Pagina:Gazzetta Musicale di Milano, 1872.djvu/175

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GAZZETTA MUS l’infelice, con ima lettera eli cui riportiamo un frammento: «Figuratevi se, per sollevare un figlio di famiglia dagli orribili spettri che disturbano la sua pace, io non sono disposto a pagare quel piccolo conticino di cui mi dà nota! Vi prego dunque, col mezzo del vostro corrispondente o di un banchiere, di far rimborsare per conto mio a questo signor Bertani Prospero, via S. Domenico N. 5, lire 27. 80. Non è l’intera somma che mi domanda, ma... pagargli anche la cena!... questo no. Poteva ben cenare a casa sua!!! «Ben inteso, che rilascierà una ricevuta della somma, ed anche una piccola obbligazione, colla quale prometta di non andare più a sentire mie opere nuove per evitare a lui il pericolo di altri spettri, ed a me la burletta di pagargli un altro viaggio.» Le ricerche dell’editore Ricordi non andarono infruttuose. Contro quel che si temeva, la città di Reggio (Emilia) ha la fortuna di possedere il signor Bertani Prospero, il quale, liberato finalmente dagli spettri che disturbavano la sua pace, ha sottoscritto di sua mano il seguente prezioso documento: Reggio (Emilia), il 15 maggio 1872. Io sottoscritto dichiaro aver ricevuto dal Maestro G. Verdi la somma di italiane lire Ventisette,cent. 80, a saldo spese di due gite a Parma per sentire Y Aida, il cui autore trova giusto che mi vengano rimborsate, non avendo giudicato l’opera di mio gusto. In pari tempo rimane stabilito che non mi recherò più a sentire opere nuove del Maestro Verdi, a meno che assuma totalmente a mio carico la spesa relativa, qualunque possa essere il mio giudizio in merito delle stesse. In fede - Bertani Prospero. Reggio, li 15 maggio 1872. Ft. 9 E l Intorno ad una fantasia Sull’Azòto, scritta dal violinista Papini, ed eseguita giorni sono a Napoli, leggiamo parole non sospette di elogio nel Piccolo. È il fratello dell’editore napoletano Cottrau che scrive con bell’esempio di giustizia quanto segue: Guido Papini ha suonata una sua Trascrizione-Fantasia sull’Aida. E un pezzo comandatogli dal Ricordi — proprietario dell’opera nuova di Verdi — e dedicato alle signorine Annetta e Maria Cleussen. Mosaico felicissimo, che ti rivela nel loro testo quattro delle pagine più ammirande di cotesta già tanto celebre Aida, e ti permette presumere che il Verdi è sempre quegli del glorioso Don Carlos. E vuole e sa restare italiano, e non s’intedeschisce. I temi della Trascrizione-Fantasia, sono: Tempo binario dell’aria della protagonista (secondo atto) «di me pietà «; duetto a soprano e contralto (Aida ed Amneris ); frammento del ballabile delle sacerdotesse egiziane; e la melodia 2[4, «Morir si pura e bella», nell’epilogo straziante che condanna vivi a sepoltura il soprano e il tenore. Questo canto è la vera agonia del cigno, è balsamo, è poesia, è ispirazione che va noverata fra le più imperiture di Verdi, e che forse basta, da sola, a legittimare i trionfi già toccati all’Aìda. Bellissimi, italianissimi, son pure gli altri tre brani dell’opera, e noto di preferenza il ballabile. ¥ Uno dei più riputati fabbricanti di strumenti, di Parigi,il signor Goumas, successore della ditta Buffet e Crampon, ricevette nei primi del mese passato la visita d’un flautista valente che domandò di provare i nuovi flauti a 25 chiavi, a due suoni ed a serbatoio d’aria. La sua domanda era fatta assai seriamente e pareva convintissimo che stava per vedere questo meraviglioso strumento. Il sig. Goumas non potè trattenere una certa ilarità; rispose che questo famoso flauto non aveva mai esistito che nella sua immaginazione. «Scusate, rispose il flautista, esso esiste e ne ho in mano le prove. Perchè mi avete voi scritto intorno a ciò una lettera che non lascia dubbio di sorta e perchè mi avete invitato a passare nelle vostre officine per provarlo? Eccovi appunto l’invito.» CALE DI MILANO 167 Il signor Goumas, assai meravigliato, lesse la lettera seguente. Parigi, 1 aprile 1872. «Ho l’onore d’annunziarvi che io ho inventato un flauto d’un sistema affatto speciale; si compone di venticinque chiavi, e per mezzo d’una ingegnosa combinazione permette di dare due suoni per volta: contiene inoltre un doppio cilindro che si può togliere o mettere a piacere per facilitare la respirazione alle persone che hanno il fiato corto. «Questo flauto, siccome io spero, è destinato ad un gran successo, ed è perciò che faccio appello a tutti i dilettanti e professori di questo istrumento, uno dei quali mi ha fatto conoscere il vostro nome e il vostro indirizzo. «Vi prego dunque, signore, di voler venire al mio magazzino per rendervi conto coi vostri occhi della meravigliosa invenzione di cui io sono autore. «Aggradite, ecc., ecc. A. Gumas. Allora soltanto il signor Goumas e non Gumas si avvide che entrambi erano l’oggetto d’una mistificazione; il flautista se ne andò confuso... Era... un pesce d’Aprile. Rivista Milanese Sabato, 18 maggio. L’Italiana in Algeri ha vendicato al Politeama la Semiramide e le altre sorelle meno venerande che l’hanno preceduta. L’impresa credeva in buona fede che dopo un trattamento di stonature il pubblico fosse preparato a sopportare anche quelle delY Italiana in Algeri; ma oltre che in fatto di stonature è un errore ingenuo invocare l’abitudine, questa volta poi la dose fu cosi enorme che viscere umane non la potevano sopportare. Il pubblico infatti non l’ha sopportata e questa povera Italiana in Algeri, maltrattata dagli anni, peggio trattata dagli artisti, dai cori e dall’orchestra, fu seppellita ancora palpitante, cioè prima della stretta del finale ultimo. Fu avvertito che la scelta dell’opera era già per sè stessa uno sbaglio; questa Italiana ha forme decrepite, e lo stile giocoso vi piglia sembianze d’una copia mal riuscita per poco che si abbia in mente l’eterna giovinezza del Barbiere. E se alcuni pezzi sono belli, e un paio stupendi, sono però fatti scontare ad usura dalla poca originalità del rimanente. Un’esecuzione buona l’avrebbe fatta tollerare per qualche sera, ma senza estrema beatitudine nè del pubblico, nè della cassetta. Queste parole hanno Faria d’un consiglio postumo, e non le avrei scritte se non vedessi annunziata al Re (vecchio) la stessa opera. Non metto in dubbio i miracoli d’un’interpretazione eccellente, ma ha poi l’impresa del Re (vecchio) mezzi e volontà di darci un’esecuzione eccellente? E ciò che vedremo assai presto, perchè quel teatro si aprirà nella prossima settimana. Tornando agli esecutori dell’Italiana in Algeri al Politeama, non uno fu innocente dalle stonature. Mi guardi il cielo dal dire che la signora Garbato sia meno rea dei suoi compagni, ma essa almeno ebbe applausi più volte e nel primo atto l’onore di dover ripetere un’aria. Il baritono Marcassa ed il tenore Pieraccini ebbero pure momenti buoni, ed applausi molti; degli altri è carità il tacereLa compagnia Meynadier ei ha lasciati, dopo aver esperimentato lungamente gli inutili ed ipocriti rigori d’un pubblico che interveniva in folla ogni sera, e si sgangherava dalle risa, ma non ei èra verso che volesse applaudire. Nelle sere di addio però fu fatta la pace; la signora Matz-Ferrare, Carrier e Cristiane, ebbero applausi entusiastici; se devo dire quel che mi pare, quell’entusiasmo tardivo valeva meglio del falso spartanismo venuto di mgpla colle vesti à la Pompadour. Poche sere prima di andarsene la compagnia Meynadier ei fece gustare le primizie d’uno spettacolo di famiglia - Le voyage en Chine, musica di Bazin. Era, non vi ha dubbio, uno spettacolo di famiglia, ma quale spettacolo! Un padre testardo che vuol dar marito alla figlia, ma non vuol darle quello che essa ama, un amante più caparbio