle cose musicali, cd anzi affatto profani a quest’arte, ci limiteremo all’ufficio di semplici istoriografi col dar notizia, come facemmo, dell’effetto materiale da essa prodotto, c lasciando poi libero il campo ad altri di parlare, qualora lo vogliano, delle lodevoli note del maestro Panizza, tanto in via assoluta quanto relativa alla sua peculiare destinazione, non clic del grado di merito con cui vennero dal Severi eseguite. Nè taceremo come gli spettatori, clic non mancano mai alle rappresentazioni del Modena, c che riboccavano in quella sera in guisa veramente straordinaria, acecoglicsscro al sòlito, compresi dalla più alla maraviglia, ogni frase, ogni detto, non che ogni di lui inflessione. di voce, e soggiungeremo che. se gli artisti che Io secondarono non ebbero momenti degni di particolare menzione, riescirono a non guastare però, la qual cosa torna in lode di essi, ove si rifletta alla difficoltà che il verso tragico presenta, cd al gigantesco confronto con cui furono del continuo costretti a lottare. 0. /. TEATRO RE Brevissimo cenno sul Saui. «I’Ai.fif.ri, eseguito «lai Modeìva e dagli artisti da lui «liretti. Venerdì sera Gustavo Modena comparve per la prima volta in questa stagione nel Saul; avemmo così una delle più belle, pei’ non dir la più bella, fra le tragedie del teatro italiano, mirabilmente vivificata da NOTIZIE MUSICALI II1VEBSE — Roma. Il marchese Domenico Capranica, che con tanto zelo cd amore si rende cultore c propagatore della bell’arte musicale, voltò in italiano l’Oratorio del maestro Felice Mcndclsshon Bartholdy intitolato Paxtlus, che in questi tempi leva tanto grido in Germania, Francia ed Inghilterra e per sublimità di fattura vuoisi non solo pareggiare ma eziandio superare i migliori che si conoscono, molti dc’quali però al Paulus d’assai sovrastano per elevatezza c felicità di concepimenti. In Italia l’unica Firenze potè di esso recar congruo giudizio, ivi essendosi eseguilo da numerosa schiera di artisti di suono c di canto la sera del 27 marzo 1841. Questo Oratorio, le cui parole sono tratte perita maggior parte dagli Atti degli Apostoli, l’operoso Capranica, lodalo anche per varj melodrammi recentemente edili, tradusse dal testo originale tedesco. Egli pensa di render questa sua traduzione di pubblico diritto appena trovato un sufficiente numero di associati. Il prezzo d’associazione è tenue, per cui quanto prima si spera di veder coronato il voto del nobile traduttore. La musica del genere studiato e classico non sarà mai abbastanza apprezzata c sparsa. — Torino. Il giorno 27 p. p. Rossini giunse in questa capitale. Egli pare ringiovinito di una dozzina di anni, ha un florido aspetto ed c di umore giovialissimo. Assicurò esser perfettamente guarito dalla sua lunga indisposizione per cui ebbe ad intraprendere il viaggio di Parigi, cd ora non è più decotto di gramigna ch’ci beve, ma spumante champagne. Fu a vedere l’accademia filarmonica ove da varj socj, maestri ed allievi venne ricevuto colle distinzioni che convcnivansial più gran compositore drammatico-musicalc del nostro secolo. Alle cinque antimeridiane di domani Rossini partirà alla volta di Bologna. Il mondo musicale, che da lui altcndcsi nuovi capolavori, possa presto esser appagalo! (Da lettera del 28) — Gknova. Thalbcrg colla sua sposa arrivò in questa città; entralo all’albergo, si fece tosto portar nel suo appartamento un pianoforte: da ciò ne derivò che ognuno qui si aspettava dover egli fra noi dimorare per qualche tempo e già molti ne facevano festa. Il Castore che il giorno 22 corrente veleggiava per Napoli ci tolse il sommo pianista. (da lettera) — Il N. 3G di questa Gazzetta musicale parlava del pianista viennese Leopoldo di Mavcr, il quale nel vincere le difficoltà sul suo islromcnlo supera lo stesso Liszt. Ecco pertanto quello che ne riferisce la Gazzetta Universale d’Augusta dello scorso -fi settembre in Costantinopoli, 28 agosto. Il celebre pianista Leopoldo di Mayer ebbe il 29 corrente l’onore di sonare in presenza di S. A. il Sultano. L’I. R. assistente dcll’inter