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_ Is GAZZETTA MUSI CALE DI MILANO 160 Per il vegnente autunno è disponibile il Teatro Nazionale di Firenze.

  • L’Eco d’Italia di Nuova-York ei fa sapere che la giovane prima donna

Antonietta Ronconi, figlia del celebre Giorgio Ronconi, si è unita in matrimcnio col signor Teodoro Manara.

  • Nel venturo carnovale si farà a Milano un tentativo di una compagnia

drammatica tedesca, che darà anche vaudevilles. Cosi il Trovatore. Scrivono da Costantinopoli al Cosmorama che il sultano ha concessso l’area pei’ la costruzione del nuovo Teatro, cui tra breve si porrà mano.

  • Si dice che un impresario americano abbia proposto a Offenbach di

andare in America per dirigervi 100 rappresentazioni delle sue opere, mediante il compenso di 500,000 franchi! Si dice, ma non lo crediamo. Genovieffa di Bradante, operetta di Offenbach, sarà eseguita al teatro Principe di Galles a Liverpool, con un testo nuovo, scritto dal signor Enrico Hers.

  • La celebre Casa editrice Breitkopf e Haertel di Lipsia ha rinunziato a

un importante ramo del suo commercio: la fabbricazione dei pianoforti.

  • Il mese di maggio offriva l’opportunità di un viaggio artistico in Germania.

Eccone le tappe: Requiem di Berlioz, a Lipsia (eseguito il giorno 8); concerto diretto da Wagner a Vienna (12); concerto diretto da Herbeck per l’inaugurazione del monumento di Schubert, a Vienna (15); festival a Dusseldorf (19, 20, 21); concerto sotto la direzione di Wagner per la collocazione della prima pietra del teatro dei Nibelungen, a Bayreuth (22); festival provinciale diretto da F. Miller a Koenigsberg (22 e seguenti). v E testé morto a Bruxelles certo signor Capouillet, protettore degli artisti d’ogni maniera. Lasciò per testamento al Conservatorio di musica di Bruxelles un capitale destinato a dare un premio di 100 lire a ciascuno dei premiati dei futuri concorsi. Egli volle pure contribuire all’opera filantropica deH’Associazione dei musicisti del Belgio col legato di 15,000 lire.

  • La facciata del Teatro Lirico di Parigi che guarda suU’Acenwe Victoria

è terminata.

  • Una nuova operetta in un atto dei signori Jaime figlio e Vasseur, Mon

mouchoir, è alle prove al teatro dei Bouffes-Parisiens a Parigi.

  • Una favola messa in musica dal sig. Dassier - La bertuccia, la scimmia

e il noce - fu cantata con molto successo in un concerto dato alla Scuola drammatica di Rouen. Flotow è ritornato a Parigi.

  • L’esimio violoncellista Braga è in Milano, carico degli allori mietuti in

Napoli e in Genova.

  • La Società Santa Cecilia di Bordeaux aveva messo al concorso uno

Stabat Matera grand’orchestra, cori e soli. Il primo premio fu accordato all’opera portante l’epigrafe: «La terra, nell’immensità che canta le sue lodi, geme e piange al ricordo dei suoi dolori.» L’autore è il signor Poli de Silva.

  • Il Torino Musicale ha cessato le sue pubblicazioni.

Il teatro di Macerata per la prossima riapertura è stato deliberato al Rosani che l’aprirà colla Forza del Destino. rcapoli, 8 maggio. Le mattinate musicali date dal Clausetti tornarono sempre ad onore di chi le offerse. Da’ programmi vi sarete accorti che ogni tornata poteva paragonarsi ad un’antologia de’ migliori luoghi trascelti fra le opere de’più classici scrittori. Che il nostro paese rispondesse al gentile pensiero del Clausetti e che gli artisti il secondassero non sarà dubbio in nessuno che sappia essere stato sempre, numerosissimo il concorso e le sale sempre stivate. I primi nostri professori e quegl’insigni del Braga e del Passini tennero a caro il prendervi parte. Tutt’i periodici più serii e divulgati: il Giornale di Napoli, il Piccolo, il Pungolo, il Roma, ebbero sempre a lodarsi di questi lieti convegni. Perciò i convenuti all’ultima tornata, che fu offerta la scorsa domenica, furono come sempre compiaciuti per la giudiziosa scelta della musica, e alquanto rammaricati nel sapere die era l’ultimo, poiché il caldo irrompente consiglia al Clausetti di far sosta per riprender con maggior lena in novembre. Non si stanchi il Clausetti; son queste, sue mattinate una bella palestra anzi, se un consiglio di Acuto, amante sempre del l’ottimo, comunque dicano che e’ sia sempre nemico del bene, potesse essere accettato, io proporrei che insieme con queste mattinate nelle quali si fa udire sempre ottima musica, stupendamente eseguita, si mettano su de’concerti storici, e talvolta pur qualche trattenimento di semplice quartetto. Si renderebbe con ciò un segnalato servigio all’arte e il Clausetti avrebbe un altro merito, quello cioè d’aver reclutato fra noi molti ardenti amici alla musica dei classici maestri. In quei lavori, l’esecuzione perfetta può tutto, ed io mi so di molti, che, nemici per disegno concepito dei lavori solenni di Beethoven, di Weber, di Mendelssohn, convertironsi non appena li udirono suonare dal Palumbo, dal Clemente, dai fratelli Bonbei dal Gianitiello e da altri valorosi. Ma queste idee faceanmi quasi dimenticare che io debbo informarvi ancora del programma dell’ultima mattinata musicale tenuta in casa Clausetti, e poiché volle ventura che il Papini fosse ancora a soggiornare fra noi, egli, che tanto brillantemente in quest’anno avea inaugurato la tornata, fu destinato a darle il commiato. Accoppiato ad un artista di molta coscienza ed intelligenza per loro furono gli onori primi; e pel Papini infatti e pel pianista Simonetti scoppiarono applausi fragorosi ed unanimi, e ad essi si rivolsero le maggiori lodi. Un Adagio e Valzer di Concerto eseguì il Papini accompagnato al pianoforte dal maestro Marfella. I bene e i braco da cui era talvolta interrotta la sua esecuzione, erano ben manifesti segni delle gradite sensazioni che il Papini sapeva destar nell’uditorio- Gliene fu chiesta la replica ed il Papini ei preparò una bella sorpresa. Avea forse la sera innanzi compiuto di scrivere una fantasia sull’AAùz e quella suonò facendo eseguire estemporaneamente l’accompagnamento a quel bravo Marfella, che si trasse benissimo d’impaccio, comechè non avesse gran che a lodarsi della calligrafia del bravo Papini. Il Papini suonò pure, insieme col pianista Simonetti, col Salvadore, col violoncellista Gianitiello, professore al nostro Conservatorio, il Quartetto in fa minore, di Mendelsshon. Tutti seppero mostrar la propria valentia e la passione dell’arte che gl’investe. Il pianista Simonetti poi, nel pensiero di Concerto in forma di mazurka intitolata: Ti perdei, addimostrossi non solamente un suonatore che per l’ardimento, la grazia e la delicatezza, è da annoverarsi fra’ primi, ma un compositore altresì di belle idee e giudiziosamente adattate allo strumento. Questo pezzo, e perchè originale nel suo genere, e pel come fu eseguito, mariterebbe un’apposita corrispondenza. Non posso ancora lasciare il Simonetti; due sue allieve, fanciulle di circa undici anni, eseguirono una fantasia per pianoforte a quattro mani sulla Dinorah, bel lavoro del Serrao. Nel vederle sedute al piano, chè esse apersero la mattinata, credei esser troppo il richiedere da quelle fanciulle, insieme e correttezza nella esecuzione. Elle pertanto al perfetto accordo aggiunsero non solamente la precisione nell’eseguire, ma pur grazia e colorito, e se ne abbiano insieme col loro maestro le dovute lodi. La signorina Rachele Rossi cantò uno stornello, accuratamente armonizzato e di elegante pensiero del maestro sig. Greco, con molta grazia, e nel recitativo ed aria finale della Medea del Mercadante spiegò la grata voce con espansione e fu molto applaudita. Il tenore Barbacini eseguì egregiamente un’eccentrica ballata del Mariani, intitolata, Il Postiglione. L’atmosfera teatrale è tuttavia atona e gretta; al S. Carlo non si può metter su uno spartito; la Krauss è molto seriamente inferma da tifo e si temea della sua vita giorni sono. Ora sta meglio, ma non potrà più cantare in questa stagione; intanto il Musella, imbarazzato per certe difficoltà di esecuzione, non può per anco fare allestire la Maria Tudor; voleva metter in scena Un Ballo in maschera con la Blume, la Bossi, la Tati, il Ce