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GAZZETTA MUSICALE DI MILANO 197 LONDRA, 3 giugno. Covent-Garden: Una novità che si fa sospirare - Ancora del Rigoletto - L’Albani e Faure - Il Trovatore - il Faust - Drury Lane: Cristina Nilsson e Mapleson. A Cotogni è ascritta la colpa della fallita rappresentazione di Gelmina martedì ultimo. Il Cotogni era ammalato, e però invece di Gelmina fu rappresentato il Don Giovanni colla Patti, col Faure e col Bettini. Questa ’brillante novità è per altro nel cartello per domani sera, e giova sperare che i signori artisti saranno preparati abbastanza colle loro parti rispettive per rispamiare al pubblico un nuovo disappunto, e alla nuova opera principesca un’altra dose di scredito. Il Rigoletto venne ripetuto giovedì con gli stessi artisti; e l’Albani ebbe occasione di distinguersi nuovamente sotto le vesti di Gilda. L’Albani è creduta la stella dell’avvenire, e a me pare ch’ella possegga qualità sufficienti per essere anche una delle più luminose stelle dell’odierno cielo musicale. Il Nicolini ha il pregio d’avere immortalato il suo nome nella parte del Duca di Mantova. Esso è il primo tenore nel teatro italiano inglese, che non abbia saputo far domandare la replica della Donna è mobile. Non solo non ne fu richiesta la replica, ma quella, semplice e pur bellissima aria fu accolta col massimo silenzio. Nella parte di Rigoletto il Faure lascia molto a desiderare dal lato dell’azione, ma nell’assieme parmi uno dei migliori caratteri suoi. S’egli potesse abbandonare quel manierismo d’azione francese, il quale brilla in ogni carattere che prende a trattare, io credo che riporterebbe maggior copia d’applausi; e sarebbero più meritati. Nicolini non seppe distinguersi nemmeno nel Trovatore, l’opera dei tenori! che venne rappresentata per la seconda volta a richiesta, generale venerdì. Della Scalchi (Azucena) vai meglio tacere, poiché la poveretta non è ancora affatto guarita dalla seria malattia, che ha recentemente sofferto. Il Faust con la Lucca, con Nicolini e con Faure venne rappresentato sabato davanti all’uditorio fosse più brillante della stagione. L’aspettativa, che il principe di Galles avrebbe fatto la sua prima comparsa in pubblico quella sera al teatro, giovò non poco agl’interessi dell’impresa, e mi si dice anche a quelli de^li speculatori. Il fatto è che l’aspettativa non fu delusa, poiché il principe, sebbene arrivato in Londra dal suo viaggio continentale solo nel mattino medesimo, fece nella sera la sua prima comparsa in pubblico assieme colla principessa, e ottennero entrambi un’entusiastica ovazione, come ben potete credere. Se le cose del Covent Garden fossero andate come nella settimana ultima sin dal principio della stagione, il signor Gye non avrebbe motivo di lagnanza davvero. Neither for love nor money sarebbe stato impossibile avere un biglietto nello stesso giorno della rappresentazione tutta la settimana; Al teatro di Drury Lane il Mapleson non ha fatto però affari meno fortunati. Il ritorno della Nilsson è l’ultima e forse più effettiva attrazione. Noi siamo avvezzi a udire che questa o quell’artista è creatura di questo o quel maestro, ma raramente, se pur mai, si sente dire che un’artista sia creatura d’un impresario. Ora Cristina Nilsson è indubbiamente creatura di un impresario, e Mapleson può giustamente reclamarne la paternità. Quando essa scritturata da Mapleson comparve per la prima volta sulle scene dell’incendiato Her Majesty-’s, a eccezione dei frequentatori del Teatro lirico, pochi erano coloro che in Parigi stessa la conoscevano. Debuttò allora nella Traviala, la stessa opera nella quale è ora comparsa dopo il suo giro finanziariamente miracoloso negli Stati Uniti. Un gran popolo - un popolo eminentemente industrioso e ricco - è quello degli Stati Uniti, ma esso non ha certo per la coltivazione e l’apprezzamento della musica quelle qualità necessarie che ha per i varii rami dell’industria di far quattrini. Cristina Nilsson, un’artista che in Italia forse a mala pena sarebbe salita agli onori di cantare alla Scala, certo è che in America ha fatto milioni, e dappertutto ha suscitato un fanatismo senza pari nella storia degl’innocenti entusiasmi di quel paese. Quelle entusiastiche accoglienze, quei milioni non pochi, frutto spontaneo d’entusiasmi sinceri, la Nilsson li deve in gran parte al suo impresario di Londra signor Mapleson, il quale seppe presentarla agli inglesi, come nessun altro uomo avrebbe saputo presentarla. Ed ora che la diva svedese è presso a ritirarsi dalle scene per dedicarsi tutta alle gioie e ai pesi della vita maritale sembra che un’idea generosa siale passata per la mente, quella di ricompensare materialmente colui, che ha saputo creare per lei entusiasmi sinceri! Cedendo a reiterate preghiere anche la Titiens apparecchiasi a fare un giro d’America; ed io auguro sinceramente il successo della Nilsson a quella egregia artista e cantatrice. E annunziato pel 15 luglio un gran concerto vocale e strumentale in Albert Hall a benefizio del maestro Gounod il quale canterà per l’occasione la sua nuova romanza: la Zitella d’Atene. NAPOLI. Al teatro Nuovo la nota compagnia dei fanciulli bresciani diretta dal maestro Pascucci esordi lietamente col Crispino e la Comare. Applausi entusiastici ai piccoli artisti; di qualche pezzo si volle la replica. — Al teatro Filarmonico è prossima l’andata in iscena della musica di Herold Le pré aux clercs, nuova non solo per Napoli, ma ancora per tutta l’Italia. BOLOGNA. Al teatro Brunetti andò in scena giorni sono con lieto esito una nuova opera del maestro Vincenzo Çruti, Macco. Molti pezzi furono applauditi, e di un duetto tra baritono e buffo si volle la replica. L’esecuzione fu buona; i conjugi Vinea-Paolet’ti furono assai festeggiati; bene anche il baritono Belardi e il buffo Bonafous. Lo stesso autore dirigeva l’orchestra. Riguardo al merito della musica i giornali criticano l’istrumentazione a volte troppo chiassosa. FERRARA. La Favorita, eseguita al Comunale dalla signora Pascalis e dai signori Bulterini, Sterbini e Manfredi, ebbe esito piuttosto buono; sarebbe stato migliore senza un’indisposizione del soprano e un abbassamento di voce del tenore. Gli artisti per altro ebbero applausi. BARI. Il Rigoletto fu il trionfo più grande della stagione. Ottimamente la signora Miles, bene il tenore Costantini e il baritono De Giorgio. Applausi e chiamate a tutti; del quartetto si voleva la replica. Il Don Pasquale fu accolto freddamente, causa l’esecuzione incerta. SALERNO. Ottimo esito Rigoletto e Trovatore. La Guadagnini, la Rossi, Bignardi, Morghen e Contedini seppero farsi applaudire vivamente. CAMERINO. Il Faust di Gounod ebbe esito lietissimo. Piacquero le signore Cortesi e Rambelli, ma i primi onori toccarono al tenore Vincentelli e al basso Miller, il quale fu un Mefìstofele pieno di vigore e di espressione. Cori ed orchestra (diretta dal maestro Bernardi) lodevoli. LONDRA. Un dispaccio telegrafico annunzia all’Art Musical che Gelmina nuova opera del principe Poniatowski ottenne al Drury-Lane un magnifico successo. LIPSIA. Il 25 maggio fu Rappresentata l’opera Diana von Solange del duca di Coburgo Gota, il quale, pienamente soddisfatto dell’esecuzione, fece presentare agli artisti varie decorazioni e regali.