Pagina:Gazzetta Musicale di Milano, 1844.djvu/46

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— ^=C NOTIZIE MUSICALI DIVERSE EDITOBE-TBOPBIETARIO* dingo e circospello nell’emanar sentenze, perchè lo che non è seconda alle altre nell’esigervi, a ben comprènderla, qualità naturali ed acquisite?

Pare che a cerio Giornale non sia andato a verso scherztoso-aereo reso si dall uno che dagli altri de*nostri abilissimi esecutori, ritengo che interpreti, quanto mai si può, la svelta idea del compositore. ■libarlo Mazza calo. VARIETÀ Ciò che H’iiilende per una buona composizione ni usi cale (1). Domandate ad un uomo che ami la musica senza esser conoscitore, ciò ch’ei pensa d’mi pezzo quaspenderà, per lo più, in termini generali, consuonanti la maggiore c minore convenienza o disconvenienza delle proprie sensazioni. Volendo poi - e qui intendiamo parlare della sola musica strumentale - penetrare più addentro, ei si troverà sotto l’influenza di emozioni vaghe, ineomprensibili, che sfuggono all’analisi c che risultano dal confronto ch’egli stabilisce, inavvertitamente, fra la situazione della propria anima e l’espressione melodica o armonica dei suoni che sente, il che ci spiega il gusto passionalo che manifestasi presso la maggior parte degli uomini pei piaceri musicali: l’emozioni vaghe e misteriose hanno, a (pianto sembra, pel cuore umano, un’attrattiva irresistibile, cui si congiunge, nella musica, il piacere di cui ne gioisce l’orecchio. Ma se il semplice amatore s’attiene nei suoi giudizj a quello ch’ei prova, senza potersene, render conto, fa d’uopo che, il vero conoscitore nello apprezzare ch’ei fa, mi lavoro d’arte, prenda pei- base la giusta integrale significaziom’di esso: epperò il biasimo e la lode saranno in lui la conseguenza necessaria ed imparziale dei principj dilla scienza. Ora (a questo ritallo e d’esperienza, ed appunto per guidarli nei giudizi che avranno essi a dare, io vó’ tenlarc la ricerca, in quest’articolo, degli elementi costitutivi d’uria buona produzione musicale, e delie qualità la cui riunione forma il compositore perfetto. Ardisco lusingarmi che, le mie osservazioni, le, quali sono il risultamenlo di coscienziosi studj, potranno pur esser di qualche utilità ai compositori che entrano in carriera. Ogni pezzo di musica deve esser riguardalo sotto un duplice punto di vista; sotto il rapporto dell’invenzione dapprima, quindi sotto quello dell’esigenze dell’armonia o del conlrappunlo. l.° Invenzione, piano e divisione. Ogni buona composizione esige un piano rettamente, concepito, le etri (1) Da «pianto in questo dottissimo articolo vien esposto si pui) facilmente dedurre, che, per ben giudicare. mi lavoro musicale qualunque, non basta aprire le orecchie, avere buon senso, e chiudere un cuore nel seno. No: non bastano ad alcuno nè la menlc e il cuore, nè gli occhi e le orecchie (nulla cale di quale specie siano) per credersi in drillo di parlar di belle, arti, qualora non vi aggiunga una coltura speciale a ciascuna di esse. Poiché altro è il compiacersi di una bell’arte, gustarla, rilevarne ben anco il bello ed il sublime, altro è Fesser in grado di convenientemente darne un giudizio, entrare nei particolari di essa e meltorli a disquisizione, spiegare a sè slesso e ad allei la derivazione di certi effetti, come di rendersi conto delle proprie, e delle impressioni altrui. Che un profano che abbia un cuore nel seno si agili alla vista di un quadro, di mia statua, ecc., bene sta: ma che si provi, un po’, quest’istesso a tenerne discorso come di lavoro d’arte?... Epperò, se, trattandosi di opere articolo del p. p. numero, poiché, volendo egli provare il contrario nei modi che gli son proprj, conchiude. niente meno col dire che ehi non vede come lui, nella materia in questione, non può essere che uno sciocco, un pazzo, un uomo a cui si fa notte avanti sera.... Cosa rispondere, a proposilo del farsi notte avanti sera, a questo cotale che non ha veduto nè 1 vede tanto meno, come uno spiritoso suo articolista con un titolo immaginario, e con un i sottoposta nota, che può esser temila più immaginaria ancora, gli fa passare per originale uno scritto, che non è altro che una libera traduzione, raffazzonala con garbo, di un aneddoto galante il (piale, coi velinomi di Hamilton, e non di Cile velami, di Contessa di Chesterfiebl, e non di Lady Anna Brounkller, riscontrasi (in un collo stalo dell’atmosfera) nelle. Mémoires du Comte de Grammont da ognuno che non sia quel desso a cui, invece di avanti sera, si fa notte a mezzo giorno?.... P. A. Minali. t divisioni corrispondano fra loro c si regolino sulla dimensione dell’insieme. Nella stessa guisa che un confuso ammasso di materiali di costruzione non forma una fabbrica, cosi non basta un miscuglio di note fluttuanti all azzardo e d’idee incoerenti ptr costituire un’opera musicale. E d’uopo disbrogliare questo caos: è d’uopo dare, un senso a queste noti1, è d’uopo sottomettere queste idee ad un ordine ben inteso c congiungerle ad un’idea generale, ad uno scopo comune; è d’uopo di più che il conoscitore possa afferrarne facilmente il collegamento ed abbracciarle senza sforzo nel loro insieme. Che ogni composizione, dunque (1) abbia due o tre parli principali, secondo che il pezzo è più o meno esteso. Quando vi sono due parti principali, la prima sia terminala d’ordinario colla dominante, e la seconda colla Ionica; e quando ve n’hanno tre, la prima finisca d’ordinario nella dominante, e la seconda india sesta, o nella terza in tuono minore, se il pezzo è in tuono maggiore, e la terza nella tonica. Ciascuna delle divisioni principali si suddividerà, a sua v olla, in tre parti distinte: la prima conterrà l’introduzione e l’esposizione dell’idea principale; la seconda sarà riempita dai periodi degl’intermezzi; nella terza filialmente si troverà la modulazione finale che deve, accordarsi con le due precedenti’. L’espressione dell’idea principale, deH’ideariiadre del lavino musicale, nella seconda e terza divisione principale, (2), dev’essere la stessa che nella prima, o almeno rassomigliente, in quanto alla forma della melodia e dell’armonia. Così avverrà de’ periodi intermediari e delle modulazioni finali; tuttavia egli è essenziale che in ognuna di queste div isioni la melodia e (’armonia camminino pei- v ia di tonalità differente, ’brattando convenientemente queste divisioni secondarie, si stabilisce una giusta proporzione fra le diverse parli; di più, ne risulta ad un tempo stesso varietà e unità, qualità indispensabili ad ogni opera d’arte che all onore aspira d’esser giudicala dalla critica. IL” Carattere. L’uà composizione musicale deve sempre portare l’impronta d’un sentimento, d una disposizione dell’anima qualunque; ch’essa esprima la gioja deH’amore, gl’impeti della collera, lo slancio dell’entusiasmo, o la calma della felicita, non importa-, purché essa esprima qualche cosa. L’autore è perfettamente libero di scegliere fra le passioni che sconvolgono a vicenda il cuore dell’uomo; ma, falla una volta la scella, è d’uopo ch’ei vi persista. Dal piano e. dalla disposizione delle diverse parli lino ai minimi particolari dell’esecuzione, tulio dev’essere subordinato al senlimento ch’ei si propose di pingere, che deve decidere del riimo, della misura, delle forme della melodia, ecc. In questa guisa la composizione imprimerà al musicale lavoro quello che chiamasi un carattere distintivo. 111.” Melodie, rifioriture, e tratti (li abbellì mento. La qualità essenziale della melodia, è quella di piacere; per le rifioriture e pei tratti di abbe.limenlo, menti. Essi dovranno essere, del pari che la melodia, spontanei, netti e chiari da esser còlli subito nel segno, senza mai divenir comuni e triviali; di più, essi dovranno riflettere il carattere generale del pezzo. Questo carattere debbe egualmente ritrovarsi nell" accompagnamento delle melodie, ecc., e senza escire da una data tonalità, colla scelta e varietà delle riempiture, si poi) ottenere una gran varietà negli effetti. IV.0 Qualità d unii buona composizione musicale sotto il rapporto dell’armonia. 1. Correzione grammaticale. 2. Semplicità e chiarezza nelle modulazioni. Queste qualità risultano da una certa disinvoltura di condurre i suoni fra progressioni armoniche, la quale ne rende agevole l’intelligenza, e che, di radosi trova nei compositori principianti; essi schivano il naturale per paura 5. Cognizione degli stromenti. Il compositore non deve dimandare agli stromenti che gli effetti analoghi alla loro natura, e senza che l’esecutore abbia a vincere grandi difficoltà. E manifesto che noi qui non parliamo dei pezzi di bravura, di concerti, ne’ (piali il virtuoso si produce dinanzi al pubblico. 4. (Giudiziosa e sana interpretazione degli effetti. Accade sovente che un tal passaggio sembri belìo sotto la penna e sia mancante poscia all’orecchio, mentre una modulazione, che debole vi sembra alla lettura, s animi improvvisamente sotto le dita dell’esecutore e produca immensa sensazione. Soltanto dopo lunga e paziente pratica si può giungere a calcolare l’effetto d’un passaggio con qualche certezza; è dunque di molla importanza che i principianti diansi di buon’ora e con tulle le loro forze a questo studio. Soprattutto la musica strumentale prendemmo di mira nei principj che abbiamo esposti; essi si applicano in gran parte egualmente alle composizioni vo(I) Non si (ralla qui che di sinfonie, concerti, quar- l felli, quintetti o sonate per pianoforte. In quanto ai pezzi vocali, ne. parleremo più tardi. (2) Questa conformità deve ricercarsi più severa- j mente nella terza che m ila seconda divisione, ove la- ’ sciasi più vasto campo al genio del compositore. I cali; tuttavia, per rentier completo il mio lavoro, credo necessario aggiungere alcune osservazioni relative a queste ultime. In un pezzo di canto, il compositore ha mollo minore larghezza che allorquando» trattasi di musica strumentale. Il piano e la divisione sono dati; essi dipendono dal testò che determina egualmente il carattere della composizione e per conseguenza le melodie. Il primo dovere del compositore è di studiare, il senso delle parole, e il suo merito più grande si è quello di renderne completamente l’espressione poetica. Fa d uopo s< andere i versi, in modo che. l’orecchio ne afferri facilmente il ritmo, e l’accento deve poggiare sulle parole che hanno maggiore importanza nell’ordine intellettuale. Non vogliale impiegare gli abbellimenti c le rifioriture che nei luoghi ove essi producono l’effetto dovuto, e nell’accompagnare, disponete i vostri quadri d’orchestra in guisa che la voce venga sostenuta senz’esser coperta. Dal francese. F1RI..VZE. — Se il decorso anno 1S43 fu ricco per Firenze di accademie musicali, in cui molti e molli distinti artisti dettero prova del loro valore, non così avvenne fin ora nell’anno che corre, che i nostri dilettanti non hanno avuto luogo di sentirne alili che I’ ottimo professore di violino sig. Grassi, ed il violinista ballerino, o jse più piace) il iballerino-violinista sig. Arturo Saint-Léon. La speranza clic per qualche tempo crasi nutrita di sentire le Milanollo e svanita per ora. Però, trovasi adesso Ira noi, e vi è lusinga die possa prodursi in qualche accademia, il sig. Honoré riputalo suonatore di Pianoforte. La cronaca musico teatrale del carnevale ormai finito nulla offre di grande importanza. Lasciando di parlare dei minori teatri di musica Leopoldo e Goldoni, per ristringersi a dire della Pergola soltanto, ii Aabucco vi lia incontralo il pubblico favore, quantunque l’esecuzione sia riescila alquanto incompleta, e per sopraggiunte indisposizioni degli artisti ì opera siasi dovuta sostenere per varie volle da supplementi. Al Aabucco tenne dicco la Dirce del maestro Per*, opera die altrove lia incontralo il pubblico favore. Così, però, non avvenne in Firenze. A lode del vero convicn dire che fu assai male eseguita, lo che obbliga la critica, priva della ispezione della partitura, a tacersi nel rapporto del merito della composizione. La stagione è stata chiusa dalla famigerata danzatrice Cenilo, chi.’, avendo a sé attraila principalmente l’attenzione del pubblico, contribuì onde in quelle ultime, sere la musica passasse inosservata. A proposito di questa ballerina ci si permetta di deviare un momento dal campo musicale per dire che se essa fu qui come altrove mirilo applaudita, che se nella serata di suo benefizio colse ricca messe di denari e di regali, non vi è luogo a rimproverare ai Fiorentini di esser discesi a quelle ovazioni alle quali si è trascorso da poco in (pia in altri luoghi ad onore di questa ed altre plaudite Silfidi. Se poi nella sera in cui giunse a Firenze alcuni cori furono cantati sotto le finestre dell’Albergo ove si fermò, ognuno liconobbc in ciò unicamente un’innocente galanteria dell’Impresario. Nella corrente quaresima la Pergola sièriaperta provvisoriamente col Xubucco. Si annunzia emminente la produzione della Fidanzata Corsa di Patini, c di una nuova opera del dilettante conte lòtta. Ultimamente nella Chiesa di s. Giovannino degli Scolopi fu [eseguito il David, oratorio dei maestro Inverati. Nell insieme la e.-ccuzionc non fu lodevole, ad onta del merito individuale di molti degli esecutori. La musica, che conta già un’esistenza di molli lustri, fu trovata dagli intelligenti scritta con molto magistero. Nella opinione pubblica però avi ebbe, guadagnato assai se fosse stata in parte scorciata e se in ispecie si fossero omessi molti dei lunghi ed oziosi recitativi die vi si notano. La deputazione incaricata della preordinazione e direzione dell’accademia da darsi animalmente a vantaggio degli asili infantili di questa citta in occasione delle feste municipali del s. Giovanni, adottando una proposta del cav. prof. Giorgetti, fia stabilito che il trattenimento die avrà luogo in quest’anno sia del genere storico; che, cioè, consista in una serie di pezzi cronologicamente ordinali, dai quali apparisca «piali sieno stati il progresso e le fasi subite dalla musica posteriormente al risorgimento e fino al dì d’oggi. Ma siccome la esecuzione di questo concetto nella sua vasta generalità sarebbe Slata (piasi impossibile di fronte alle circostanze di luogo, di esecuzione ed in ispecie di tempo, così lia pensato saviamente restringersi al progresso della musica teatrale seria italiana, salve poche eccezioni, cominciando dai giorni di Pergolesi, inclusive, c scendendo fino al tempo presente o prossimamente passato. Casamorata. — Pelimi. Il Corrado (VMllamura di Federico Ricci. andato in iscena la sera 2 corrente, sorti il miglior esito che se ne potesse aspettare. Ci riserviamo di darne più circostanziali ragguagli ad altra occasione. Intanto andiamo lieti di notare che vi furono applausi (piasi ad ogni pezzo con due chiamate al maestro alla (ine dell’opera, onore non tanto comune sulle scene del Teatro Italiano. (Da lettera). GIOVANNI RICORDI ltali’ I. II. Stabilimento Nazionale Privilegiato di Calcografia, Copisteria e Tipografia Musicale di GIOVANNI RICORDI Contrada degli Omenoni N. 4720, con deposito per la vendila in dettaglio nei diversi locali terreni situali svito il nutvo portico di fianco airi. fi. Teatro alla Scala.