Pagina:Gazzetta Musicale di Milano, 1843.djvu/217

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GAZZETTA MUSICALI ÂNNQ II* DOMENICA N. 51. 7 Dicembre i 843. Si pubblica ogni domenica. — Nel corso dell’anno si danno ai signori Associati dodici pczr.i di scella musica classica antica c moderna, destinali a comporre un volume in A." di centocinquanta pagine circa, il quale in apposito elegante frontespizio figurato si intitolerà AnDI MILANO La musique, par des inflexions rives, accentuées. et, • pour ainsi dire, parlantes, exprime toutes les pas• lions, peint tous les tableaux, rend tous les objets, • soumet la nature entière à scs savantes imitations, • et porte ainsi jusqu’au coeur de l’homme des sen■ timents propres à l’émouvoir.. J. J. Rousseau. Il prezzo dell associazione alla Gazzetta e all’^ntoiotjia classica musicale e di effe tt. Ausi. I,. t‘2 per semestre, ed cITctt. Aust. I,. I l affrancata di porto fino ai confinidella Monarchia Austriaca; il doppio per l’associazione annuale. — I.a spedizione dei pezzi di musica viene fatta mensilmente e franca di porto ai diversi corrispondenti dello Studio Ricordi, nel modo indicato nel Manifesto. — Le associazioni si ricevono in Milano presso l’Ufficio della Gazzetta in casa Ricordi, contrada degli Omenoni N.° 1720; all’estero presso i prineipali negozianti di musica c presso gli Unici postali. - I,c lettere, i gruppi, cc. vorranno essere mandati franchi di porlo. SO >1 MA SI I O. I. Ai Signori Associati. - li. La musica ua Camusa. Un amorevole rimprovero ai moderni Bcrnieschi. III. Cartkcgio. - IV. Prima accadrmia del Conservatorio di lirusscllcs. - V. Notizib musicali iiivkbsk. VI. Nuove pubblicazioni Musicali. - VII. Avvisi musicali. AI SIGNORI ASSOCIATI. Al presente foglio si unisce una Toccata in mi bemolle di Francesco Pollini che forma il N. 40 (fe//’AntoIogia Classica. A questo interessante pezzo abbiamo dato la preferenza in confronto di altri di autori, la cui riputazione in Europa è più estesa, a motivo eli esso vuoisi tenere come un saggio primaticcio del nuovo sistema, con maggior sviluppo e forse con diversa mira da Thalberg e da Liszt molto tempo dopo introdotto nella musica di pianoforte. Tutti quelli che si faranno ad esaminare la Toccata (op. 42) del chiarissimo pianista, per adozione milanese, vi troveranno che le cantilene spianate e sempre predominanti sono con squisito artifizio assecondate da accompagnamenti o da passi di differente carattere e di variato ritmo, in modo che simultaneamente ne deriva un effetto cantante e brillante. Il pezzo segnato a tre righe, è stato composto nel -1820. venne dedicato a Meyerbeer e lo si foce precedere da una lettera all’illustre compositore diretta, in cui Pollini rende conto dello scopo e della distribuzione del suo lavoro, il quale doveva esser completato da trentuno altri esèrcizj. di cui non vide la luce che il Saggio di una Toccata ordinata a tre righe. Tutte le opere di Pollini, sì corrette per portamento, sì atte a favorire un bel tocco e ad assicurare nella lettura musicale, furono pubblicate dalT editore Ricordi. - A compire i dodici numeri delf Antologia classica della Gazzella musicale, nelle successive due domeniche si daranno: il famoso Coro de’ cacciatori del Freyschiitz di Weber, ed il Capriccio di Sebastiano Bach: La partenza dei due fratelli, seguito da una fuga basata dietro i suoni della cornetta de’postiglioni, pezzo originale per cembalo immaginato al principiare del decirnottavo secolo. IzA MUSICA DA CAMEiR’A Un amorevole rimprovero agli odierni Rernienelil. Non so capire come mai fra i tanti prosatori che con ragione encomiarono i valenti Guadaglieli, Belli, Rosa, Masini, Raiherti, Ghinassi, Ferretti, e con loro i bravi Pacchioni, Rosanigo, Aventi, Pasquale. quesli carissimi poeti bcrnieschi nostri contemporanei che con allegra e casta cetra spingono ad amar virtù, questi carissimi che ci sollevano un po’ dall’afa onde ci opprime quel sentimentalismo che il IVlasini dice averci n.... ridotti tulli piagnoloni, n Eterni sospiranti c brontoloni; non so capirla, ripeto, come mai que’niente prosaici prosatori non siansi avvisati di dire a questi gioviali tigli d’Apollo un uh vergogna! ma tanto fatto...-E sì, carissimi. se nessuno vi fece ancora un serio rimprovero, ve lo fo io in pubblico, ed a nome di ognuno che abbia grano di senno in zucca, perchè so di potervi provare che si ha ragione di farvi una severa rampogna. - Quante volte vi ho uditi combattere.colla potenza del metrico riso il paradosso che offre da qualche tempo il teatro lirico-drammatico, quello di produrre scene d’orrore in un’arena destinata a rallegrare, a mettere di buon umore gli spettatori, a migliorarne la civiltà, il cuore per la via delle generose ma insiem piacevoli emozioni, di scegliere nelle storie quelle pagine n Ov’c Icrror, orror, malinconia, negre pagine che starebber bene cancellate, onde far dimenticare agli uomini che potè essere disumano V umano genere: il paradosso di mettere in pomposa mostra fra i più potenti incentivi de’ sensi»» Tradimenti, congiure, amor, vendette, invece di portarvi i belli tratti de’ fasti che onorano l’italiana nazione, e che, circondati dalle grazie dell’arti sorelle, tutti varrebbero a ridestare i nobili sentimenti di sociali, patrie, o famigliari virtù? Quante volte vi no uditi berteggiare i più de’ librettisti che, poveri di fantasia, ignoranti lo scopo del teatro, schiavi di sciocca o brutta moda, o colla fantasia ipotecata da magra mercede, fanno spalla a maestri privi di vena melodica, che inetti a sentire che cosa sia la vera poesia, non han d’uopo che di versi, di rime per mettere in mostra l’unico loro capitale di accordi, di fracassoniche combinazioni; han bisogno di versi ove campeggino le grida, gli urli, gli eterni pianti delle crudeli, pazze passioni? Oh si! e voi poeti Bermeschi siete benemeriti alla civiltà per questa nobile guerra che fate a’ poeti fiacchi di spirilo come di cuore, e già panni che sorga qua e colà taluno che abbandoni i barbari tèmi de’secoli di ferro e d’oppressione, e sia lode al loro coraggio che affronta il depravalo gusto della turba che, assopita nell’inerzia delle cittadine virtù, sente bisogno di forti sensazioni che la scuotano dall’oppiata esistenza, e si piace trovarle negli urli trillati di chi è dannato alle mannaje, nelle smanie cromatiche de’furenti tirannelli del medio evo. - E frutto della giusta guerra che fate, o poeti o prosatori, all’assurdo, immorale genere dei soggetti delle odierne melo-tragedie, pochissime eccettuate, si è lo spuntare qualche saggio di opera buffa, di quel caro trattenimento per cui lo spettatore dimentica gli affanni del giorno, ed esce dal teatro coll’anima preparata a lieti pensieri, col cuore aperto a miti, umani sensi, gradito e salutar compenso allo strazio, alla tetraggine che ci regala ii.... il bel gusto ilei teatro, ii Che al giorno <l’oggi, invece clic conforti, ii Ci rappresenta il fiero, il tristo, l’atro, e ci manda a letto collo spirito {spiritato da tristi immagini, da larve, da spettri, perchè per forza di malta non men che immorale e sciocca moda, gli

 spartiti con tre o quattro morti,

n E i pugnali, i vclcn, gli ammazzamenti ii Or sono i nostri bei divertimenti II! Un valente Berniesco mi diceva: E che pretendete forse di suggerirci a scriver drammi buffi, che non trovati poi maestri capaci di?... Capisco che cosa volete dire, 10 soggiungeva; per musicare un dramma berniesco ci vuole molta vivacità, pieghevolezza di fantasia, vena facile; il canto ed 11 concetto poetico devono primeggiarvi tanto da favorirvi sempre il brio, la spontaneità del movimento, dell’azione,si; ma si può rispondervi che quando si scrivessero belle, salate, piccanti poesie liricoberniesche, sorgerebbe, nella patria dei Fioravanti, dei Cimarosa, qualcuno di quegli eletti che colla potenza del genio sanno imporre al inai gusto del pubblico, alla moda pazza. Epperò convengo perfettamente con voi clie il gusto del pubblico per la musica è depravato, è un gusto