Pagina:Gazzetta Musicale di Milano, 1843.djvu/195

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) clic la schifosa brutalità «l’un libertino. Lucrezia e una moglie onesta, ecco tutto; ma questa qualità non è sufficiente per renderla una nobile eroina da traj gedia. Schiava dei più meschini pregiudizi! del temessanon indovina altra virtù per una donna, che il ritiro ed il lavoro. Appena la commedia potrebbe contentarsi di questo tipo di inassaja volgare e comune. D’altronde la sua stessa castità non ha nulla d’eminente; se rifiuta la dichiarazione di Sesto essa adempie al più stretto dovere e nulla più; giammai la sua virtù si trova costretta ad una di quelle terribili lotte che rendono eroica, la vittoria; nell" ultimo alto soltanto Lucrezia si solleva ad una certa altezza, ma ciò è, a quanto mi pare, un mostrarsi troppo tardi degna di divenire il personaggio titolare, d’una tragedia. Tullia e, nè più nè meno, una donna galante dei nostri giorni; sposa d’un imbecille essa s’appassiona per un libertino; oltraggiata dall’amante, essa ascolta con terrore le sprezzanti parole del marito, clic le addita nel suicidio l’unico asilo per sottrarsi all’infamia. Ma la miserabile, invece di sottométtersi con nobile rassegnazione al suo destino, cerca un ultimo, un ineffabile avvilimento recandosi alla casa del suo seduttore, per esserne respinta colla più insultante ironia. Grazie a questo abbietto tentativo la pietà polla colpevole deve cedere il luogo allo sprezzo; ed il suo suicidio, invece d’essere una grande espiazione, si converte in un nauseante trasporlo di disperazione. Questa donna è troppo vile davvero; essa si dibatte sotto tutti i piedi, sotto quelli del marito dapprima, più lardi sotto quelli deH’amantc. Dopo aver mucchiata la sua bianca benda di sposa, essa arriva a trovar un fungo che possa macchiare persino la sua già turpe corona di cortigiana. Coliatino è una nullità; egli mi sembra piuttosto un ridicolo marito da commedia, anzi clic un eroe da tragedia. Niente di più meschino della fatuità da collegiale con cui vanta la virtù di sua moglie, e la fa in tal modo soggetto di controversia. Quest’uomo manca di dignità, d’onore e di buon senso; egli accetta da alcuni libertini un’infame scommessa su lutto ciò clic v" è di più delicato, sulla virtù delle mogli; come uno spensierato ne accetterebbe un’altra sull’agilità di due destrieri. Egli solleva il velo pudico clic nasconde il sacro mistero della vita domestica, per introdurvi una frotta di scapestrati, e ciò a soddisfare la sua sventata e sciocca vanagloria. E questi l’eroe, che dividerà più tardi il consolalo con Bruto! li questi il marito a cui Lucrezia è attaccata con tanto vincolo di venerazione e d’amore! Sesto è di una infamia rivoltante; l’abbietto titolo di seduttore è troppo nobile per questo miserabile, che non bada a far fremere d’orrore e di ripugnanza la sua vittima, purché la sua schifosa brutalità resti appagata. Sì, l’uomo clic coll’artificioso’prcstigio della parola e dell’avvenenza, cerca di far filtrare una colpevole passione in un casto cuore di donna, e anela a gettare il disonore sovra una fronte intemerata, senza tener calcolo delle infelicità, dei rimorsi, delle angoscio clic turberanno più tardi la povera sedotta, senza domandarsi con qual diritto viene a turbare la calma d’una famiglia, e a gettarvi la desolazione ed il tradimento, quest’uomo, io dico, è una generosa creatura in confronto di questo Sesto, clic penetra furtivo in una stanza consacrata dal candore e dal poso, per gettarsi iniquamente sulla sua preda!E clic vale il dire clic tale ce l’hanno trasmesso le pagine tradizionalijdclla storia? Il poeta, invece di attenuare, e. ne aveva il diritto, le verità rivoltanti della storia, le ha forse aggravate, giacché chi sa dopo (piai lotta lunga, inutile, disperante contro la virtù di Lucrezia, l’antico, il vero Sesto si sarà alla fine appigliato al suo tenebroso progetto! Chi sa a quali ispirazioni di amor proprio offeso, a quali terribili affascinamenti di una passione da mollo tempo concetta e sempre spinta, avrà egli fatalmente ceduto! Il poeta non tea forse rendere meno codarda l’empia impresa dello sciagurato? E non dovea forse farlo? r. Ultimo fra i caratteri che non sono acccssorii, ci 3 si presenta ora quello di Bruto. Sovr’esso diremo soltanto clic non tutti i caratteri veri nella storia, sono3 veri nel dramma, e che una eccezionalità che passa «gli apparenti confini del probabile non è facilmente accettata dagli spettatori. D’altronde la finezza delle parole di Bruto, non è opportuna a giustificare presso gli altri personaggi del dramma la vernice d’imbecillità, con cui s’ammanta il nemico dei Tarquini. Ci vuole ^ostinazione decisa a considerar coinè un pazzo questa creatura eloquente, clic getta là le allegorie più piccanti, e clic punge da tutte le parti co’suoi tremendi sarEd ora confrontate vi prego questi caratteri incompleti, senza elevatezza,’coi colossi di ferro dell’antica tragedia, e ditemi che vi sia di comune fra Sesto ed Egisto, fra Tullia e Clitennestra, fra Lucrezia e Virginia, fra Bruto e Timolconc. Ditemi quali di queste figure dell’attuale tragedia s’innalzi o alla sublimità feroce di Oreste od alla eroica grandezza della madre dei Gracchi? Dove e la maestà altiera e tremenda del classico coturno, le sue passioni, i suoi delitti, i suoi terrori, le sue tremende emozioni, la sua pietà ed il suo potente ribrezzo? Dov’è questa coorte di semi-dei evocala dalle imaginazioni creatrici, e parlante un linguaggio aspirato in un’atmosfera più lucida e più turbinosa della umana? Ed è perchè si abbassò la più meravigliosa pagina dell’epoca romana alle pigmee proporzioni d’una commedia d’intrigo, a stento rialzata dalla sonorità delle frasi, che si cade in una meraviglia spasmodica? od è perchè si tolse la splendida loro aureola agli eroi misteriosi collocati dalla tradizione sovra un piedestallo, la cui sommità si nasconde fra le nubi, clic si decerne una nuova corona al grande poeta, che deve rialzare l’arte prostituita dai novatori e dai seguaci della scuola moderna? Ho detto che l’autore della Lucrezia ha il gusto delle particolarità; difalli con una pazienza da archeologo egli diseppellì tutto ciò clic ha relazione alle idee, ai costumi, alle credenze, ai pregiudizi di quell’epoca, divenuta quasi ommni favolosa. Ed il sig. Ponsard non ci fa grazia di nessuna delle sue scoperte; la credulità nei presagi, le tendenze superstiziose, la fiducia negli oracoli, l’abbigliamento delle spose, la descrizione dei festini, i dettagli delle ccrcmonic, ecc., ecc., tutto è nicchialo più o meno opportunamente nei cinque alti di questa tragedia. Io troverei, a quanto mi pare, delle eccellenti ragioni per combattere questa inclinazione troppo spinta al rigorismo storico, clic quanto è opportuno ristretto in certi limiti, altrettanto raffredda, stanca ed annoia quando oltrepassa i confini che determinano la differenza fra la tinta clic dipinge un’epoca e quell’affastellamento di minuzie, clic dovrebbero trovare il loro posto, non nell’agitata tela di una tragedia, ma fra le pagine morfine d’un libro d’erudidizionc. Ma se, e lo spazio e l’indole del giornale mi proibiscono di scendere ad una parziale discussione su tale argomento, non ommcttcrò di accennare il senso strano clic ha operato sopra di me la comparsa e la profezia della Sibilla. Che la malizia umana si sia approfittata in tutti i tempi della focile credulità delle masse o degli individui per abbagliare con artificiosi incanti ed indovinamcnli, lo ammetto; ma se voi mi presentate questo fatto seriamente, se togliete alla sibilla il suo mantello d’intrigante e d’astuta, se invece di presentarmi un oracolo vago, incerto, che sarà interpretato più tardi dall’avvenimento, mi fole risuonarc agli orecchi una profezia clic determina e l’evento futuro e i limili entro i quali deve accadere, voi combinate stranamente la fovola colla storia, il probabile coll’impossibile, ed accettate nella vostra smania di passeggiare sui calcagni di Tito-Livio, e ciò clic v’è di vero in un folto e ciò che a lui, fu aggiunto dalla corrotta, e traviala ed ignorante tradizione popolare. Ma la critica che avrebbe pure molte e molle cose da aggiungere, si arresta innanzi allo stile, alla forma del verso, ed alla bellezza della dizione, sfoggiali dal sig. Ponsard! Sotto tale rapporto il fanatismo dei parigini è giustificalo; esaminala da questo lato letterario la Lucrezia è un magnifico lavoro, che attesta clic l’organizzazione poetica del sìg. Ponsard è infinitamente superiore al suo talento drammatico. La fusione ricca e. splendida del verso, l’abbondanza ed il perfetto buon gusto nell’ordinamento e nella fattura della frase, la grande eloquenza di alcuni squarci, la aurea semplicità di alcune scene, lutto concorre a collocare il signor Ponsard fra i più elevati, corretti, ed ingegnosi scrittori del giorno. Giunto a questo punto mi affretto a chiudere il troppo lungo, e troppo brcvcarticolo, premettendo clic la Lucrezia tradotta in prosa ed eseguita al teatro Re dalla compagina del Modena con un sufficiente assieme, fu accolta con una certa freddezza, e trovò un pubblico clic differiva ne’suoi gusti dal pubblico di Parigi. Il silenzio accompagnò quasi tutta la recitazione di questa tragedia, che si travolge sopra un fatto, che sarebbe d’ima discreta volgarità se non acquistasse importanza e dal venerando velo gettato sovr’osso dai secoli, e dal pensiero che fu questa l’ultima goccia clic fece traboccare un vasc già colmo. Dei-mani M MWMSrn AL SERVIZIO DI S. M. SARDA PRIME REGITE Agli artisti drammatici diretti dal Modena succedettero sulle scene del teatro Re i bravi veterani della Reai Compagnia Sarda. Diciamo veterani nel più ideale significato della parola, e non già per indicare comparativamente la giovinezza della maggior parte dei commilitoni del Modena e la più matura età dei principali sostegni della schiera torinese. Certo è peri) che ove. istituir si volesse un confronto tra l’una e l’altra compagnia non sarebbe possibile il fare a meno di fondarlo sulla consumala sperienza della scena di clic può vantarsi la Sarda e sulle più fresche e, diremo anche, sulle più contemporance abitudini dell’altra, clic è poco più clic esordiente nella difficile palestra drammatica. Ma lasciando per ora da un lato queste sottili distinzioni e confronti diremo clic la R. Compagnia di Piemonte, dopo essersi ‘annunziata con un prospetto, pingue al solito di larghe lodevolissimc promesse, diè principio mereoledì sera al nuovo suo corso di rccite. Le targhe lodevolissimc promesse, accennano coni’ è facile immaginare, al proponimento di offrire un repertorio di rappresentazioni in gran parte ringioviniloQuel prospetto ci conferisce dunque il diritto di prepararci ad udire molle nuove composizioni italiane e straniere. E questa una buona novella per gli amatori del teatro drammatico. Solo desideriamo due cose: la prima che le promesse non isfumino, come troppo spesso accade, in sole parole; la seconda (e questo è il caso opposto) che per la troppa foga di darci cose nuove non si cada nel guaio di servir male il pubblico offerendogli componimenti o non troppo bene scelti, o affrettatamente sbozzali, anziché studiati colla diligenza e preparali colla ricercatezza indispensabile anche al buon esito delle migliori produzioni. L’artista clic ora presiede alla direzione «Iella Compagnia sarda è persona dotata di non comune coltura e sperienza delle più viete consuetudini e risorse della professione. Vogliamo lusingarci che a fronte delle nuove e più fine esigenze de’ nostri sottili amatori, queste qualità,potranno essere garanzia sufficiente d’un regime drammatico baslcvolmcntc progressivo. Intanto noi ci disponiamo ad esprimere francamente, l’opinione nostra sul valore delle fatiche di questa benemerita Compagnia, e siamo deliberati ad essere tanto larghi interpreti della soddisfazione del pubblico quanto intrepidi formulatoci del suo biasimo, ogni qual volta ci si offrirà occasione di prestarci all’uno o all’altro caso. E per far subito seguire il fatto alla promessa cominciamo a dir qualche parola della prima recita. Il dramma Sedici anni sono, fu scelto male a proposito per dar principio ad un novello corso di recito. E un componimento del vecchio genere francese, che.; nell’originale non manca di vivezza e varietà, ina nella riduzione italiana, grazie ad alcuni inesorabili mutilamenti e ad un dialogo stenlato e inelegante, riesce mo[ nolono, languido, e per conseguenza sufficientemente • nojoso. Consiglio la R. Compagnia a volere non solo 11011 j esordir mai su vcrun teatro con questi antiquatissimi