Pagina:Gazzetta Musicale di Milano, 1844.djvu/69

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ÜÉSss. — — — — VgW che, per ben giudicare, siffattamente richiedesi. Se la i gC© rama menzognera esalta più del dovere, 1- immaginazione del pubblico predomina. l’aspettazione. Tassi maggiure., c le esigenze soverchie: così al contrario, se ^0 l’opinione generale è sfavorevole, si va al teatro con animo deliberato di trovare ogni cosa alla peggio.! L’origine di questa buona, o cattiva opinione, sta j nella fede data a certe notizie, poco accurate o false interamente, sparse fra il pubblico sul conto delle Opere prodotte altrove; sta nell’antagonismo nazionale o semplicemente di municipio (sotto il rapporto musicale), • per cui ciò che. piace in un teatro, è convenuto non । debba piacere in un altro; sta nella simpatia o nelI l’antipatia per il nome dell’autore, per la sua patria, ) per la scuola da cui deriva, pel suo stile,, per il genere, c che so io; sta, in line, nelle piccole e grandi manovre degli amici millantai<»ri, e dei nemici of/i। dosi del pari, c nelle, vociferazioni maligne ed ambigue, enfatiche e speciose, spacciate dai professori che, intervengono, o dalle persone, che assistono alle prime! ripetizioni. Quali poi ne sono le conseguenze?.. L’in{ giustizia c la falsila delle decisioni avventate, l’csi’ lonza e le dubbiezze sulla convenienza o sulla disconvenienza delle proprie, sensazioni, il capriccio, lo spii riio di parte, le esagerate, dimostrazioni, prò, c con‘ tro, la depravazione ed il Irav iamenlo del proprio gu■ sto e dell’altrui, nell1 arte di ascoltare la musica. L’arlc di ascoltare la musica, che non è. l’arte di aprire le! orecchie, si è quella di lasciarsi andare a seconda delle | vergini impressioni del momento, senza inquietarsi troppo delle impressioni già ricevute: sccondariamenI te di attenersi all’ammirazione, od alla disistima dell’Opera per sè slessa, senza preoccuparsi del sistema, | o della scuola a cui appartenga; in terzo luogo, di non desiderar mai di conoscere preventivamente l’au> toro, si chiami egli Tizio o Cajo, provenga egli da } questa o da quella contrada. Questi (re capi essen1 ziali dell’arte di ascoltar la musica, andrò io quivi svolgendo alia meglio, siccome il compimento del tema assuntomi sulle cause rovinose, di cui è questione in questo (1), e nei due articoli precedenti (2). Il primo punto ridettesi parlico’armente sulla rispettiva condizione dei vccchj, amatori della musica di un’epoca anteriore alla nostra, i quali, sempre di sposti a censurare, tutto ciò che non ha appartenuto ai bei tempi della loro prima età, sono in continuo antagonismo sistematico contro la musica del giorno. Ciò succede, sia che, per vero, si trovino essi (piasi estranei ad un linguaggio, poco o nulla consuonante con quello che formava altre volte la loro delizia, sia che, per la singolare vanità di considerare (piale, opera lor propria le celebrili! dei tempi loro, tentino di contrastare, per quanto in loro sta, la supremazia alle celebrità formale, dall’attuale generazione. Certissima cosa egli è poi, che a questi colali, cosi detti, puristi, la musica nostra (impura anziché no) non può che recare fastidio; (piindi abbastanza comprcnde.si, quanto passionati e parziali sono eglino nei loro giudizj, assoluti, ed esclusivi nelle loro idee. Bello è il vederli nell’assistere ad una prima rappresentazione, pieni di raccapriccio, d’inquietezza e d’indignazione, declamare, ad ogni tratto, contro l’intemperanza di uno stile furioso, contro alle scuole degenerate, cd al bastardume degli artisti: lamentare c piangere la condizione tristissima in cui trovasi l’arte oggigiorno, nella persuasiva dimostranza, più triste ancora, die ella, andando di questo passo, corre ad una certa rovina: poi, alla finfine, uscir de’gangheri, andare su tulle le furie, otturarsi le orecchie per difenderle da un tanto baccano, cd abbandonare sull’istante le profanate sedi, maledicendo l’Opera, l’autore, gli esecutori, ed i plaudenti, che hanno la dabbenaggine di trovar bello e buono ciò che loro piace... Il secondo pillilo comprende un’altra classe di amatori della musica moderna bensì, ma fautori esclusivi (1) Nel presente, articolo, il primo titolo non corrisponde totalmente al secondo, giacche le prevenzioni del pubblico ponilo esser fatali ad un autore che. in| tcrvenga, o non intervenga alla mise en scène di una. sua Opera, data altrove: sì nell’uno, che nell’altro i caso, ed a pari condizione di circoslanzc, egli è gra’ tintamente, sommariamente c barbaramente giudicalo! | (2) Vedi N. il e 15 di questa Gazzella musicale. di una scuola, di una forma, di un genere, c di uno stile: essi poi si dividono in diverse frazioni, divergenti del pari, e qualche volta, in scuso diametralmente opposto. Gli uni sono i partigiani della musica Italiana pura (dove esiste? In Italia, certamente no!!), gli altri, dell" Italiana mista; questi, della Tedesca, quelli della Francese, che è una fusione delle due scuole, Italiana, c Tedesca. Così si dica della forma della melodia, per esempio: questi la vogliono spianata, larga e cantabile; quelli, spezzata, tronca, sillabica, e declamata quale la richiede la ragione de’ suoi priucipj filosofici; poi, della relativa proporzione, cosa non si vuole? L’uno ama le repliche, l’altro le ripudia, come una lungheria; chi trova troppo lungo un pezzo d’assieme, ehi non lo crede sufiieientemenlc sviluppato: questi vorrebbe ridurre ad un tempo solo ciò che ordinariamente si disti ibuiscc in tre, quello non vuole sentire parlare di riforme; qualcuno vorrebbe togliere i recitativi obbligati, o per lo meno, considerarli, come un primo tempo; la maggior parte poi vedrebbe volentieri abolito il recitativo semplice, per la ragione massima che non vi hanno cantanti alti a declamarlo. Così finalmente, si parli del genere c dello stile: questi sono per la musica fragorosa e robusta, scientifica e drammatica chi predilige la musica dei grandi elj’ellicosì detta, in cui i due, interessi, armonico c melodico, si riuniscono.successivamente fra di loro nella combinazione delle masse; chi preferisce le bellezze parziali, e di dettaglio, i fiorellini sparsi, «pia c là, I’ andamento di un basso, i movimenti svariati dell’accompagnamento, le. rispostine degli islromcnti colle voci, il cicaleccio fra di loro medesimi, le sfumature del colorito, la trasparenza c che so io. Al terzo punto appartiene per ultimo la specie insana degli entusiasti per un autore qualsiasi fra i pochi rappresentanti primari del vigente sistema di musica. Questi colali, predominali dal cieco fanatismo per il loro capo-scuola, giustamente od ingiustamente ammiralo, non solo sono ligi a concedere, il passo allo slesso, soperchiando un altro, ma non si fanno scrupolo eziandio di (encre per falsa la strada battuta da altri, se. pur egli non f’abbia, per il primo, tracciala. Eppcrciò, nel recarsi a teatro, essi sanno già preventivamente cd abbondantemente se una produzione nuova sara lodevole o da biasimarsi; la questione sta nel nome dell’autore: scambialo il medesimo, ululale le v icende! Ora dunque in (ale e tanta discrepanza di opinioni, in siffatte preferenze cd esclusività di giudizio sui lavori d arte, conseguenza naturale delle circostanze diverse in cui uno si trova, o si è (rovaio, della diversa organizzazione fisica e morale degli individui, di certe accidentali affezioni ed idee che successivamente regnano nei popoli, e qualche volta della forza di particolari interessi da cui una lai classe d’uomini, od un tale angolo di (erra è diversamente guidalo; ora, dico, fra le (ante e tanto diverse predisposizioni degli animi, e, rii), che è il più,’ nel comune rapporlatnento alla massima, che è l’ultima ratio degli ignoranti, non esservi in musica un vero bello per tulli, c come in amore, non esser bello quel che è bello, ma bello (pici che piace, cosa rimane ad un povero autore, il (piale non abbia altro per sè, che la coscienza del proprio lavoro, cosa rimane, se nonché l’intima persuasione che 1 osilo di Un’Opera nuova, o la di lei rovina, non ha nulla a che fare col merito che la distingue, o coi difetti, con cui si produce in condizioni meno vantaggiose?... Picr-Angelo Minoli. VARIETÀ — China. Nel libro Lintscha trovasi: il saggio, che è naturalmente anche conoscitore di musica, giudica dalla musica dominante se. uno stalo è ben regolalo o se è presso alla sua mina. - Un principe deve darsi specialmente premura di evitare che la musica non degeneri c non renda molli c snervati i sudditi: mantenere la musica nella sua semplicità, purezza e nobiltà, dev’essere la sua prima cura. i In altro libro Schuking leggesi un altro celebre periodo, ove il gran imperatore Yao impone, al capo della musica i suoi doveri. - In tempo più moderno non (rovavasi più la musica nella China, la (piale una voila faceva mirabili effetti. Invano l’imperatore Rang hi fece ristabilire gli slromcnli musicali secondo gli antichi libri: essi erano come la spada di Skanderbeg senza il suo braccio; i costumi di un tempo non polevano esseri* ristabiliti. - (Segnale di Lipsia.) IL Il nolo editore di musica Walsh In Londra, che pel primo pubblicò le opere di lliindcl a partitura, deve, •piasi tutta la sua ricchezza a questa intrapresa. Su tale argomento si cita un mollo scherzoso di Handcl. Il medesimo (rovavasi in considerabili* sborso per la rappresentazione della di lui opera» Rinaldo w che all esecuzione non corrispose alle aspettative, o piuttosto perchè non vi furono impiegate le spese necessarie, ancorché non ne fosse stata veramente causa la musica. - Ad onta di questo modesto successo la musica venne assai ricercata e l’editore Walsh vende una quantità di esemplari della partitura di qucst’Opera da lui pubblicata. Handcl chiese un giorno a quest ultimo, che cosa aveva guadagnalo con questa musica? u Mille c cinquecento lire! n rispose l’editore. Ebbene, ripigliò lliindcl, egli è più che ragionevole che fra noi due sia tutto pareggialo: voi avrete quindi la boula di comporre la prima opera, cd io la stamperò! - Quante volte dovevamo essere stali Mozart cd anche. Beethoven nella slessa situazione, di far simili progetti a, loro editori’*! (G. M. di Vienna). III. Ciò che la lingua presta alla musica c la musica alla lingua è del pari difficile, che pericoloso il rispondere c decidere. Il maestro di musica riterrà sempre: la lingua è l’abito della musica, e non la musica l’abito della lingua. Se si giudica della lingua, (lessa fa come il corpo umano cogli abiti. Non la lingua italiana ha creato la musica italiana, ma il cuore italiano cd il fuoco, la bellezza del cielo, della terra, del mare. La lingua è un velo leggiero, un abito greco dei sentimenti e. dei suoni. Si è cercalo c credulo di trovare nell’accento della lingua la sorgente della musica, e in ciascuna particolarmente la sorgente della musica nazionale, Ma i suoni più alti c profondi, il melodico della declamazione non giace nella lingua, ma nel carattere dell’uomo che la parla, c nei costumi della nazione. (G. AL di Vienna) NOTIZIE MUSICALI RIVERSE — Palimi. (7 Aprile). Théâtre-! talion. - Questo teatro c chiuso per sei mesi. La tirisi e Mario sono partiti lunedi, e Lablaehe martedì per Londra; Ronconi c sua moglie martedì per Vienna. La Brambilla non lascia Parigi. Salvi non partirà che il IO; va a Londra per cantare nei concerti. - Fornasari è sempre ammalato a Londra; ci si annunzia che il sig. Lumlcy, direttore del teatro della Regina, va a domandare ai tribunali inglesi l’annullazione del contratto con questo cantante. (/■’. A/.) — La stagione dell’Opéra italiana si è chiusa, dopo avere cominciato sotto auspici dubbiosi. Non si avevano di mira che delle opere nuove, Dio sa di (piai titolo, c dei nuovi cantanti per supplire a Tamburini. Le opere si sono prodotte senza far veramente torto all’impresa: solo farà d’uopo provarne dell’altre l’anno venturo. I cantanti hanno avuto buon esito. Tamburini, virtuoso troppo somigliante a se stesso, ma vocalizzatore perfetto, la di cui perfezione avendo il gran torto d’essere in memoria dopo dieci anni, Tamburini non poteva più dimorare a Parigi. I suoi successori non l’eguagliano O sotto il rapporto del canto di scuola, ma non si conoscono ancor bene, ed è un’attrattiva che può durare lungo tempo a loro riguardo, soprattutto (pianto a Ronconi, rimarchevole per l’ispirazione e lo slancio. Fornasari durerà evidentemente meno, supponendo che