Pagina:Gazzetta Musicale di Milano, 1843.djvu/185

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- 181 GAZZETTA MUSICALE ANNO II. domenica N. 43. 22 Ottobre 4 843. Si pubblica ogni domenica. Nel corso dell’anno si danno ai signori Associali dodici pezzi di scelta musica classica antica e moderna, destinati il comporre un volume in i.° di centocinquanta pagine circa, il quale in apposito elegante frontespizio figurato si intitolerà Antologia CLASSICA!U I1SICAI.K. DI MILANO La musique, par des inflexions vives, accentuées. et, ■ pour ainsi dire, parlantes, exprime toutes les vas• sinus, peint tous les tableaux, rend tous les objets. • soumet la nature entière à ses savantes imitations, • et porte ainsi jusqu’au coeur de l’homme des s eu• timents propres à l’émouvoir. • J. J. Roussexv. Il prezzo deU’associazione alla Gassettac nlUntologià classica musicale è dielTctt. Alisi. I,. 12 per semestre, ed cITett. Ausi. I,. 14 affrancata di porto lino ai contini del la Monarchia Austriaca; il doppio per l’associazione annuale. I.a spedizione dei pezzi di musica viene fatta mensilmente e franca di porto ai diversi corrispondenti dello Studio Ricordi, nel modo indicalo nel Manifesto. I.e associazioni si ricevono in Milano presso l’Uflicio della Gazzetta in casa Ricordi, contrada dogli Omc’20; all’estero presso i principali negozianti presso gli Ullici postali. — Le lettere, i gruppl. essere mandati franchi di porto. S OH MARIO. I. Biografia. Giambattista Pergnlesi. - 11. Cirtkggio. - III.Tkatru Kk. Cronaca drammatica. - IV. Yaribta’. - Y. Notizik Oivkksk. - VI. Ntovn I’ibbligàziom Musicali. BIOGRAFIA pi:rgoli:ni gì aiti ii vttista ‘sf^ergolesi Giambattista nato a Jesi ®0 Vi il giorno 3 gennaio 1710(1), enfStrò nel Conservatorio dei poveri a di Gesù Cristo di Napoli (e non 1 " nell’altro di S. Onofrio, erroneamente dicono il Berlini ed il (1) L’ab. Giuseppe Berlini nel Dizionario StoricoCritico degli scritlori di musica (Palermo 1815, 8. toni. 3 [>ag. ICO) dice clic il Pcrgolcsi era cosi detto perchè nato in Pergoli nella Marca e che il suo vero nome di famiglia era Jesi; e nello stesso errore cadde pure Saverio Alatici nelle Memorie per servire alle vile di Mctastasio c di Jomelli (Colle, 1785, 8 vo,). I.’autor francese dell’opera molto inesatta intitolata: Essai sur la mùsique, il Dizionario istorilo tradotto dal francese c stampato in Napoli nel 17!)t, il Galanti nella Descrizione della città di Napoli, pag. 240 il sig. Gennaro Grossi nella inesattissima lliogru/ia itegli uomini illustri del regno di Napoli, c finalmente la lliogra/ia Universale antica c moderna, dicono uniformemente essere il Pcrgolcsi nato in Casoria ( villaggio cambiato in città da quest’ultima Biografia). Avendo io fatto ricercare nei libri battesimali di Casoria, non venne fallo rinvenirvi il nome del Pcrgolcsi. Dopo molte ricerche ila me fatte in vari luoghi, monsignor Gian Bernardo Piane! li, vescovo di Viterbo e Toscanella, inviò a monsignor C. E. Muzzarclli, che tutta la cura si era data per venire in piena cognizione di ciò ch’io bramava sapere, la seguente fede battesimale: In Dei nomine. Amen. a llnivcrsis et singulis ad quos cie.. Indubitatam «fidem facio, verboque veritatis testor ego infrascriptus «Parochus hujus insignis ecclesiae ad sugestum divi «Septimii pertinenti sequentem invenisse particulam «in mio regeneratorum libro signato sul) n. 2 pag. «584 tergo neiupc «. A dì 4 gennaro 1710. m Giambattista figlio di Francesco Andrea Pcrgolcsi u c di I). Anna Vittoria consorte di questa cura nato ■i la notte antecedente a ore IO. Fu battezzato da me «Marco Capogrossi curato. Padrini furono l’illustris«simi signori Giambattista Franciolini, c signora Gcnii lilina de’signori Honorati». (È da notarsi che ambedue appartenevano a nobili famiglie, come monsignor Pialletti assicurò, il clic dimostra che quella di Gio. Battista era in qualche modo distinta).» Quam quidem particulam in praefato libro verbo ad verbum fideliter, ddigenterque decerpsisse testor. In quorum fidem lias praesentes litteras mea manu scriptus, subscriptasquc dedi, solitoquc hujus meae Cuthcdraiis Parochiae signo firmandas curavi. Dat. /Esii ex /Edibus Parochialibus VII Kalendas junii 1801. Ego Alexius Scverini Parochus man. prop. (Adest sigillum). - Il Gonfaloniere di Jesi - Certifica vera, cd originale ia firma dello Rcv. signor 1). Alessio Scvcriui Parroco del Duomo. In fede. - Jesi li 50 maggio 4831. Il Gonfaloniere. - Settimio Marchese Pialletti ". Ea (piai cosa non dovette esser ignota al Quadrio, il (piale nella sua Opera clic ha pei- titolo Storia, e ragione di ogni poesia nel Tom. V pag. 190 parlando de’ celebri maestri di musica, dice ciò che. segue: Giambattista Pergolcsi di Jesi professore eccellente. ] Mattei) (1). S’ignora del tutto per qual nioj tivo fosse venuto in Napoli, e come ivi fosse allogato. Ma è da supporre die avesse cominciato a soffrire o la sua famiglia o j egli stesso gli effetti della povertà, poiché altrimenti non sarebbe stato ammesso in detto luogo, nel quale solo i poveri venivano accolti, come il titolo stesso indicava. Da principio si diè ad apprendere a suo; nare il violino, del die forse aveva qual: che piccola cognizione. Comunque ciò fosse.; egli imparò a suonarlo sotto la direzione | del maestro Domenico de Malteis. Questo alunno, studiando e ricercando da sé solo | nel suo violino, Iacea de’passaggi semi tonali a salire, a calare, nuovi e graziosi gruppetti, appoggiature di nuovo genere, con tali melodie, che ne rimanevano incantali gli stessi compagni, i quali studiavano tale stromento insiem con lui, e talvolta erari costretti a sospendere il loro studio, sorpresi dall’armonia che dal collega facevasi. Essi non poteron celare ciò al maestro de Matteis, il quale volle una sera di nascosto ascoltarlo, e ne restò talmente preso, che andò ad abbracciarlo, domandandogli dii gli avesse insegnale le modulazioni che eseguiva su quello slroinenlo. A cui il Pcrgolcsi rispose, che tutto ciò che faceva non avevaio appreso da veruno, ma che suonando gli veniva naturalmente sotto le dita-, e replicandogli il de Matteis se si sarebbe fidato di scriverlo, |l il Pergolesi se ne compromise, ed il di seguente fe’ trovare al maestro tutta la so(1) Esistevano in Napoli quattro Conscrvalorii ove gratuitamente insegnavasi iti musica vocale c strumentale dai più vaienti maestri. Il primo (letto dei Poveri; di Gesù Cristo fu fondalo nel 158!) da Marcello Fossaiolo di Nicolera, terziario (IcH’ordinc di S. Francesco (l’Assisi; il secondo di S. Onofrio a Capuana riconosceva la sua origine nel ItilK) dai confratelli delti dei Bianchi di 8. Onofrio; al terzo di Santa Maria di Lordo diede nascita nel 1(157 Giovanni di Tuppia protonotario apostolico: finalmente il quarto della Pietà dei Turchini ebbe principio in sul finire del secolo Ili, J da alcuni confratelli che uriivansi in una piccola chiesa; detta I lucoronalella nella contrada Bua Catalana. i i quali raccoglievano i figliuoli poveri della medesima J, dando loro gli alimenti c, le istruzioni. Da queste scuole vennero fuori di tempo in tempo i Corifei della musica che trassero in ammirazione tutta l’Europa. Nel i gennaio del I80U si unirono i Conscrvalorii di S. Onofrio e di Loreto all’altro della Pietà dei Turchini formandosene una sola famiglia cui si diede il titolo di Iteal Collegio di Musica. Nell’anno 1808 si trasferì l’intero Collegio nel locale del monastero di S. Sebastiano, sotto la direzione del rinomato cav. Nicola Zingarcili; finalmente nel 1820 furono traslocati tutti gli alunni in S. Pietro a Maiella, innanzi monastero ilei padri Celestini. Il Conservatorio dei poveri di Gesù Cristo era già stato lungo tempo prima ridotto ad uso di Seminario chicriealc in cui potevano essere ammessi soltanto quei della Diocesi, ed in tal guisa attualmente jl rialina elegantemente modulala, la quale cosa produsse in costui maggior piacere e sorpresa. Questa chiara e non ordinaria abilità del giovane alunno, il quale mostrava di qual raro ingegno fosse dotato, fece si die il de Malleis lo raccomandasse con calore al maestro eli contrappunto del Conservatorio, die allora era il celebre Gaetano Greco Napolitano, e sotto la direzione di costui il Pergolesi cominciò i suoi studi, che dioevansi su la Cartella, e ben presto compose qualche Sonata di violino. Ma passato di questa vita il Greco, tenne il suo luogo Francesco Durante di Frattaniaggiore Casale di Napoli, Diocesi! ili Aversa, e sotto la scuola di costui con| tinuò il Pergolesi il suo armonico tirocij nio. Essendo stato il Durante chiamato a i Vienna dall’imperatore Carlo VI, c pro! mosso in sua vece Francesco Feo, grande i allievo dello Scarlatti, il nostro giovanetto I prosegui col medesimo ad apprendere la scienza armonica, e con tali ottimi inse| guarnenti in poco tempo diè segni di sori prendente profitto. Il Durante era profondo I nel contrappunto sublime; le sue fughe,! e le sue ricercate a più voci producevano; una pienezza di armonia non comune ad altri maeslri de’suoi tempi } sentinelle essendo egli scarso di quell’estro cosi necessario nella musica, i suoi soli riuscivan languidi e snervati, le modulazioni o cantilene aspre e senza gusto, Vaccompagnamento di semplici consonanze., e quasi sempre scritte secondo gli aridi e soli precelli. L allievo Pergolesi, all’opposto, era pieno di estro e vivacità } accoppiava insieme lo stile forte ed armonioso ne’ ripieni delle voci con un accompagnamento strumentale, die sempre cantava; mosse naturali de bassi per lo più camminanti, die aneli essi cantavano; un passeggiar di tuoni semplice e regolare; ma sempre rintracciando nuovi sentieri, e quindi se qualche volta mostra vasi lungo anzi clic no, pure non attediava. Egli si lu il primo, cui venne in pensiero vestire qualche Aria di un accompagnamento strumentale, diverso dalla cdntilena dell’attore; egli il primo, die tra i due violini intrecciasse due motivi diversi} egli il primo, che ponesse in campo il semilonare cantando} insonnna egli il primo che spogliasse la cantilena delle ariette dal difficile e secco dello Scarlalli. e cercasse, per quanto fosse possibile, adattarla alla passione, clic destar do- ( levano le parole, onde coH’ospressione del fì cantante si commovesse il cuore di ehi c ascoltava. Dotalo dalla natura di un cuore È sensibilissimo, non iscrisse un verso di