Pagina:Gazzetta Musicale di Milano, 1872.djvu/134

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126 pronon si addormenterà sui mieoreccliie di mercante a chiunqualche nuovo lavoro. Invano il teatro che musica e di perchè gode così ingiusto procome si potrà sperare che la direzione tuti allori. Invece quella dell’Opera fa le que le parla di metter in scena come fanno X Ateneo ed i Bouffes-parisiens, solo s’intitola pomposamente Accademia nazionale di danza vorrebbe esimersi da quest’obbligo! E ciò della sovvenzione di ottocento mila lire! Sarebbe GAZZETTA MUSICALE DI MILANO egli guadagna al concorso il nappo d’argento e sposa la nipote del giudice, della quale era da lungo tempo innamorato. Ma! c’è un ma; dopo il pranzo nuziale, al momento di ritirarsi con la sposa, una specie di vecchio Silva burlesco gli ricorda ch’egli ha sottoscritto lo statuto del Cantone opposto, -e che si è obbligato a trattare la sposa come se fosse sua sorella... Immaginate il dolore di quest’Emani tirolese; e figuratevi tutte le scene comiche che ne risultano e delle quali vi fo grazia. Una clausola dello statuto permette a chi infranse le prescrizioni che esso contiene, di sciogliersi mediante una somma di 3,000 fiorini. Lo sposo li paga, o piuttosto è la sposa che li paga sulla sua dote, e la coppia è felice e contenta come nei racconti delle nutrici. L’intreccio della commedia, come vedete, è semplicissimo, ma i particolari ne sono gratissimi, e se non vi fosse un po’ troppo di malizia, che talora degenera in inverecondia, il libretto sarebbe a livello della musica che, come v’ho detto, è veramente bellina. Ed ecco il povero teatro dei Bouffes-parisiens, sul quale pesava da qualche tempo una specie di jettatura, ritornato agli antichi bei giorni di successo, come quando la sua nave vogava a vele gonfie e che Offenbach ne era il capitano. Al teatro Italiano, una nuova cantatrice ha esordito l’altra sera nella parte di Rosina del Barbiere. Forse vi è nota, perocché è stata qui annunziata come reduce dai principali teatri d’Italia. E la signora Smerowski, bionda figliuola delle contrade Slave. Il pubblico l’ha qui molto favorevolmente accolta. Canterà due o tre sere nel capolavoro rossiniano, ed ecco tutto. La direzione non ha tempo da perdere, ha interesse a mettere al più presto possibile in scena il Matrimonio segreto, dal quale spera opulenti incassi; e non ha torto, giacché qui il genere che abitualmente è chiamato «classico» è sempre sicuro di fare accorrere moltissima gente al teatro. Avviene lo stesso per le commedie di Molière, per le tragedie di Racine; ed al Conservatorio di musica, quando si annunzia sul cartello l’esecuzione di pezzi d’autori classici, non si troverebbe un biglietto a volerlo pagare quanto caro si possa. La direzione del teatro dell’Opéra-Comique, punta al vivo dal rimprovero che le è stato diretto di rappresentare perennemente opere del vecchio repertorio, ha messo in prova, d’un sol colpo, tre opere nuove, una in tre attinie altre due in un atto ciascuna. Sicché avremo ben presto qualche novità. Non è troppo presto. Ma il tutto era di rompere il ghiaccio; una volta fatto, le si fa capire che non può nè deve andar innanzi con tutte le anticaglie che ha avuto in eredità dal suo predecessore, signor Perrin. E dura, non si smove più che una rocca. Eppur bisogna che ceda; si griderà tanto e poi tanto, che piegherà. Quando i teatri che ricevono una dote quasi derisoria, in proporzione, o che non ne ricevono nessuna, rivaleggiano in dare opere nuove, come assurdo. Intanto l’affisso annunzia il Profeta, XAfricana, Roberto il Diavolo, ecc. Ed il pubblico se ne accontenta! Strana popolazione, irrequieta in politica e troppo buona in fatto d’arte! Londra, aprile. L’Albani è un successo. Sebbene la maggior parte dei giornali siensi astenuti dal dare un giudizio subito l’indomani della prima rappresentazione, quando la seconda è stata fatta sembrava generale l’impressione che l’Albani fosse una Diva di lunga data. Maestra del canto come della scena, con una bella voce, fresca, simpatica e persino vigorosa, egli è perfettamente intelligibile ch’essa abbia trionfato in Italia. Ogni artista conosce per esperienza quanto difficili siano i successi in Italia, e quanto più difficili in Italia che in ogni altro paese. Ora, secondo il critico musicale &AGraphic i successi in Italia sono la cosa più facile di questo mondo. Egli è evidente che l’egregio mio collega del Graphie non ha fatto l’artista in Italia, nè ha seguito attentamente la carriera di alcuna stella musicale italiana. Egli sembra ignorare completamente che i pubblici italiani sono generalmente più intelligenti; e sempre in cerca di difetti o di errori, quando ne trovano, non li perdonano a persona, ma li disapprovano subito, piaccia o non piaccia all’impresa e al resto della compagnia. Adelina Patti, per non andare in cerca d’altra stella, può vare al Graphie che in Italia non si trionfa si facilmente in Inghilterra o in Russia! Ritornando all’Albani devo annunziarvi che essa ha la tezione del Gye, e che questo non intende lasciarsela sfuggir di mano nemmeno per le stagioni di autunno e d’inverno. Se però l’impresa del teatro italiano di Pietroburgo avesse a fargli una buona offerta, io son persuaso che da buon inglese il Gye non la respingerebbe. Non la Lucia, ma di nuovo la Sonnambula fu rappresentata jeri l’altro a sera. La Lucia è annunziata nuovamente, e forse definitivamente per domani a sera. Questa sera si fa il Fra Diavolo con la Lucca, col Bettini, col Tagliafico, col Naudin e col Capponi. La Sessi fece dopo tutto la sua comparsa nella Figlia del Reggimento la sera del giovedì, e fu ricevuta con applausi. E chiaro che la Sessi studia, poiché va migliorando sempre. Sembra cosa strana, ma pure è un fatto che anche le dive possono far meglio! La Sessi invero fece la sua parte egregiamente, e gli applausi che s’ebbe furono meritati. Come meritati furono gli applausi ricevuti da Tonio (Bettini). Di Bettini ripeterò quello che ne dice il Daihj Télégraphes giustizia, che esso, cioè, riportò un famigliare trionfo grazie alla rara abilità da lui ordinariamente spiegata e nel canto e nell’azione. Che il Ciampi possa fare altrimenti che un buon Sulpizio nessuno vuol credere; e certo non gli mancano spirito e brio per riuscire, come difatti riuscì. Lo stile del Ciampi non diletta particolarmente gli inglesi; ma ciò forse proviene dal fatto che questi non comprendono la maggior parte delle volte quello che ei dice. La Demeric-Lablache è fatta segno a tutti gli onori del trionfo dalla tromba del Daily Thelegraph; ma io sono dolente di non poter dividere le opinioni di quel giornale per questa volta almeno, poiché, se la Demeric-Lablanche è una buona marchesa, ciò non vuol dire che sia ottima. Questa sera abbiamo il Fra Diavolo con la Lucca, e gio edi sera avremo gli Ugonotti. Questa grande opera sarà interpretata dalla Lucca, dalla Sessi, dalla Scalchi, dal Faure, dal Bagagiolo, dal Cotogni, dal Cesari e dal Nicolini. Sono nomi grandi come vedete, e conviene ammettere che tanti talenti riuniti possono grandi cose! Le cose del Drury Lane sono state inaugurate, dicono i giornali, a meraviglia. La stagione è stata aperta col Fidelio il giorno 6, opera che sarà ripetuta giovedì prossimo, e chi sa quante altre volte nella stagione, poiché le grandi musiche piacciono! È cosa curiosa e però forse degnissima di nota che gli inglesi sembra che non vedano «grandi musiche» nelle opere italiane. Domani sera andrà in scena la Sonnambula colla Marimon, col Fancelli ed Agnesi. Voi ricorderete che queste due opere sono i due cavalli di battaglia della signora Marimon. Si spera però che questo anno ^spirino più propizi i zeffiri alla salute della nuova diva, la quale ebbe l’anno scorso a lottare terribilmente contro i manifesti dell’impresa, a danno sempre di quelli! E cosi sperando, un pensiero consolante ei accompagna che la Marimon arricchirà il suo repertorio, e farà convertire a sè i miscredenti nella sua divinità.