Pagina:Gazzetta Musicale di Milano, 1844.djvu/67

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— 63 — ;0O O GAZZETTA MUSICALE o ANNO ni-- n. 16. Di MILANO DOMENICA 24 Aprile 1814. Si pubblica ogni doinr nicn. — Nel corso dell’anno si danno ai signori Associati dodici pezzi di scella musica classica antica e moderna, destinali a comporre un volume. in 4.° di cenlocimpianta pagine circa, il quale in apposito elegante frontespizio si intitolerà A.moiogia classica mi su Ai r — Per quei Signori Associati che amassero invece altro genere di musica si distribuisce un Catalogo di circa N. Suoi) pezzi di musica dal (piale possono far scelta di altrettanti pezzi corrispondenti a N. lóti pagine, e questi vengono dati gratis all’atto che si paga 1 associazione annua; la metà, pcr la associazione semestrale. Veggasi P avvertimento pubblicato nel Foglio N. 50, anno II, 4S43. La musique. par des inflexions vives, accentuées. «tf» pour ainsi dire, parlantes, exprime toutes les pas• sinus, peint tous les tableaux. rend tous les objets, • Journet la nature entière à ses savantes imitations, • et porte ainsi jusqu’au coeur de l’homme des sen• timents propres a l’émouvoir.» J. J. flovsstxc. Il prezzo dcll associiizione alla Gazzetta c alla Musica è di efTrithe Austriache L. 12 per semestre, ed effettive Atisliachc I 1 affrancata di porlo tino ai confini della Monarchia Austriaca; il doppio pcr l’associazione annuale. La spedizione dei pezzi di musica viene fatta mensilmente e franca di porto ai diversi corrispondenti dello Studio Hicordi, nel modo indicato nel Manifesto. — Le associazioni si ricevono in Milano presso l’IIflicio della Gazzetta in casa lì leardi, contrada dt-jjli (Imenoni 1N.° t7’20; all’estero presso i principali negozianti dì musica e presso gli Litici postali. — Le lettere, i gruppi, ec. vorranno essere mandati franchi di porto. SOMMARIO. 1. Studi Biografici. Dell’indole, dei pregi e dei difetti delle, composizioni di Meyerbeer. - 11. Rassegna bibliografica. Articolo I. - III. Delle cause, che conducono a mal partito le opere riprodotte senza l’intervento dell’autore. - IV. Varietà’. - V. Notizie MUSICALI DIVERSE. - VI. NUOVE PUBBLICAZIONI musicali. STUIM BIOGRAFAI DELL’INDOLE, DEI PREGI E DEI DIFETTI DELL!) COMPOSIZIONI (Vedi N. 6, 8, H, c 15 anno 184-1). disperali espedienti, a XkJK^ctii si ricorre sovente oggidì, CT ■fr^hJ<?essi pure i grandi maestri gli _ Hp avevano a mano, ma ne sdegnafono l’uso di che prevedevano nella saviezza del lor consiglio le conseguenze fatali, I materiali ripieghi dell’arte sono estrìnseci allatto alle leggi di progresso che possono reggere 1* umanità. Dio lì concede da usare al primo uomo di genio. Dal non abusare che fa Mozart delle trombe, non segue ch ei ne ignorasse la formidabile potenza: dall adoperare Racine una lingua casta, sublime e pura, non potreste conchiudere che non gli fossero noti tutti que paroioni di carattere e di colore, profusi con istrabocchevole ridondanza da molti scrittori dell’età nostra, che vanno tronfi di averli inventati. Quando un uomo di genio si astiene da certi mezzi, tornati in uso più tardi e non inventati, lo fa quasi sempre con senno e a proposito deliberato; nè contro tale opinione alleghisi 1 aver ignorato il suo secolo somiglianti espedienti. 17 uomo di genio, giova ripeterlo, precorre sempre al suo secolo, e j gl’istromenti dell’opera sua prende nel1 avvenire. Genio equivale a divinazione: e Racine e Mozart erano entrambi di genio: poeti e musici, almeno lino al presente, su questo punto concordano. Gran; dezza di concetto, temperanza di forma, O ecco, a mio parere, il segreto della graii■Qj d’arte di Racine, e dell’arte non meno grande di Mozart e di Cimarùsa. I tentativi falli dal signor Meyerbeer nel terzo atto degli Ugonotti, e ch’egli solo poteva fare, considerati in via di eccezione, ’ meritano tutti gli elogi -, perocché appalesano nel maestro un prodigioso ingegno» • i.... A s. no i nel magistero diffìcilissimo di trattare le masse istrumentaii e vocali. Ravvi in tutti codesti cori tali armonie e modulazioni che; gli sarebbero dallo stesso Ba< li invidiate. Nulla ostante, per gloriosi che siano riu-; sciti al signor Meyerbeer questi tentativi novelli, sarebbe insensato chiunque avvisasse poterli quaudochesia convertire in j sistema. Cotale intrapresa, guastando la j melodia guasterebbe anche 1 arte nella 1 parte sua più vitale, che, la melodia è ì alla musica quello che il sole alla terra.; Quid giorno che la melodia spiegherà il ■ volo pel cielo, eterna sua patria, la muI sica più non sarà che un immenso e tri: sto caos, in cui suoni e voci si daranno i di cozzo nella discordanza, tenebre e con- ■ fusione di tutte cose., Al quarto atto il signor Meyerbeer ha riunite tulle le forze, combinato ogni । mezzo, e posto in esecuzione uno de’gigantescili elicili ch’egli ha il torto di ognor meditare. Quinci principalmente ha fatto prova di potenza, di ardimento e di vo■ Ionia, sollevando nella tempesta tutti gli elementi sonori ch’egli possiede. - La strage j di San Bartolomeo si prepara), congregati i capi cattolici, ricevono i regii comandi, si sottopongono, e perchè sieno benedette sguainali le spade. Codesta grandiosa i scena comincia da un dialogo: una voce cupa e terribile annunzia i sovrani decreti } altre voci rispondano a quella. Cominciano la controversia e fesitazione^ e tratto 1; tratto, mentre svolge l’orchestra de’sinistri pensieri, esce dalle voci una melodia piena di calma e serenità, tremolando indi’orizzonte come stella di luce e speranza sovra un mar burrascoso. Ma cessa ogni irresolutezza. lo vuole Iddio morranno gli • •... c eretici. Un’implacabile armonia invade l’orchestra, e le sfugge dinanzi la melodia avventurosa, come un ultimo raggio di sole dinanzi alla tempesta. 1 religiosi benedicono, alzate le mani, le spade. Allora comincia a fremere nell’orchestra qualcosa che tiene dell’uragano,• è un crescendo: anzi no. una inspirazione di Meyerbeer)) che simili effetti non si possono formulare. Tuona l’orchestra, il coro rimbomba:, e in quella scala, profonda insieme e sublime, che ascendono e la voce degli uomini e quella degl’istromenti, non potrebhesi dire se sia f orchèstra che domini il coro, o il coro 1 orchestra. Quando i 1 Oceano ha per tre di tempestato, stanco di accavallarsi onda sovr’onda e mettere orrendi muggiti, si rabbonacia e si addorme baciando il greto che aveva leste flagellato co fiotti, l’ale 1 orchestra, rifinita di tanto agitarsi, alla fine componesi a calma, e i frati si ritraggono. Non ha parole in cospetto di simile scena la critica. Qui l uomo e in preda alla propria emozione, allo.sbigottimento, al raccapriccio die da capo a piedi 1 invade. Sente, ma non ragiona, temendo una fredda analisi disabbellisca 1 incanto delle illusioni che Io affascinano. E in cambio di logorarsi il cervello a sapere se 1 arte consenta di abusare in lai modo di lutti i suoi mezzi e delle sue forze; in cambio di chiedere se la meraviglia e lo stupore che lo investono, provengano dalla potenza melodica o da una ben intesa sonorità, meglio torna a ciascuno confessare nel proprio spavento: io non so che codesto sia male o non sia ma so ben ch’è bello. Il duetto composto dal sig. Meyerbeer, tra Raoul e Valentina, situazione invereconda, è uno dui più bei pezzi e dei più drammatici dell opera- havvi nelle prime battute di quid duetto una frase stupenda <1 amorosa ansietà, quella melodia che ti sorprende e colpisce, quanto appettata men tanto è più beila. Essa brilla un momento, disparisce, senza rincrescerne al cuore che 1 ama. presentendone vicino il ritorno: e cosi adopera infatti il maestro. Il quale è valentissimo gioielliere che non tralascia, come abbia alle mani una gemma preziosa, di affaccettarla per ogni verso e reuderntda sfolgorante. - Palesa Valentina a Raoul la sua colpevole passione. — Raoul finalmenle si sveglia, nè ci voleva meno che d suonar a stormo delle campane, in quella notte di carneficina, per distaccare quel gentiluomo dalle braccia della sua innamorata. (litiasi fuori del letto, precipitandosi con la spada snudata al soccorso de’suoi fratelli, e a trucidare- i cattolici, nel cui numero si trovavano il marchese di Sainl-Bris. e il conte di Nevers. eh ei viene da oltraggiare ambidue nell onore di Valentina, lì. huola dell lino e moglie dell’altro. Eppure si dirà eotestui un martire della fede protestante! Gran Dio, che martire!... L adagio di codesto duetto è una delle più care melodie che si possono udire. Una frase incantevole o molle «die passa alternativamente dada voce all’orchestra e dall’orchestra alla voce, non ispira che voluttuose sensazioni, l’orso