Pagina:Gazzetta Musicale di Milano, 1843.djvu/53

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— 49 — GAZZETTA MUSICALE ANNO II. domenica N. 12. 4 9 Marzo 4 843. Si pubblica ogni domenica. — Nel corso dell’anno si danno ai signori Associali dodici pezzi di scclla musica classica antica c moderna, dcslinati a comporre un volume in l.° ili centocinquanta pagine circa, il quale in apposito elegante frontespizio figurato si intitolerà AaDI MILANO • La musique, par des in/lexions vives, accentuées, et, • pour ainsi dire, parlantes, exprime toutes les pas• sions. peint tous les tableaux, rend tous les objets, • soumet la nature entière à ses savantes imitations, • et porte ainsi jusqu’au coeur de l’homme des ssn• timents propres à l’émouvoir. J. J. IIoussejv. Il prezzo dell’associazione alla Gaszcttne tVAntologia classica musicale è dicffelt. Ausi. L. 12 per semestre, ed efTett. Ausi. LAI affrancala di porto fino ai conlinidella Monarchia Austriaca; il doppio per l’associazione annuale. — La spedizione dei pezzi di musica viene fatta mensilmente c franca di porto ai diversi corrispondenti dello Studio Ricordi, nel modo indicato nel Manifesto. — Le associazioni si ricevono in Milano presso l’Ufficio della Gazzetta in casa Ricordi, contrada degli Omenoni N.° 1720; all’estero presso 1 principali negozianti i c presso gli Uffici postali. — Le lettere, i grup i essere mandati franchi di porto. • onniuio. I. Polemica. - II. Studi Critico - Storici. Articolo II Considerazioni generali sulla esecuzione della musica strumentale. - III. Bibliografia. Dei Metodi di Canto, ecc. - IV Antologia Musicale. • V Notizie MuE primi POLEMICA Veramente, signor Temistocle Solerà, io potrei domandarvi chi siete voi, che vi permettete di chiamar sconosciuti tutti coloro che non si voglion sottoscrivere alla vostra infallibilità d’autore melodrammatico; c potrei chiedervi se siete il portinajo della Gloria voi, che, modestamente ringraziando il eielo di quella qualunque scintilla d’ingegno che v’ha data, pretendete gettar l’oscurità sulla fronte di tutti quelli che non hanno ancora scritto un articolo in lode de’ vostri libretti d’Oliera. Potrei domandarvi se credete proprio che sia necessario partorire, i suoi primi cauli, o delle parole per musica, o degli articoli per il Pirata per acquistare rinomanza nel gran mondo letterario. Ma io, vedete, io non son suscettibile come vi pensate: anzi, in certi casi, in cui vengono a capitare tutti quei pochi che hanno il coraggio di dire la verità, io son uso adoperare ceri’ apatia, della quale, nel corso di mia vita oscura, non ho mai dovuto pentirmi. Diamine! Andare in collera perchè uno che avete criticato non trova giusta la vostra critica! Andare in collera perchè un compositore di versi vi dice ohe imbrattate la carta occupandovi delle cose sue! Andare in collera perchè uno v’assicura, clic è meglio cantare delle ariette, che intridervi nella bruita pastoja del giornalismo! E chi ha mai dubitato di ciò?... Non sarei più degno di leggere nè un vostro libro, nè un articolo del Pirata se mi venisse in capo una simile debolezza. Così di queste ed altre perle che con poca discrezione vi siete fatto lecito di spargere quella vostra polèmica di cui avete ingemmato il Pirata io non dirò una sillaba. E benché voi qualifichiate di ributtante impertinenza il parlare urbanamente de’ latti vostri, io mi guarderò bene dal rendervi la pariglia. All’incontro perchè, da povero artista, venite parlando del vostro povero tozzo di pane coll’idea di for credere al pubblico compassionevole che sia stala una cattiveria quella di stampare che i vostri Lombardi alla prima crociala eran tessuti in modo si poco ragionevole che per vero non avrei saputo conte lodarliè forza clic vi mostri che fu appunto in riguardo a quel vostro tozzo di pane che v’usai una siffatta moderazione, perchè diversamente avrei dovuto dire molto di più di quel clic non feci. Non andate dunque un’altra volta in collera se, per darvi una caparra dell’amicizia’ clic ho avuta per voi, vengo ora ad esporvi i motivi per cui dissi che il vostro componimento era sì poco ragionevole che proprio in coscienza non avrei saputo lodarlo. In mercede della fatica che ini prendo siatemi cortese di perdonarmi quello sproposito della poesia che tesse il suo poema, il quale, ben considerala la natura del vostro dramma, è veramente così grosso clic non so d’averne mai commesso uno maggiore. Ora, per degnamente ragionare dell’opera vostra, dovrei esaminare innanzi tutto se realmente il soggetto de’ Lombardi alla prima crociata meritasse clic un Lombardo lo ponesse sulla scena per provvedere alla sua c alla gloria de’ suoi progenitori. Ma perchè questa materia fu a sufficienza discussa all’epoca che apparve il poema dell’illustre autore del Marco Visconti, c nulla potrei dire di non detto, di ciò non parleremo, c ei basterà in vece indagare quali siano i personaggi che fan bella mostra nel complesso del dramma. d’ogni cosa fatemi il piacere di dirmi se dell’azione, e quindi il protagonista, sia Pagano, o Giselda, o Vielinda, o Arvin da Hò, o Pirro, o il Tiranno d’Antiochia, o sua moglie, od principe turco Ormile. Se il miglior personaggio è quello clic figura meglio, bisognerebbe dire clic sia quest’ultimo, perchè e il solo che dal principio alla line (comincia col sccond’atto e finisce col terzo) conservi un carattere negli alti suoi. Egli è buon amante al principio c termina come incomincia. E figlio d’un maomettano c cade difendendosi contro chi combatte il suo popolo. Persuaso nel morire della falsità del suo culto spira facendosi cristiano, c la sua morte è sì gloriosa clic ce lo rappresentate perfino in paradiso. Se il miglior personaggio, ripeto, dovesse dirsi il protagonista, come quasi sempre usarono Mctastasio e lutti i grandi drammaturgi antichi e moderni (I), Oronte. è il solo che non faccia del male ed abbia una parte interessante. Ma il componimento s’intitola i Lombardi alla prima crociala, per cui il protagonista dev’esser uno clic non sia turco; c se non è un solo Lombardo saranno tutti i Lombardi. Se non che questi Lombardi fan poi cose che. sian veramente generose, che inspirino simpatìa all’uditore, che siano di qualche utile esempio, che siano insomma quali devono essere i protagonisti?.. Prendeteli tutti colesti vostri croi, sig. Solerà, tutti dal primo all’ultimo vi fanno qualche cosa che vi strappa dall’animo ogn’interessamento. Pagano è uno scellerato che dopo forse vent’anni di bando ritorna di Terra Santa con non altra intenzione che di assassinare suo fratello che vent’anni prima aveva assalilo senza poterlo uccidere, per sola colpa d’essere stalo un amante preferito (2). Credendo di colpire il fratello trafigge invece il [ladre, c preso dall’orrore del parricidio vuol rimediare al primo errore commettendone un secondo nel trafiggere sè stesso. Impedito nella sua risoluzione, si fa eremita in Terra Santa, ove, dopo alcuni anni di patimenti, ferito in campo per la santa causa, muore beato del perdono de’ suoi c della desiata vista di Gerusalemme. - Un malvagio che, dopo vent’anni di lontananza, ritorna vicino ad un fratello per ammazzarlo è già un essere si ripugnante clic è impossibile riaverlo in grazia; se v’aggiungete l’idea clic la sua mano è lorda del sangue di suo padre, ne fate tal mostro che chi può interessarsi ile’ fatti suoi non palesa certo un animo gentile. I eiliej dell’eremo non bastano a mondarlo del misfatto di cui s’è lordato, nè bastano i prodigiosi salvamenti d’Arvino c di Giselda. La sua fine è troppo bella per le sue colpe. Giselda nulla fa nell’alto primo. Nel secondo va in Oriente per far la guerra ai Turchi c s’innamora d’un Turco di cui è prigioniera. Giunge suo padre per liberarla, ed ella lo rimprovera perchè fa la guerra ai Turchi, e perchè le ha ucciso il suo diletto principino. II papà, com’è naturale, monta sulle furie talmente clic per chiudere quel labbro osceno, cava un pugnale coll’intenzione, a quel che pare, di adoperarlo. Ma l’Eremita gli fa presente eli’ ella ha smarrita la ragione, c il temporale passa via con sole parole. - Nel terzo è vestita da penitente perchè crede clic il suo amato Oronte sia morto; ma sì tosto lo vede vivo in anima e in corpe, si dimentica de’ suoi vestili per fuggire con lui. Egli, non si sa come, ritorna ferito ed ella assiste all’agonìa di lui, rincrescendole di non poter morire per essergli compagna anche all’altro mondo.-Nell’ultimo rivede finalmente in sogno il suo diletto amante; ed assistendo alla morte di Pagano lo prega di dire al suo sposo c a sua madre che affrettino il giorno bramato - Che con loro s’eterni il suo cor. A lei importa tanto della conquistata Gerusalemme che non desidera che di andare in paradiso. Arvino comincia coll’essere un’anima buona perdonando al fratello, ma diventa subito un’aniina cattivn quando lo vuol ammazzare perchè ha ucciso ii padre. La sua cruenta natura si spiega ancora quando vuol ammazzare la figlia, e si spiega ancora meglio quando si propone di emendare l’errore del Cielo che non punisce l’abbominoso Pagano; ma ritorna ancora buono quando gli perdona morienle; e cosi anche Avvino presenta un dentro e fuori di bene e di male clic non so chi possa dire di che colore ci sia. Però sempre d’un cattivo colore. Pirro è un altro scellerato; sicario in principio, rinnegato poi, traditore da ultimo. Viciinda muore dopo il primo atto. II Tiranno d’Antiochia non vedesi clic una ■volta: sua moglie non si vede più dopo l’alto secondo: dei coristi non credo clic sia mestieri parlare. — Ora vi domando io, valentissimo signor Temistocle Solerà: clic genere di stoffa dee venir fuori da un cosiffatto complesso di fila, clic costrutto volete innalzare con simili cementi, die vivanda comporre con tali ingredienti? Quale sarà, vi replico, il protagonista per cui dovremo interessarci, clic sia vita e regolatore degli avvenimenti, se tra quelli clic conosco io e conoscete, spero, anche voi, non ve n’6 un solo clic meriti quest’onore? L’u parricida, no. Un fratricida, nemmeno. Una Giselda meno ancora. Un sicario, un rinnegato, un traditore, peggio clic mai. Dunque che dobbiamo concludere? Glie il vostro dramma non ha protagonista degno di tal nome, e clic appunto per ciò dev’essere condannato come creazione acefala. Nè questo è il solo difetto clic lo distingue: ve ne sono altri clic vorrebbero essere ricordali ma clic tralascio per brevità. Por esempio quel trovare un’azione clic comincia in Lombardia, passa in Antiochia, indi traile rocce dell’uomo della caverna, poi nella valle di Giosafat, poi sulle rive del Giordano, poi nette vicinanze di Gerusalemme (5), potrà parere ad alcuno un- invenzione da lanterna magica, massime (piando questi arbitrj balzani non sono forse compensali dalle grandi bellezze clic s’ammirano nei capolavori drammatici di questo genere. Del resto i caratteri li avete veduti: ciò clic si fa lo sapete: mi sapreste ora voi dire come sia entrato il raziocinio in tutta questa mala pasta di cose incongruenti? Sii sapreste voi dire come si debba chiamare un libro d’opera intitolato i Lombardi alla prima crociata in cui la parte più virtuosa sia data ad un Turco? in cui si veggono tanti malfattori e si sente a pregare ben dicci volte? in cui i personaggi vanno e vengono sempre senza clic si sappia il perchè, dove ci sono dodici mutamenti di scena, talché si può dire clic ic scene corron dietro ai personaggi non i personaggi Ora vengasi alla poesia, perchè nemmeno la poesia è cosi incolpabile come vi pensate; e s’incominci dalla bella prima scena. Siam sulla piazza di S. Ambrogio ed un coro di cittadini in due parli diviso canta: I. Oh nobile esempio! U. Vedeste? Nel volto A tulli brillava la yioja del core. I. Però (bello questo Però!) di Pagano nell’occhio tracollo La traccia appariva del lungo terrore. A questo lungo terrore è pregato il lettore di por niente, perchè ne’ versi che vengon dopo, dicendosi in pieno coro: Ancor nello sguardo terribile e cupo La fiera tempesta dell’animo uppar; Sarà (bellissimo anche questo Sarà!) ma ben raro le furie (!) del lupo Nei placidi sensi d’ugnel si muldr chi lia un’idea di logica in capo si domanda subito ’ come può stare che un uomo lasci apparile il lungo (